In questo articolo scopiamo tutto quello che c’è da sapere sull’Head Hunter

Head Hunter

L’Head Hunter o, letteralmente “cacciatore di teste”, è una figura strategica che supporta il reparto HR di un’azienda nel processo di ricerca e selezione di candidati.

Le sue competenze si rivelano particolarmente efficaci per attrarre quelli che vengono definiti “candidati passivi”, ovvero figure altamente specializzate, generalmente con una seniority medio-alta, che hanno già un impiego e ne sono soddisfatti, tanto da non ricercare attivamente una nuova opportunità.

La concorrenza intorno a queste figure è alta e, se vogliamo aggiungere altri elementi di complessità a quanto già detto, è possibile che questi candidati siano già impegnati in altri iter e non siano disponibili nel momento in cui vengono contattati, oppure è possibile che decidano di disdire un colloquio già fissato perché nel frattempo hanno accettato un lavoro altrove.

Ma quindi, perché l’Head Hunter può fare davvero la differenza quando si tratta di attirare candidati passivi?

Sulla base della sua esperienza, la società di head hunting Reverse ha definito 2 fasi indispensabili per ingaggiare figure di questo tipo, instaurando una relazione di fiducia sia con loro che con l’azienda che deve assumere. Vediamole subito.

La prima fase consiste nella vera e propria attrazione del candidato. L’obiettivo primario è distinguersi dalla concorrenza e impostare un tipo di comunicazione basata su informazioni trasparenti, chiare e inequivocabili. Alcuni accorgimenti chiave sono: illustrare l’intero pacchetto retributivo includendo i benefit e l’eventuale possibilità di crescita professionale interna, fornire informazioni riguardo la possibilità di lavorare in smart working e in quale misura, raccontare un progetto intrigante che richiami l’attenzione del candidato, elencare alcuni clienti di prestigio, illustrare le tecnologie avanzate.

La seconda fase si concentra interamente sulla negoziazione. La comunicazione tra candidato e azienda e tra candidato ed head hunter è totalmente diversa, sia nella forma e, talvolta, anche nei contenuti. Tra candidato ed head hunter si instaura una partnership in cui si è liberi di esprimersi senza freni, ed è in questo contesto che emergono i bisogni più genuini della persona candidata.

Il compito dell’head hunter sta nel captare i dubbi e i timori del candidato – ad esempio riguardo al pacchetto retributivo, well being, location – e riportarli ai referenti aziendali dando loro gli strumenti per interpretarli al meglio e attivarsi per trovare un compromesso con il talento che vogliono assumere.

Come abbiamo detto, attrarre i candidati passivi è un’attività altamente complessa e, per arrivare al successo, richiede collaborazione tra le figure coinvolte. La comunicazione tra HR e head hunter è fondamentale per costruire un processo fluido e performante, ma per raggiungere questo risultato è necessario mettere in campo alcune attività chiave, come ad esempio: condividere informazioni con trasparenza, confrontarsi analizzando i dati raccolti, organizzare meeting continuativi per aggiornarsi reciprocamente sullo stato della ricerca.

Rendere attrattiva l’impresa agli occhi dei candidati e portare a bordo i talenti più interessanti per l’azienda sono obiettivi condivisi da entrambe le parti e, in questo contesto, la presenza o meno di sinergia tra il reparto HR e l’head hunter rappresenta l’elemento che determinerà il successo o il fallimento della ricerca.