Paolo Ardemagni di SentinelOne presenta le tecnologie utili ai team IT per configurare correttamente le policy di sicurezza aziendali.

policy di sicurezza

Quando si verifica un evento inaspettato, i team IT esaminano il proprio stack di sicurezza, controllando le vecchie email e le richieste di assistenza per capire cosa non ha funzionato correttamente. Nel peggiore dei casi il problema individuato, indica la presenza di una minaccia concreta per il contesto circostante. Qual è il giusto processo di configurazione delle policy di sicurezza?

La configurazione inizia con il coinvolgimento responsabile di ciascuno
Un aspetto critico nelle organizzazioni è il fatto che il team di sicurezza non ha il controllo sulla gestione delle funzionalità di sicurezza, perché dipende dalla squadra di gestione IT che definisce le relative policy. Esiste quindi un divario tra il team responsabile di decidere le misure di sicurezza e un secondo che si occupa di implementarle.
La domanda sul perché gli amministratori di sicurezza non riescono a gestire i relativi sistemi e strumenti sorge spontanea. La risposta risiede nel fatto che in passato per configurare le policy di sicurezza veniva utilizzato lo strumento di gestione IT; tale pratica, quindi, ha determinato la dipendenza del team di sicurezza da quello IT per apportare qualsiasi modifica necessaria.

Le attuali sfide di cybersecurity richiedono un approccio differente
Gli amministratori di sicurezza di oggi operano su più fronti contemporaneamente, considerando diverse superfici di attacco e impostando i relativi controlli preventivi per contrastare efficacemente le innumerevoli minacce. Questo è possibile garantendo che le configurazioni rispettino le policy di sicurezza stabilite dai team IT, rafforzando così la postura di sicurezza dell’organizzazione.
Inoltre, è fondamentale che l’adozione, l’implementazione e la relativa configurazione delle policy vadano di pari passo, evitando spiacevoli situazioni in cui si attribuisce la responsabilità a persone che appartengono a un altro team; a questo proposito, la piattaforma SentinelOne XDR è capace di gestire in modo sicuro le policy di configurazione, poiché utilizza i controlli di accesso basati sui ruoli, adotta policy di rilevamento e risposta degli endpoint e monitora i dispositivi e la rete.

L’implementazione del Role-Based-Access-Control (RBAC)
Partendo dal presupposto che i team di sicurezza trattano spesso informazioni sensibili, è necessario che le medesime siano accessibili solo alle persone opportune. Ad esempio, l’amministratore della sicurezza deve poter controllare la configurazione degli endpoint, gestire i cicli di aggiornamento degli agenti e configurare le policy di sicurezza dei dispositivi e il firewall attraverso il Role-Based-Access-Control (RBAC) che lo abilita a compiere queste operazioni.
Ad ogni ruolo corrispondono criteri di accesso granulari; in aggiunta, SentinelOne imposta, oltre alla possibilità di accesso alla sezione e al contenuto, anche diritti di visualizzazione, modifica e cancellazione diversi a seconda del ruolo che si ricopre.

Le policy EDR ed EPP
La gestione delle tecnologie Endpoint Platform Protection (EPP) ed Endpoint Detection and Response (EDR) comprende soluzioni di tipo diverso, che vanno dalla workstation ad accesso privilegiato (PAW), ai servizi di tipo High-Value Assets (HVA), agli endpoint generici sul posto di lavoro. A questo proposito SentinelOne consente di configurare una policy di sicurezza globale, che permette anche di decidere se applicarla a tutti i gruppi di dispositivi oppure solo a una parte, implementandone una differente per gli altri.

Il controllo dei dispositivi e della rete
SentinelOne permette di configurare facilmente e rapidamente le policy di limitazione dei dispositivi, aiutando gli amministratori della sicurezza a ridurre la superficie di attacco. Attraverso l’utilizzo di codici identificativi quali Vendor ID, Class, Serial ID, e Product ID, che indicano le differenti restrizioni, può essere selezionata il tipo di azione che abilita alcune funzionalità come la lettura e la scrittura oppure bloccare del tutto l’accesso al dispositivo.
Inoltre, SentinelOne semplifica la gestione del firewall, disponibile nella console, e sceglie se la nuova regola della policy di sicurezza deve essere applicata a Windows, macOS o Linux, se è di tipo Allow o Block e a quale tipologia di dispositivo specifico è destinata.

Conclusione
La crescente complessità dell’attuale panorama delle minacce non permette più ai team IT di aspettare diversi giorni prima di apportare una modifica ai controlli preventivi. Per contrastare questa difficile situazione, le tecnologie di cybersecurity si sono evolute, offrendo capacità di gestione integrata della sicurezza che consentono agli amministratori di prendere decisioni basate sul rischio attraverso la console di sicurezza.
SentinelOne fornisce capacità di gestione integrata della sicurezza progettata per i clienti aziendali, i quali beneficiano di multi-tenancy e Role-Based-Access-Control (RBAC) che abilitano il principio del minimo privilegio. In aggiunta, se l’amministratore della sicurezza ha bisogno di configurare una policy di sicurezza restrittiva dei dispositivi, di adottare regole del firewall oppure di ottimizzare i controlli attraverso le tecnologie Endpoint Platform Protection (EPP) o Endpoint Detection and Response (EDR), può farlo all’interno della console di gestione SentinelOne.

Di Paolo Ardemagni, Senior Regional Director Southern Europe & Emerging Markets di SentinelOne