Questo articolo mostra alcune previsioni su come si comporterà il mercato petrolifero nei prossimi mesi

mercato petrolifero

Il mercato petrolifero sta attraversando una turbolenza legata ad aspetti geo-politici di una certa portata, i quali non erano certo auspicabili fino alla metà del 2019. Bisogna in effetti valutare l’ipotesi, che si fa sempre più concreta, di una tempesta perfetta, per il settore del greggio, e che potrebbe coinvolgere anche le altre materie prime. Gli elementi a disposizione sono ad oggi, più che sufficienti, per stilare un quadro che potrebbe risultare corretto, su ciò che andremo a vedere nei prossimi mesi.

Non bisogna certo nascondersi, come sostengono ad esempio gli analisti esperti di Moody’s, che hanno già detto che il Coronavirus, potrebbe rivelarsi come il cigno nero, per i mercati legati alle materie prime e al petrolio in particolare. Per cigno nero, andiamo a intendere una crisi di tipo mondiale, che potrebbe ricordare piuttosto da vicino, quello che abbiamo attraversato durante il 2008, anche se questa avrebbe effetti e modalità del tutto differenti.

La tempesta perfetta per il mercato petrolifero sta arrivando

Ci sono da tenere in considerazione diversi aspetti, come sostiene Guarav Sharma, che dalle colonne di Forbes, ha definito una tempesta perfetta, lo status attuale dell’economia mondiale e degli Stati Uniti in particolare, in considerazione del prezzo del barile che sta scendendo sotto il 30 dollari, in un contesto generale nel quale i combustibili fossili perdono d’importanza strategica nei paesi più avanzati.

Tutto o quasi pare essere direttamente collegato con il calo della domanda, per quanto riguarda il mercato cinese, che di fatto costituisce oltre il 30% della domanda, a livello mondiale per la produzione di petrolio. La risposta che attendevamo è giunta infine da Pechino, che in scopo cautelare ha messo in quarantena milioni di persone, per evitare il peggio.

Naturalmente questo aspetto sta avendo già delle ripercussioni sull’economia locale, le quali di rimbalzo avranno un vero e proprio effetto domino, anche sui mercati europei e degli Stati Uniti in special modo; un aspetto che bisogna tenere in considerazione quando si decide di effettuare azioni di trading sul petrolio con plus500 in questo periodo specifico dell’anno.

A questi elementi bisogna inoltre aggiungere lo status già delicato del terzo fattore, che era già di per sé ribassista, visto che all’interno dell’Opec + permane un clima di discordia, derivato dal fatto che finora è mancato un accordo e una comunione di intenti per guidare l’assetto del mercato petrolifero, specialmente in un momento così delicato e di crisi come questo che stiamo vivendo.

Domanda in calo per il petrolio durante questo avvio 2020

Bisogna inoltre considerare come la domanda del petrolio sia in forte calo, pur escludendo il discorso legato alla Cina e al momento dettato dalla pandemia. Il 2019 è stato in effetti un anno di alti e bassi, con un mercato estremamente volatile, rispetto a come convenzionalmente accade per le materie prime.

Le materie prime, come l’oro, l’argento e soprattutto il petrolio, si sono sempre dimostrati mercati sicuri, durante i momenti di crisi, eppure qualcosa di sostanziale pare sia cambiato nel corso degli ultimi due anni. Non è certo un caso se il 2019 è stato l’anno della consacrazione definitiva per l’indice del Nasdaq, con il settore dei titoli tecnologici che dopo ottime performance ha dettato la linea e mostrato tutti i punti di forza di questi titoli, che in maniera compatta e univoca, hanno effettuato un ulteriore step in avanti, rispetto all’economia globale e ai mercati vigenti.

Di contro bisogna valutare i fattori ribassisti per materie prime e petrolio al primo posto, stiano scoraggiando investimenti per quanto riguarda broker più esperti, ma anche il normale investitore, il quale già nella seconda parte dell’anno passato, si è spostato su altre linee di prodotto, che si sono rivelate mercati e asset più sicuri, su cui puntare e investire.