In Europa riprendono i consumi retail in-store e nonostante l’aumento delle vendite online i punti vendita fisici e l’interazione umana vengono rivalutati.

punti vendita fisici

Secondo l’ultima indagine condotta da Sensormatic Solutions, a gennaio 2021 i volumi del commercio al dettaglio nei punti vendita fisici in Europa hanno segnato un calo del 4,4% per poi registrare un aumento rispettivamente del 3,8% e del 2,6% a febbraio e marzo 2021. A confronto con il mese di marzo del 2020, si è osservato un robusto incremento dei volumi del commercio al dettaglio, cresciuti dell’11,6%.

Nel 1° trimestre 2021 il traffico passeggeri ha segnato un crollo a -81,7% in tutta la rete aeroportuale europea rispetto allo stesso periodo pre-pandemia (1° trimestre 2019). Questo dato ha segnato un’ulteriore flessione dal trimestre precedente (4° trimestre 2020 a -79,2%), portando alla perdita di oltre 395,5 milioni di passeggeri.

L’impatto del COVID-19 sul footfall (la presenza nei punti vendita fisici) in Europa, ha registrato in Italia il suo picco più basso con -52,1%, seguito subito dopo dalla Spagna con -46,4% e da Francia con -45,6%. La Germania è il paese che ha riportato la minor decrescita sebbene si sia attestata su un consistente -41,1%.

L’Italia rivaluta i negozi fisici e l’interazione umana al loro interno

In Italia, solo il 24% ha dichiarato di non avere modificato le proprie abitudini di acquisto dall’inizio della pandemia (la percentuale più bassa in Europa), ma il 79% degli intervistati è convinto che, nonostante l’aumento delle vendite online, i punti vendita fisici resteranno importanti anche in futuro.

Questa convinzione deriva da un profondo desiderio di tornare alle proprie abitudini: il 64% ha dichiarato di avere sentito la mancanza dei punti vendita fisici e il 76% ha vissuto come una liberazione la possibilità di fare acquisti di persona anziché attraverso uno schermo. Il 71% degli acquirenti ritiene inoltre che apprezzerà molto di più i negozi in futuro, mentre il 64% sente di apprezzare maggiormente l’interazione umana associata allo shopping in negozio. Un altro 74% invece si è dichiarato disposto a fare uno sforzo consapevole per acquistare di più nei negozi fisici in futuro, e il 75% afferma che si impegnerà maggiormente per comprare in punti vendita locali e/o indipendenti.

Nuove abitudini dei consumatori italiani

Sempre secondo lo studio, il 72% degli intervistati ha utilizzato le consegne a domicilio, la percentuale di adozione più alta in Europa insieme alla Spagna, mentre il 25% afferma di aver adoperato le casse self-service. Il 39%, invece, ha dichiarato che la possibilità di toccare con mano gli articoli prima di acquistarli è uno dei fattori più importanti per lo shopping nei punti vendita fisici.

I consumatori italiani lanciano un alert sicurezza

Tuttavia, la tendenza da parte dei consumatori nel tornare a effettuare acquisti di persona è affiancata da una certa preoccupazione: nel caso dei retailer, il 62% si aspetta facciano di più per rendere i punti vendita fisici più sicuri per gli acquirenti, mentre il 68% ha dichiarato che si sentirebbe più sicuro ad acquistare nei negozi se questi monitorassero con più attenzione il numero di accessi simultanei.

E per il futuro?

Con le graduali riaperture dei confini e dei negozi non essenziali, credo che il turismo internazionale, unito al fatto che gli acquirenti italiani sono meno avanzati tecnologicamente e apprezzano di più l’esperienza di acquisto in negozio, stimolerà la ripresa del commercio nei punti vendita fisici in Italia”, spiega Luca Cappellini, Italy Country Leader di Sensormatic Solutions. “Nel frattempo, molti centri commerciali lungimiranti hanno già iniziato a valutare possibili rinnovi e investimenti. Mi aspetto che questi operatori, per restare competitivi anche in futuro, puntino soprattutto sulla creazione di esperienze di acquisto più sicure e ottimizzate, così come sulla convergenza tra punti di contatto digitali e punti di vendita fisici”.