Oltre ai rischi sulla salute umana su cui la comunità scientifica dibatte da anni, Assoprovider ha sottolineato come l’innalzamento avrebbe aumentato il divario digitale

limiti elettromagnetici del 5G

L’associazione degli Operatori di Prossimità aveva nei mesi scorsi fatto pressione sul Governo e sulle authority contro un possibile innalzamento dei limiti elettromagnetici del 5G, bene oltre i 6V/m stabiliti dalle normative attuali.

Mentre tutti, anche fonti di informazioni autorevoli, davano per certo l’innalzamento dei limiti nella bozza del Decreto Asset, l’ultimo Consiglio dei Ministri, prima della pausa estiva, ha stralciato di fatto la misura.

«Il Governo ha seguito anche le nostre indicazioni. Nei mesi scorsi abbiamo incontrato diversi politici e anche l’Agcom per esporre le nostre forti perplessità su un innalzamento che avrebbe alterato le condizioni del mercato e danneggiato i piccoli e medi operatori di prossimità», dichiara Gian Battista Frontera, presidente di Assoprovider.

Nei documenti presentati alle istituzioni e alle authority, l’associazione aveva evidenziato le motivazioni che rendevano rischioso l’innalzamento dei limiti del 5G.

Oltre ai rischi sulla salute umana su cui la comunità scientifica dibatte da anni, Assoprovider ha sottolineato come l’innalzamento dei limiti elettromagnetici del 5G avrebbe aumentato il divario digitale per la stessa conformazione complessa del territorio italiano dal punto di vista orografico, per via delle catene montuose, rispetto a zone più pianeggianti che esistono nel resto d’Europa.

«Molte PMI che lavorano nel settore delle telecomunicazioni, di cui gran parte associate in Assoprovider, hanno realizzato coperture digitali nelle comunità locali digital divise. Se l’intenzione del legislatore sarà quella di favorire lo sviluppo del wireless nelle TLC, mantenendo comunque i limiti attuali di emissione per le motivazioni sopra ricordate, auspichiamo che lo Stato intervenga sempre con un regolatorio del mercato wholesale, che permetta alle nostre PMI di fornire un  valore aggiunto sul mercato in ogni parte del Paese. Attivando, per esempio, un mercato  wholesale disaggregato che vedrebbe anche la nascita di ulteriori aziende e, conseguentemente, un aumento occupazionale», conclude Frontera, presidente di Assoprovider.