Migliorare la privacy delle persone, fornendo allo stesso tempo alle aziende gli strumenti necessari per avere successo online, è fondamentale per il futuro del Web aperto. Per questo Google ha dato vita all’iniziativa Privacy Sandbox, una collaborazione con l’ecosistema pubblicitario volta allo sviluppo di alternative ai cookie di terze parti e altre forme di monitoraggio tra i siti, per una migliore protezione della privacy. Nel corso degli ultimi mesi, sono state rilasciate versioni di prova per alcune nuove API di Privacy Sandbox su Chrome, così che gli sviluppatori potessero testarle.
Durante questo processo, il team di Privacy Sandbox ha lavorato a stretto contatto con i publisher (cioè chi ospita la pubblicità sul proprio sito), con i professionisti del marketing, gli sviluppatori e le autorità di regolamentazione, attraverso forum come W3C, per perfezionare le proposte di progettazione. Quest’anno è stato inoltre raggiunto un accordo con l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato del Regno Unito (CMA) sulle modalità di sviluppo e rilascio di Privacy Sandbox su Chrome a livello globale.
Il commento più frequente ricevuto da questi interlocutori riguarda la necessità di avere più tempo per valutare e testare le nuove tecnologie di Privacy Sandbox, prima di interrompere l’utilizzo dei cookie di terze parti. Si tratta di una richiesta in linea con l’impegno del team nei confronti della CMA, volto ad assicurare che il prodotto fornisca tecnologie efficaci per la salvaguardia della privacy, e che allo stesso tempo il settore abbia tempo a sufficienza per adottare queste nuove soluzioni. Per questo, le tempistiche di testing per le API di Privacy Sandbox verranno ampliate, prima di disabilitare i cookie di terze parti su Chrome come impostazione predefinita.
A partire da agosto 2022 le API di prova di Privacy Sandbox verranno messe a disposizione di milioni di utenti in tutto il mondo. Gradualmente, il numero di utenti di prova aumenterà durante il resto dell’anno e nell’arco del 2023. Man mano che la comunità web proverà queste API, il team continuerà ad ascoltare attentamente i commenti e ad adattare i piani aziendali di conseguenza.
Entro il terzo trimestre del 2023, ci si auspica che le API di Privacy Sandbox vengano lanciate e rese disponibili a tutti gli utenti di Chrome. Con l’adozione di queste API da parte degli sviluppatori, la disabilitazione dei cookie di terze parti di Chrome dovrebbe diventare un’impostazione predefinita durante la seconda metà del 2024.
Molte aziende aziende si stanno impegnando a sviluppare esperienze sul Web che mettono al centro la privacy, e sono pronte a provare Privacy Sandbox nei prossimi mesi.
“L’obiettivo di Yahoo! JAPAN è creare un ecosistema pubblicitario basato sulla protezione della privacy degli utenti. Dopo aver partecipato ai test iniziali, crediamo che le tecnologie di Privacy Sandbox siano un modo promettente per raggiungere questo risultato. Siamo consapevoli del fatto che è necessario ampliare le tempistiche e ci auguriamo che, in questo modo, più partner abbiano la possibilità di partecipare ai test di Privacy Sandbox per migliorarne ulteriormente le tecnologie“, afferma Masanaga Konishi, Head of Product Strategy, Display Advertising di Yahoo! JAPAN.
“In Adobe crediamo che la strada giusta sia rappresentata da una strategia basata sui dati proprietari – in cui cioè il brand fa leva su dati condivisi con un chiaro consenso per costruire rapporti di fiducia con i consumatori. Adottare una strategia basata sui dati proprietari è complesso e comprendiamo l’impegno di Google volto a fornire alternative che proteggono sia i consumatori che la continuità delle attività di business. Durante questa transizione, Adobe continuerà a impegnarsi per fornire ai propri clienti soluzioni che proteggano i dati dei consumatori, continuando allo stesso tempo a generare valore in un ambiente in evoluzione“, ha commentato Sundeep Parsa, Vicepresidente, Digital Experience di Adobe.
Attraverso soluzioni efficaci per sostenere le attività dei publisher, Privacy Sandbox garantisce l’esistenza di un Web che non dipenda dal monitoraggio tra i siti o da tecniche opache come il fingerprinting. L’iniziativa Privacy Sandbox è un’impresa ambiziosa per l’intero settore e non vediamo l’ora di sapere cosa ne pensa una parte ancora più ampia della comunità web, man mano che i test vengono estesi.
di Anthony Chavez, VP, Privacy Sandbox