Ieri sera, 1 ottobre, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto che dà il via libera al piano predisposto da Infratel spa (società controllata al 100% dal Ministero dello Sviluppo Economico) – nonostante gli appelli provenienti da molti ambiti imprenditoriali e anche dagli stessi consumatori.
La norma prevede che solo gli operatori telefonici potranno gestire l’intero processo – e non solo la parte relativa alla connessione alla rete – compresa la consegna agli aventi diritto di Modem, Personal Computer e Tablet in comodato d’uso.
Saranno quindi solo le Telcos a venire indennizzate per un valore di € 500 a singolo contratto stipulato ma rimarranno proprietarie degli apparati che dovranno quindi essere restituiti ad esse al termine del contratto.
In pratica saranno gli operatori telefonici e selezionare alcuni apparati da mettere a disposizione delle famiglie per un periodo limitato di tempo e saranno per questo risarciti dal Ministero per lo Sviluppo Economico per un valore che potrebbe essere pari o addirittura superiore al valore del bene concesso in comodato gratuito per un periodo limitato agli aventi diritto.
Più che di “aiuti di Stato” si può quindi parlare di “regali di Stato” a favore di una specifica categoria di imprese.
La Aires ha in più occasioni segnalato come la mancata libertà di scelta e controllo dell’utente sull’apparecchiatura finale rappresenti una significativa ed ingiustificata limitazione nella scelta per i consumatori che invece di poter contare sull’articolata pluralità di offerta di modelli – e di produttori – disponibili sul libero mercato, sarebbero costretti ad operare una scelta obbligata fra il piccolo numero di apparati rivenduti dal loro fornitore di connettività.
Tale scelta, inoltre, rischia di avere un effetto dirompente sulla concorrenza tra produttori e importatori di hardware con effetti pesantissimi ai danni dei rivenditori di elettronica di consumo.
Il Presidente della Aires, Andrea Scozzoli, ha dichiarato: “Siamo indignati. Nonostante le tantissime sollecitazioni, nonostante la nostra volontà di dialogo e l’offerta di collaborare per impostare una semplicissima procedura che permettesse di migliorare il progetto consentendo maggiori diritti ai Cittadini, una più efficace utilizzazione di queste risorse pubbliche rimuovendo al tempo stesso gli effetti distorsivi della concorrenza, nonostante tutto il Ministero non ci ha dato il minimo ascolto. Ovviamente ci stiamo già attivando per tutelarci in tutte le sedi opportune al fine di evitare i gravi e irreparabili danni che questo provvedimento rischia di procurare a migliaia di rivenditori di prodotti elettronici”.