Una recente indagine svolta su un milione di utenti ha dimostrato una naturale predisposizione al dialogo in questi momenti, sebbene con notevoli differenze demografiche

LivePerson presenta Conversation Builder

La digital innovation agency Hej! ha coinvolto un milione di persone nella sua ultima analisi, volta a verificare la predisposizione a conversare con i brand.

“Ciò che abbiamo voluto testare è proprio la propensione delle persone nei confronti di una ‘conversational experience’, ossia la predisposizione delle persone a interagire con i brand sfruttando interfacce conversazionali rispetto a strumenti più tradizionali come landing page o pagine web informative. I dati che abbiamo ricavato mostrano chiaramente che i brand possono trarre degli enormi vantaggi aprendosi al mondo della conversazione con i propri utenti, che permette un dialogo diretto e personalizzato con il potenziale cliente”, commenta Stefano Argiolas, CEO di Hej!.

Come si è svolta la ricerca?

I dati raccolti dalla ricerca riguardano un milione di persone, alle quali è stata presentata un’inserzione pubblicitaria, che portava, in seguito al click, ad avviare una conversazione via chat su Fb Messenger o su una landing page conversazionale.

I risultati sono interessanti, in quanto mostrano non solo una naturale predisposizione al dialogo con tassi di interazione e conversione altissimi, ma evidenziano anche delle differenze sostanziali della presenza di questa predisposizione tra le diverse demografiche.

L’età è il primo fattore discriminante: sono soprattutto i giovani ad apprezzare questo tipo di esperienza online. La fascia compresa tra i 18 e 34 anni, infatti, ha mostrato un interesse decisamente superiore rispetto ai più “anziani”, con un tasso di interazione quasi due volte superiore rispetto alla fascia dei 55+.

“Le chat sono in effetti il sistema di comunicazione per eccellenza dei giovani e i dati lo confermano: per le fasce d’età superiori ai 34 anni è presente una leggera decrescita costante nella percentuale di conversazioni avviate con i brand, comune ad entrambi i generi. Naturalmente anche il genere ha il suo effetto, le donne sono naturalmente più predisposte ad avviare delle conversazioni, ma stranamente la differenza rilevata dall’analisi svolta da Hej! è solo del 3% superiore rispetto agli uomini. La fascia 18-24 delle donne resta comunque la più predisposta. Per i brand, questi dati possono essere di grande valore, in quanto evidenziano che alle nuove generazioni piace poter entrare in contatto diretto con l’impresa, attraverso una conversazione”: così Stefano Argiolas commenta i risultati relativi all’anagrafica del test.

Non è solo l’età e il genere a contare tra le variabili demografiche: analizzando le interazioni per area geografica è stato determinato che i cittadini del Sud Italia sono leggermente più predisposti a iniziare una conversazione, con una propensione al dialogo online di circa 3 punti percentuale sopra la media, rispetto a centro e nord Italia che sono piuttosto allineati. Nonostante questo il Trentino e la Liguria presentano il più alto tasso di interazione occupando rispettivamente il primo e il secondo posto nella classifica.

Dispositivi e momenti della giornata più adatti alla conversazione online

È importante sottolineare che anche il dispositivo ha un impatto tangibile sulla predisposizione all’interazione con questi sistemi di intelligenza artificiale.

Coloro che utilizzano un dispositivo Apple presentano una maggiore propensione ad avviare la conversazione, rispetto agli utenti che utilizzano dispositivi Android.

Infine, anche l’orario in cui si inizia la conversazione è rilevante, dall’analisi si rileva che le ore dei pasti sono quelle con in cui si registra la maggiore predisposizione al dialogo online, soprattutto nelle fasce di età più giovani. Ma che abbiamo il telefono in mano anche mentre mangiamo non è sicuramente una notizia.

Il desiderio di conversare direttamente con i brand

Che la conversazione one on one sia il futuro non solo tra persone e persone ma anche tra persone e brand è stato ormai sdoganato anche da Zuckerberg nell’ultimo F8, dove ha annunciato diverse integrazioni nell’ecosistema di app di messaggistica per facilitare le persone a interagire mediante queste interfacce e in occasione del quale è stato annunciato anche il lancio dell’app desktop FB Messenger.

“La conversazione è uno strumento di marketing che i brand non possono più assolutamente ignorare, e conoscere come le persone interagiscono attraverso la conversazione è importante per capire come essere efficaci e come realizzare un sistema di marketing orientato proprio all’incontro di questi potenziali clienti”, conclude Argiolas.