Gli sviluppatori potrebbero decidere di lavorare per uno dei più grandi poli tech del mondo, a San Francisco come a Berlino, senza considerare un trasloco

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Cosa resterà di tutto questo smart working una volta passata la crisi sanitaria in corso? Si tornerà alla normalità, oppure il lavoro agile resterà una componente chiave? Nel caso degli sviluppatori informatici, molto probabilmente non assisteremo a netti passi indietro.

A puntare il dito verso questa voglia di mantenere in essere i principi del lavoro da remoto è un’indagine condotta da Codemotion, la quale ha preso in esame oltre 2.000 sviluppatori tra developer d’azienda e liberi professionisti, in 30 Paesi diversi (con una larga fetta di intervistati provenienti da Italia, Germania e Spagna). Stando a questa survey, l’85% degli sviluppatori sostiene che il potenziamento dei servizi di remote working sarà la priorità massima per i prossimi mesi. Di più: la medesima percentuale si augura che il remote working resti come un elemento basilare del lavoro del developer.

«L’emergenza Covid-19 ha portato l’ambiente lavorativo ben oltre le pareti degli uffici, dando una poderosa spinta allo smart working» spiega Carola Adami, co-founder e CEO della società di head hunting Adami&Associati, aggiungendo che «soprattutto nel caso delle aziende che hanno saputo utilizzare al meglio gli strumenti per il remote working, questa nuova modalità di lavoro diventerà fondamentale e irrinunciabile anche in futuro, quando la crisi sanitaria sarà alle nostre spalle». Il motivo è semplice: come sottolinea l’head hunter, «pur in un periodo delicato, sia i titolari d’azienda che i dipendenti stanno scoprendo i vantaggi del lavoro agile, e non può stupire che, tra i più entusiasti, ci siano proprio gli sviluppatori informatici».

Come cambierà, quindi, il modo di lavorare per gli sviluppatori di domani?

«La possibilità ormai comprovata di lavorare da remoto in modo efficace, e in certi casi in modo significativamente più produttivo» spiega l’head hunter «apre la porta a offerte di lavoro a livello internazionale, senza per questo dover pensare obbligatoriamente a un trasferimento. Uno sviluppatore talentuoso potrebbe infatti decidere di lavorare per uno dei più grandi poli tech del mondo, a San Francisco come a Berlino, senza considerare un trasloco: le nuove tecnologie e le norme sempre più accomodanti sul fronte dello smart working permettono di pensare al futuro del lavoro in questi termini».