
Il 97% delle chiamate commerciali relative a forniture energetiche (Telemarketing) ricevute dagli utenti è ingannevole, e in quasi una telefonata su due (il 47,9%) l’operatore chiamante si spaccia, senza averne alcun titolo, per l’attuale fornitore del cittadino contattato. Lo afferma Consumerismo No profit, che cita i dati emersi dal Portale Antitruffa su oltre 10mila segnalazioni ricevute dai consumatori.
Quasi la metà delle chiamate, il 47,9%, proviene da soggetti che si fingono il fornitore attuale di un cliente e ricorrono a stratagemmi vari per estorcere la firma dell’utente su un nuovo contratto – spiega Consumerismo – Addirittura nel 7,2% delle telefonate l’operatore, per conquistare la fiducia del consumatore, si spaccia per l’Autorità per l’energia (Arera), nel 6,8% per una associazione dei consumatori, nel 4,6% per un fantomatico Gestore Nazionale dell’energia.
“Oltre agli aspetti legati alla privacy, tali forme di telemarketing scorretto realizzano dei veri e propri reati penali, dalla frode alla truffa, passando per la sostituzione di persona – spiega il presidente Luigi Gabriele – L’unica possibilità per arginare il fenomeno e limitare i danni per i consumatori è quella di dichiarare illegittimo il telemarketing in Italia nel settore energetico, togliendo validità legale ai contratti di luce e gas siglati telefonicamente”.
Una idea accolta con favore dei consumatori italiani, che già in circa 100mila hanno firmato la petizione online (al link https://www.change.org/p/stop-al-telestalking-diciamo-basta-a-truffe-telefoniche-e-chiamate-indesiderate) volta a garantire maggiori tutele agli utenti dell’energia e istituire un apposito fondo per le vittime del telemarketing.