L’81% degli italiani ritiene importante che i dati sanitari rimangano conservati dalla Pubblica Amministrazione all’interno dei confini del nostro Paese. Per questo, i Sovereign Cloud possono offrire soluzioni altamente disponibili e scalabili, garantendo un’elevata sicurezza e conformità

I grandi fornitori di cloud pubblico gestiscono miliardi, se non trilioni, di transazioni digitali ogni giorno. Ogni transazione digitale in ogni Paese del mondo genera nuovi dati che le aziende vogliono utilizzare per ottenere informazioni e vantaggi competitivi. Alcuni di questi dati vengono rapidamente analizzati in modo anonimo e non sono riconducibili ad alcun individuo, azienda o entità. Altre informazioni invece lo sono, nel bene e nel male, e spesso senza il consenso o la consapevolezza dei singoli che ignorano che se ne avrà accesso.

L’economia del futuro non è fatta di denaro, ma di dati. Le leggi e le normative sulla sicurezza dei dati, sulla privacy, sulla residenza e sulla sovranità, tuttavia, sono un panorama complicato e in continua evoluzione, composto da leggi a livello internazionale, regionale, nazionale e di settore.

Una ricerca voluta da VMware e condotta da CS On Research in Italia e Spagna sulle principali preoccupazioni dei consumatori riguardo alla sicurezza dei loro dati, rivela che l’87% degli italiani si sente più sicuro se può revocare l’accesso ai propri dati e richiederne la cancellazione, e il 59% si preoccupa soprattutto della protezione dei dati dai criminali informatici. Inoltre, il 64% degli italiani preferisce che i dati siano conservati in Italia rispetto ad altri Paesi europei. Tuttavia, le scelte riguardo ai dispositivi e alle tecnologie per la memorizzazione e la conservazione delle informazioni sono più eterogenee, con il 32% che opta per il proprio device, il 25% per i data center locali, mentre sorprendentemente il 16% predilige la conservazione su supporto cartaceo.

L’importanza della sovranità dei dati per gli italiani

“I risultati della ricerca di VMware sottolineano in modo inequivocabile l’importanza della sicurezza e della sovranità dei dati per gli italiani. L’adozione dei Sovereign Cloud diventa quindi essenziale, perché fornisce un’infrastruttura altamente sicura e conforme alle normative locali che consente alle organizzazioni di archiviare i dati in sicurezza all’interno dei confini nazionali, preservandone la sovranità”, ha commentato Antonio Morabito, Responsabile Enterprise Business Development & Marketing di TIM Enterprise. “Come azienda siamo impegnati per favorire la crescita e l’innovazione dell’Italia attraverso la nostra piattaforma cloud, che garantisce alle imprese e alle organizzazioni del settore pubblico di accelerare la trasformazione digitale, assicurando al tempo stesso che i dati dei cittadini siano in sicurezza e che ne sia salvaguardato l’accesso”.

“La nostra ricerca evidenzia alcune comprensibili preoccupazioni da parte dei cittadini italiani quando si tratta di condividere i propri dati e le proprie informazioni da un lato, ma anche una certa propensione ad affidarli alle organizzazioni e alle pubbliche amministrazioni quando questo significa avere servizi più efficienti e più veloci,” ha commentato Rodolfo Rotondo, Business Solutions Strategy Director EMEA, VMware. “Per questo riteniamo importante un modello di sovranità del cloud che consenta alle organizzazioni di mantenere tutti i dati sensibili sotto il controllo nazionale, di garantirne la sicurezza e la compliance, di sfruttare al massimo tutto il valore che essi offrono.”

Gli italiani dicono sì all’elaborazione dei dati da parte dell’AI

E’ da sottolineare il ruolo positivo dell’AI nella gestione dei dati dei consumatori: il 65% degli intervistati, infatti, si dice d’accordo con l’intervento dell’AI nel processare le proprie informazioni se questo significa fornire un servizio migliore (31%), più economico (17%) o più veloce (17%). È interessante notare che solo un italiano su cinque si è dichiarato contrario all’idea di concedere all’AI il permesso di elaborare i propri dati. Questa minoranza potrebbe essere guidata da preoccupazioni sulla privacy o da dubbi sulle implicazioni etiche dell’uso dell’AI nei processi di dati. In ogni caso, i risultati suggeriscono un’accettazione predominante dell’AI come strumento benefico nella gestione delle informazioni personali, specialmente quando ciò porta a miglioramenti significativi in termini di qualità del servizio, costi e velocità.

Persiste la cautela dei consumatori nell’accesso ai dati bancari

Ma quando si tratta di analizzare l’equilibrio che i consumatori sono disposti a soppesare tra le opportunità e i rischi connessi alla condivisione dei propri dati finanziari, il 32% teme che i propri dati possano essere condivisi con le banche, mentre il 25% pensa che i propri dati possano essere venduti a società e istituzioni internazionali. Il fatto che un quarto dei consumatori italiani intervistati abbia queste preoccupazioni sottolinea la necessità di stringenti normative e politiche che garantiscono che i dati finanziari dei cittadini siano al sicuro e non soggetti all’accesso di non autorizzati.

La Pubblica Amministrazione deve offrire servizi sicuri e sovranità dei dati

Per quanto riguarda i servizi della Pubblica Amministrazione, è essenziale che i dati siano adeguatamente protetti dalle minacce informatiche, un requisito citato dal 61% dei partecipanti alla ricerca. Inoltre, il 50% degli utenti desidera avere il controllo su chi può accedere ai propri dati, e il 45% ritiene importante che l’applicazione permetta la rimozione dei dati. Per il 33%, i dati raccolti dall’applicazione devono rimanere in Italia e per il 31% non devono essere accessibili a governi stranieri.

Queste stesse preoccupazioni emergono anche quando si parla di dati sanitari. L’81% degli italiani ritiene importante che i dati dei pazienti siano conservati all’interno del territorio italiano da parte della Pubblica Amministrazione. Tuttavia, è interessante notare che vi è una notevole fiducia da parte dei consumatori per quanto riguarda la gestione delle informazioni sanitarie, con il 65% dei consumatori che crede che il Servizio Sanitario Nazionale sia in grado di conservare e analizzare in modo sicuro i dati dei cittadini.