Entro il 2026 il valore del mercato dell’intelligenza artificiale sarà di circa 800 miliardi di dollari, con l’80% delle aziende che prevede di aumentare i workload in ambito AI e il 65% che sta investendo in questa direzione. Si tratta certamente di numeri impressionanti che fanno capire di come l’intelligenza artificiale stia passando dall’essere soltanto sulla bocca di tutti a diventare elemento business critical come era accaduto qualche anno fa anche per il cloud.
Lo sa bene Red Hat che ha deciso di intraprendere una strategia che corre lungo due direttrici proprio per cavalcare questa disruptive technology.
La prima riguarda l’espansione e il rafforzamento della proposizione corrente di tecnologie e servizi (framework per lo sviluppo di applicazioni moderne e native x il cloud, tecnologie per la realizzazione e gestione di piattaforme cloud ibride aperte, strumenti per l’automazione delle infrastrutture informatiche) istallabili su qualsiasi tipo di footprint (metal, virtualizzazione, cloud privato, pubblico ed edge) e fruibili secondo le modalità che meglio si adattano al ciclo di vita di un applicazione o di un servizio.
Il secondo ambito della strategia di Red Hat riguarda invece il lancio di nuove tecnologie, metodologie e best practise pensate per sviluppare applicazioni di artificial intelligence eneable e AI powered così da ridurre al minimo il tempo tra la fase di sperimentazione ed utilizzo (time to value). Inoltre l’azienda americana punta a rendere le proprie piattaforme capaci di poter ospitare le nuove applicazione e i modelli che rendono possibile il fine tuning, il training e l’utilizzo di hardware di nuova generazione.
“In Red Hat crediamo che come il cloud sia ibrido e aperto, lo stesso debba essere anche per l’intelligenza artificiale: ibrida ed open source” – ha spiegato Gianni Anguilletti, vice president MED di Red Hat. “Per questo investiremo nell’intelligenza artificiale e faremo leva sulla comunità di sviluppatori per implementare un approccio customer first e Partner always”
InstructLab: quando l’AI diventa Open Source
InstructLab è un progetto open source ideato dalla collaborazione tra Red Hat ed IBM per migliorare i modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) utilizzati nelle applicazioni di intelligenza artificiale generativa. In particolare InstructLab prevede la possibilità per gli sviluppatori di poter migliorare il modello IBM Granite e nel caso le modifiche fossero approvate dalla comunità, il nuovo modello sarebbe messo a disposizione di tutti, ovviamente esplicitando le fonti. L’obiettivo di InstructLab è quindi anche quello di aprire le porte a coloro che hanno un’esperienza minima di machine learning.
Sviluppare l’ecosistema
Per sviluppare l’ecosistema dell’intelligenza artificiale Red Hat ha stretto accordi con aziende produttrici di hardware (Intel, Nvidia), ISV (Elastic, Run:Ai e Stability.ai) oltre che con realtà attive nel settore delle auto connesse (Deloitte, Qualcomm e Renesas). Si sottolinea inoltre l’entrata all’interno dell’AI Sweden, un consorzio composto da oltre 100 aziende che utilizza OpenShift AI per sviluppare la ricerca nell’intelligenza artificiale.
Soluzioni Red Hat potenziate con l’AI
Nella strategia dell’azienda americana c’è anche il potenziamento delle proprie soluzioni già commercializzate grazie all’aggiunta l’intelligenza artificiale. In particolare Red Hat lancerà Enterprise Linux AI (RHEL AI), una piattaforma di modelli basata su IBM Granite che permette di poter sviluppare, testare e distribuire modelli di AI generativa in modo più semplice. Allo steso modo è previsto il lancio di OpenShift AI, piattaforma flessibile e scalabile che consente di creare e distribuire applicazioni basate sull’AI con modalità scalabili negli ambienti di cloud ibrido. Sarà inoltre potenziato Ansible Lightspeed grazie a IBM Watsonx così da permettere di generare codice a seguito delle richieste dei team di lavoro, rendendo così più semplice creare e gestire i contenuti su Ansible. Proprio per gli otitmi risultati ottenuti, Red Hat prevede una versione di Lightspeed anche per RHEL che per OpenShift.
Altre soluzioni legate all’intelligenza artificiale
Red Hat ha presentato anche Konveyor AI e Connectivity Link. Konveyor AI è uno strumento open source che utilizza l’intelligenza artificiale generativa per ridurre i tempi e i costi della modernizzazione delle applicazioni su larga scala. Connectivity Link consente invece, grazie all’AI, di ottimizzare la connettività delle applicazioni e la gestione delle API in ambienti ibridi e multicloud.