Secondo uno studio di Sopra Steria Next e Neobrain in Europa la GenAI porterà sempre più automazione nel mondo del lavoro e richiede nuove skill

GenAI

Esplode il mercato della Generative Artificial Intelligence (GenAI) che, secondo le previsioni, raggiungerà i 100 miliardi di dollari entro il 2028, con una crescita che sta accelerando la trasformazione del lavoro e delle competenze in Europa e nel mondo. Entro il 2030, fino al 27% delle ore lavorative nel continente potrebbe essere automatizzato, mentre le professioni maggiormente esposte vedono le competenze evolvere a un ritmo superiore del 25% rispetto alla media. Tra il 2018 e il 2023 le offerte di lavoro che richiedono skill legate all’AI sono aumentate di sette volte, superando quota 77.000.

Cambiano competenze, ruoli e modelli organizzativi

Per analizzare in profondità queste dinamiche, Sopra Steria Next, in collaborazione con Neobrain, società specializzata in soluzioni digitali per le risorse umane, ha pubblicato il report Human Resources and Generative Artificial Intelligence. A European Perspective. Da un punto di vista qualitativo, lo studio sottolinea inoltre come la GenAI non sia soltanto uno strumento di automazione, ma un catalizzatore di nuove modalità organizzative e un abilitatore di valore per le persone.

Le sue applicazioni, già diffuse in settori come quello assicurativo, riducono fino al 40% i tempi di gestione dei processi, migliorano del 15-20% l’accuratezza delle previsioni di rischio e aprono a una personalizzazione dei servizi senza precedenti.

In un momento in cui la trasformazione digitale e i cambiamenti demografici impattano profondamente il mercato del lavoro, diventa pertanto cruciale comprendere come la GenAI stia già ridefinendo competenze, ruoli e modelli organizzativi.

Il ruolo delle risorse umane nell’era della GenAI

Le risorse umane hanno un ruolo fondamentale in questa evoluzione: gestire in modo proattivo risorse e competenze, formare i dipendenti e supportarne lo sviluppo professionale, promuovere una cultura di collaborazione uomo-macchina sono leve essenziali.

Il rapporto evidenzia che l’adozione della GenAI ridisegna la relazione tra capitale umano e tecnologia. Le attività a minore valore aggiunto tendono a essere automatizzate, mentre quelle ad alto contenuto relazionale e cognitivo vengono arricchite, favorendo un riposizionamento del lavoro umano verso compiti più strategici.

In questo contesto, la gestione delle competenze riveste un ruolo fondamentale: l’adozione di un modello di Skill-Based Organization permette di anticipare i cambiamenti, progettare percorsi di reskilling e orientare i dipendenti verso ruoli che integrano abilità analitiche, tecnologiche e relazionali. Un approccio che pone le competenze al centro dell’organizzazione e supera la tradizionale suddivisione basata su ruoli e titoli, favorendo una gestione più dinamica e flessibile delle risorse umane.

La transizione non riguarda soltanto la produttività, ma la sostenibilità sociale ed etica del lavoro. La sfida sarà mantenere un equilibrio tra performance e inclusività, garantendo che i guadagni di efficienza siano accompagnati da una valorizzazione delle competenze umane. La tecnologia, sottolinea il report, deve essere vista come un acceleratore della trasformazione solo se adottata in modo consapevole e orientato al lungo periodo.

Dichiarazioni

Mauro Palmarini, Direttore Consulting di Sopra Steria Next, ha commentato: “Il ritorno al lavoro di settembre ci pone davanti a una sfida senza precedenti: comprendere come la GenAI trasformerà ruoli e competenze. Entro pochi anni, quasi un terzo delle ore lavorative in Europa potrebbe essere automatizzato. La GenAI non sostituirà l’essere umano, ma lo affiancherà, valorizzandolo e spostandolo da compiti operativi a responsabilità più strategiche. Per questo le organizzazioni dovranno accelerare lo sviluppo di competenze trasversali come pensiero critico, capacità di gestione e sensibilità umanistica, elementi imprescindibili per governare l’AI in modo consapevole, equo e sostenibile”.