Secondo Executive Hunters le attitudini che caratterizzano i manager sono tre e sono in grado guidare il team nel “new normal”.

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La trasformazione digitale, il post pandemia e i nuovi scenari che si stanno concretizzando suscitano certamente grandi aspettative, ma anche grandi timori perché siamo di fronte a una rivoluzione epocale del nostro modo di vivere e lavorare. Le aziende sono chiamate a implementare nuovi modelli organizzativi e i manager hanno il difficile compito di guidare risorse in un mercato sempre più complesso, competitivo e in costante e rapida evoluzione.

In un momento storico come quello attuale”, precisa Federico Mataloni, Senior Partner di Executive Hunters, “caratterizzato da cambiamenti tecnologici, ambientali e funzionali è fondamentale che chi si trova a guidare un team sia consapevole di quello che ormai viene definito new normal. Il contesto attuale ci obbliga a riorganizzare le strutture organizzative e a tenere in considerazione anche (e soprattutto) i valori, le esigenze e il benessere delle persone. Le competenze sono indispensabili, lo sappiamo, ma dobbiamo iniziare a tenere in considerazione anche la parte che ha più a che fare con le emozioni, l’ascolto e l’empatia”.

I manager di successo hanno una serie di attitudini che li caratterizzano. Si tratta di aspetti sui quali chiunque – a capo di un team di poche o molte risorse, in una piccola o media impresa o in una multinazionale – dovrebbe concentrarsi per diventare un leader efficace, capace di far raggiungere alla propria squadra gli obiettivi di business, tenere alti i livelli di engagement e preservare il benessere delle persone.

  • Porsi domande e aggiornarsi costantemente: ci muoviamo, ormai da più di due anni, in un contesto incerto e ricco di sfide sempre più complesse. Farsi domande, cercare di comprendere quello che sta accadendo e rimanere, per quanto possibile, aggiornati è fondamentale per non farsi cogliere impreparati e riuscire, in qualunque momento, ad adattarsi a una situazione nuova e a risolvere eventuali problemi.
  • Concentrarsi su quello che si ha e trascurare quello che manca. Molte aziende hanno dovuto fare i conti con la crisi, con ritardi nei pagamenti o magari con qualche perdita, in termini di fatturato, numero di clienti o dipendenti che hanno dato le dimissioni. Si tratta di cose spiacevoli, ma che purtroppo capitano. È certamente fondamentale comprendere come mai si perdano clienti o dipendenti. Capire se si tratta di cause endemiche o legate ad una cattiva gestione, e prendere provvedimenti, attivare azioni e leve di customer satisfaction o retention. Questo ovviamente nell’ottica di “mantenere” i clienti e/o dipendenti ancora attivi. Un buon manager, però, sa anche che queste sono le regole del gioco e, invece di arrovellarsi su ciò che non ha funzionato, si dedica alle risorse ancora a bordo, ai clienti che hanno rinnovato i contratti e le collaborazioni e alle nuove opportunità di business che si stanno aprendo. Dedicarsi a ciò che si ha è sempre la scelta vincente.
  • Mettere al centro dell’attenzione solo ciò che è possibile controllare. Quest’ultimo aspetto è, per certi versi, legato al precedente. Quando si parla di business ci sono una serie di aspetti che nessuno, neanche il manager più competente e preparato, può controllare: un’offerta economicamente più bassa di un’azienda concorrente che fa sfumare un affare, un’emergenza sanitaria come è stato il Covid-19 a partire dal 2020 oppure un problema causato da un fornitore. Soffermarsi su questi aspetti non porta a nulla, anzi. È molto meglio investire le proprie energie su tutto ciò che si può controllare con il proprio lavoro e con le proprie azioni.