A differenza delle startup, le imprese possono avere difficoltà nel gestire innovazioni significative. Questo perché, anche se condotti a regola d’arte, prodotti e servizi particolarmente innovativi potrebbero danneggiare la loro immagine di fronte a clienti storici e a un audience qualificato.
Questo problema spesso ostacola lo sviluppo di competenze e progetti innovativi, specialmente con l’affermarsi del modello Open Innovation.
G2-Startups, acceleratore di impresa e socio di Italia Startup propone un piccolo vademecum sulle migliori tecniche per trasformare questo problema in opportunità.
Ecco 7 strumenti per gestire l’Open Innovation senza minare la reputazione
1.Consenso Informato
Una regola aurea. Consiste nell’isolare momenti di sperimentazione, che possono svolgersi anche in momenti molto diversi tra loro e informali, specificando in modo preciso e trasparente che il cliente (o user) sta partecipando ad un progetto di sviluppo innovativo.
2. Innovation Pooling
Costituire un gruppo di clienti particolarmente innovativi e fidati, con cui condurre esperimenti garantendo loro anonimato e non interferenze nelle normali operations.
3. Collaborative Innovation tender
Prendendo spunto dall’Innovation Challenge delle piattaforme di Open Innovation, creiamo una landing page (anche anonima), in cui chiediamo a user innovativi di aiutarci nella finalizzazione del nostro prodotto-servizio in cambio di…
4. Innovation Sandbox
Prendendo spunto dal libro di Eric Ries, “The Sandbox” è uno dei metodi più diffusi per gestire sperimentazioni lean in aziende di piccole e grandi dimensioni. Il concetto è semplice: si creano spazi liberi e definiti nei quali i dipendenti e esterni possono interagire nello svolgimento di test o nello sviluppo di prodotto.
5. White label
La white label è forse uno degli strumenti più diffusi nella relazione tra grandi imprese e startup innovative. In questo modo è possibile anche compiere gli ultimi stadi di sviluppo e di debugging senza che il brand ne soffra.
6. X-brand
Parafrasando gli X-project di Google, si propongono dei brand specifici che possono essere gestiti in tutto o in parte dalla sezione Innovation dell’azienda. In questo modo si rafforza l’immagine innovativa dell’azienda, senza intralciare o danneggiare processi e brand esistenti.
7. Innovation co-branding
Non tutte le aziende sono refrattarie a farsi conoscere come innovatori o sognatori. Se abbiamo la fortuna di avere alcune di queste tra i nostri clienti, potremmo proporre loro, come reward per il loro contributo al nostro progetto, di lasciarci usare il loro brand e qualche estratto di interviste o recensioni.