Avira ha pertanto richiesto a Federprivacy di correggere le affermazioni false presenti all’interno dell’articolo in questione.

Avira Security 2020

Dopo l’articolo di Federprivacy che la accusava di condividere i dati dei clienti con Facebook e Google, ecco la risposta del noto antivirus Avira:

Noi di Avira siamo molto orgogliosi di garantire la protezione della privacy dei nostri clienti. Pertanto, vorremmo affrontare i seguenti argomenti citati nell’articolo di Federprivacy del 22 giugno 2020:

Funzionalità Gestore autorizzazioni
L’articolo afferma che la nostra applicazione contrassegna le app di uso più comune come “a rischio elevato”, mentre valuta le applicazioni di sviluppatori sconosciuti come “a rischio basso”. Nella versione attuale della nostra app (6.7.2), la funzionalità Gestore autorizzazioni non classifica affatto le altre app presenti sul dispositivo in base al rischio. Piuttosto, la funzionalità fornisce agli utenti un mezzo per vedere facilmente quali applicazioni richiedono autorizzazioni. Le immagini di seguito mostrano la funzionalità Gestore autorizzazioni.

avira

Autorizzazioni richieste
L’articolo sostiene inoltre che “Avira presenta potenziali autorizzazioni che si addicono più a uno spyware che ad un antivirus…”. Avira richiede solo le autorizzazioni necessarie per la sicurezza mobile. Gli utenti scelgono quali autorizzazioni concedere, in base al loro desiderio di utilizzare una determinata funzionalità. Tutte le autorizzazioni vengono richieste esclusivamente per attivare tali funzionalità: ad esempio, l’autorizzazione del microfono è necessaria per l’attivazione della funzionalità Protezione microfono, la posizione GPS del dispositivo è necessaria se viene utilizzata la funzionalità Antifurto, l’autorizzazione della fotocamera è necessaria per attivare Protezione fotocamera, e così via. Le autorizzazioni sensibili come quelle per l’accesso al microfono, alla fotocamera e alla posizione, necessarie per determinate funzionalità dell’applicazione, sono disattivate per impostazione predefinita dopo l’installazione dell’app: i nostri utenti devono concedere manualmente queste autorizzazioni. Inoltre, quando un utente desidera utilizzare funzionalità come l’Antifurto, viene richiesta un’autorizzazione aggiuntiva prima che la funzionalità venga attivata.

Tracker e condivisione dati
L’articolo afferma che Avira chiede una lunga serie di 42 permessi, ed installa ben 15 tracker di terze parti noti per la profilazione di comportamenti online. Nella versione attuale della nostra applicazione ci sono solo 11 tracker (non usiamo DoubleClick, InMobi o Flurry, al contrario di quanto sostiene l’articolo). Come molti fornitori di app di sicurezza, utilizziamo gli SDK necessari per migliorare l’esperienza utente, ad esempio per sapere quando l’applicazione si blocca e per elencare in dettaglio altri miglioramenti necessari al prodotto. Avira si impegna a utilizzare solo SDK che hanno adattato i propri standard di privacy per soddisfare o superare quelli stabiliti dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (RGPD).

L’aspetto più importante è che Avira non trae profitto dai dati dei suoi utenti e mai lo farà.

Consenso per la pubblicità in-app
L’articolo afferma che esiste una casella preselezionata per l’autorizzazione alla pubblicità che non rispetta la conformità all’RGPD. Questa casella di autorizzazione esisteva su una versione molto più vecchia dell’app Avira. Adesso Avira non visualizza più nessun annuncio pubblicitario in-app. Pertanto, l’affermazione secondo cui non solo i clienti devono disattivare gli annunci ma sono anche monitorati nel codice sorgente per la pubblicità mirata non è corretta.

Infine, supponiamo che per recensire la nostra app sia stato utilizzato lo strumento Exodus: questo strumento non fornisce informazioni dettagliate sulla nostra applicazione, ma si limita a scansionare il codice nell’APK senza verificarne l’utilizzo.

Continuiamo ad accogliere con piacere qualsiasi domanda o feedback da parte dei nostri clienti e della nostra community. Ancora una volta, ci teniamo a ribadire che noi di Avira possiamo garantire ai nostri clienti il ​​rispetto della loro privacy in tutti i nostri prodotti.

Avira ha pertanto richiesto a Federprivacy di correggere le affermazioni false presenti all’interno dell’articolo in questione.