Uno studio rivela che il Mercato Unico Europeo è strategico per le Piccole e Medie Imprese (PMI) italiane ma servono semplificazione e armonizzazione normativa

Mercato eur

Il Mercato Unico Europeo, descritto dalla Commissione Europea come uno dei più grandi risultati dell’Unione Europea, ha oggi 31 anni. Un Mercato Unico Europeo più integrato può generare benefici significativi per l’Europa, tra cui un aumento della produttività, la creazione di nuovi posti di lavoro e una maggiore attrattività per gli investimenti.

Consolidare e completare l’attuazione del Mercato Unico Europeo

Un recente studio realizzato indipendentemente da Implement Consulting Group su 216 imprese italiane, con la partecipazione della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA) in collaborazione con Amazon, ha dimostrato che è necessario consolidare e completare l’attuazione del Mercato Unico Europeo per rafforzare la competitività delle nostre imprese italiane, soprattutto le Piccole e Medie Imprese (PMI) nel mercato globale. Le PMI sono la colonna portante dell’economia italiana poiché rappresentano il 99,9% di tutte le imprese.

Lo studio raccoglie le testimonianze dirette di PMI italiane in merito alle difficoltà che incontrano a crescere nel Mercato Unico Europeo, ed elabora 11 iniziative politiche specifiche ed efficaci che mirano a rilanciare il Mercato Unico Europeo e favorire lo sviluppo delle PMI italiane. Tra le PMI esportatrici che hanno partecipato al sondaggio,

  • il 94% dichiara che l’accesso al Mercato Unico Europeo è importante per la propria attività e anche le potenziali PMI esportatrici confermano la possibilità di trarre vantaggio dal Mercato Unico.
  • Il 52% di queste, infatti, prevede la possibilità di aumentare le esportazioni verso clienti privati.

Urgono azioni politiche concrete

Tuttavia, lo studio evidenzia che per sbloccare il pieno potenziale del Mercato Unico Europeo sono necessarie azioni politiche concrete, come semplificazione regolatoria e armonizzazione normativa tra Stati membri dell’Unione. Infatti:

  • il 73% delle PMI intervistate ritiene che gli ostacoli normativi aumentino i costi
  • il 65% afferma che le differenze normative tra paesi riducono la competitività
  • il 62% registra una diminuzione dei profitti
  • il 93% delle PMI intervistate indica la semplificazione delle procedure amministrative come un’iniziativa chiave per aiutarle a crescere attraverso il Mercato Unico Europeo.

L’eliminazione degli ostacoli esistenti causati dall’implementazione incompleta delle norme UE sul Mercato Unico Europeo genererebbe notevoli vantaggi economici a livello europeo. Lo studio infatti stima che che una maggiore armonizzazione aumenterebbe il PIL pro capite dello 0,6%, porterebbe alla creazione di circa 141.000 posti di lavoro all’anno, generebbe un aumento del potere d’acquisto delle famiglie italiane di 240 euro, e aumenterebbe gli investimenti di 1,8 miliardi di euro.

Una catena di fiducia

“Le PMI costituiscono il 99% di tutte le aziende italiane e rappresentano il 64% del PIL del Paese e il 76% dell’occupazione del settore privato. Tuttavia, solo il 54% delle esportazioni italiane è effettuato dalle PMI. Questo studio mostra che la mancanza di armonizzazione normativa negli Stati dell’Unione Europea rappresenta una delle barriere più critiche che impediscono alle PMI italiane di crescere nel Mercato Unico. Una regolamentazione più semplice e armonizzata può favorire le PMI, creare nuovi posti di lavoro, salari più alti e un miglioramento della sicurezza del lavoro. Inoltre, i consumatori possono trarre beneficio da prezzi più bassi, innovazioni e tempi di consegna ridotti” ha dichiarato Eva Rytter Sunesen – Partner – Implement Economics.

Mercato Europeo

“Il 15% delle nostre vendite avviene in Europa e, trattandosi di prodotti tessili, ci dobbiamo misurare con i diversi schemi di responsabilità estesa del produttore (EPR) presenti in questo settore, spesso divergenti fra di loro. Ottenere la conformità è una procedura costosa e sono convinta che l’implementazione di uno sportello digitale unico potrebbe facilitare e la registrazione e la rendicontazione EPR, rendendo meno esosi e dispendiosi in termini di tempo sia la raccolta di informazioni, sia il processo per arrivare alla conformità. Diventerà così più agevole lo sviluppo delle attività commerciali nei mercati europei”: Maria Antonietta Orlando, titolare di Remo Sartori

“Promuovere l’accesso a informazioni chiare e aggiornate è essenziale per consentire alle imprese di crescere e prosperare in un ambiente commerciale complesso come quello dell’UE. Pasticceria Fraccaro investe tempo e risorse considerevoli per ottenere informazioni legali e contrattuali necessarie per operare nei vari Stati membri dell’UE; per mitigare queste difficoltà, abbiamo istituito un ufficio interno di controllo qualità dedicato a garantire la conformità e semplificare le pratiche normative internazionali.

Uno strumento utile – forse ancora poco conosciuto – è SOLVIT, la rete di risoluzione dei problemi che supporta gratuitamente le imprese in caso di violazione dei diritti transfrontalieri nel Mercato Unico da parte delle autorità pubbliche a livello locale, regionale o nazionale”. Paolo Pietrobon, Amministratore Delegato di Fraccaro Spumadoro

“Guardo con fiducia alla nostra espansione nel mercato unico europeo. Il 90% del nostro fatturato attualmente proviene dalle vendite in Italia, ma stiamo lavorando per portare i nostri prodotti per capelli ricci e afro in altri Paesi europei. Tuttavia ci misuriamo con costi proporzionalmente elevati per adempiere ai requisiti normativi relativi sull’etichettatura fisica, che richiedono ingrandimenti e stampe separate per riportare le lingue locali dei diversi Paesi europei. A fronte dell’incertezza sui ricavi previsti quando si entra in un nuovo mercato, auspichiamo l’adozione di strumenti più immediati e meno costosi, come l’etichettatura digitale come sostituto dell’etichettatura fisica”. Alice Edun, CEO di Afroricci

“Le sfide legate alla registrazione dell’IVA in altri Paesi rappresentano un ostacolo significativo per il nostro brand Dalle Piane Cashmere, poiché comportano non solo un notevole dispendio di tempo, ma anche costi amministrativi elevati. L’estensione dello sportello unico (OSS) per l’IVA nel contesto del Mercato Unico europeo potrebbe aprire nuove opportunità, consentendo alle piccole imprese di risparmiare tempo e denaro nella gestione delle proprie attività. Con un sistema centralizzato e semplificato, saremmo in grado di evitare la necessità di registrare l’IVA in ciascun Paese in cui operiamo. Questa misura, assieme a una soluzione digitale centralizzata e aggiornata di EPR a sportello unico, ci consentirebbe di ampliare più facilmente la vendita a sempre più Paesi europei”. Leonardo Dondini, Ecommerce Manager, Maglificio Angorelle

Il contributo di Amazon al Mercato Unico Europeo

Amazon nasce a Seattle nel 1994, e il lancio del primo negozio online europeo fu nel 1998 in Germania, a 5 anni di distanza dall’Istituzione del Mercato Unico Europeo. Oggi abbiamo 8 negozi online in Europa che servono e facilitano la vita quotidiana a milioni di clienti nei 27 Paesi dell’Unione Europea e favoriscono le attività delle PMI europee che utilizzano i nostri negozi online per vendere. Le nostre soluzioni cloud collegano senza confini le aziende e i clienti dell’UE.

Come investitore a lungo termine in Europa, Amazon considera il Mercato Unico Europeo come uno dei più importanti fattori di stimolo per le PMI europee. Ecco perché, dall’apertura del nostro primo negozio online europeo in Germania nel 1998, abbiamo lavorato duramente per facilitare la libera circolazione di beni e servizi in Europa.

“Questo studio mostra che la burocrazia normativa sta limitando le opportunità delle piccole e medie imprese europee di sfruttare tutti i vantaggi che il Mercato Unico potrebbe offrire. In Amazon crediamo che un forte, inclusivo e sostenibile Mercato Unico Europeo sia la ricetta vincente per la crescita della competitività europea, e vogliamo fare la nostra parte per rafforzarlo. Nel 2022, abbiamo investito oltre 8 miliardi di euro in logistica, servizi, strumenti e formazione in tutta Europa per aiutare le nostre 125.000 PMI dell’UE che vendono prodotti nei negozi Amazon a sfruttare il loro potenziale attraverso il canale online. Più di 7 su 10 di queste PMI hanno generato vendite intra-UE per un totale superiore a 9,8 miliardi di euro – a dimostrazione di quanto sia importante sostenere il loro successo per le economie europee.” – ha affermato Xavier Flamand – VP EU Seller Services, Amazon.

Per quanto riguarda l’Italia

Nello specifico, sempre nel 2022, sono state oltre 21.000 le PMI che hanno scelto in Italia di utilizzare il negozio online di Amazon, registrando complessivamente oltre 950 milioni di euro di vendite all’estero, il 20% in più rispetto all’anno precedente. Si tratta di dati che fanno toccare con mano la cifra del nostro impegno quotidiano.

Mercato Europeo

Noi di Amazon siamo pronti a collaborare per rafforzare il Mercato Unico Europeo a beneficio delle PMI, perché crediamo fermamente che un Mercato Unico Europeo forte, prospero e sostenibile sia la ricetta vincente per la crescita delle nostre imprese all’estero. Un Mercato Unico Europeo funzionante ha il potenziale per garantire la tanto ambita «competitività» dell’UE sulla scena globale e auspichiamo che la Commissione e il Parlamento Europeo, di prossima formazione, lavorino per raggiungere tale obiettivo nei prossimi cinque anni.

Come evidenziato nello studio, tra le misure sui cui è opportuno concentrarsi crediamo serva:

  • La riduzione della burocrazia per le PMI attraverso procedure doganali e fiscali più efficaci.
  • L’introduzione di politiche di prodotto che siano chiare, proporzionate e a favore sia dei consumatori che dei venditori.
  • Ispirarsi al principio ‘think small first’ sia nelle valutazioni d’impatto che nell’implementazione di progetti legislativi, per promuovere l’innovazione delle PMI e la crescita internazionale.
  • Rimuovere gli ostacoli che limitano l’accesso al mercato europeo o che ostacolano la fornitura transfrontaliera di servizi cloud, per permettere alle imprese e alle pubbliche amministrazioni europee di accedere alle tecnologie cloud più recenti, a costi inferiori e con una maggiore resilienza.
  • Accelerare la transizione verde eliminando le barriere al commercio transfrontaliero di beni e servizi sostenibili.
  • Eliminare le barriere amministrative all’economia circolare, semplificando i contributi sulla Responsabilità Estesa del Produttore (EPR) nel commercio transfrontaliero nell’UE
  • Accelerare la transizione del settore dei trasporti facilitando il trasporto multimodale e diffondendo le tecnologie di nuova generazione su scala attraverso investimenti nelle reti di ricarica e rifornimento.