Le minacce informatiche crescono di pari passo con l’evoluzione del processo di digitalizzazione

Lavoro remoto, l'importanza di proteggere le postazioni

Lavorare da remoto ha assicurato, in questo periodo complesso, benefici a dipendenti e imprese, permettendo loro una continuità delle attività e del business, ma ha al tempo stesso esposto al rischio di cyberattacchi le reti aziendali. Le minacce informatiche crescono di pari passo con l’evoluzione del processo di digitalizzazione e le aziende devono mettere in atto delle strategie per mettere in sicurezza il lavoro da remoto a fronte dei nuovi scenari che si stanno profilando.

La pandemia, infatti, ha messo i security manager delle aziende di fronte a una situazione imprevedibile e inattesa. Molte aziende non erano strutturate per il lavoro da remoto, i budget non erano allocati per queste eventualità e non erano previste nemmeno le postazioni di lavoro remoto, ed è stato necessario non soltanto adattarsi rapidamente alle nuove esigenze, ma provvedere alla messa in sicurezza di queste postazioni. Purtroppo questo scenario ha avuto un’ulteriore evoluzione inattesa. Dopo il primo lockdown ci si aspettava di ritornare al lavoro in azienda, e invece ci siamo ritrovati ancora a vivere diverse restrizioni e rivedere i nostri programmi. Il lavoratore in smart working ha dovuto utilizzare sempre di più il proprio dispositivo per connettersi a Internet, non solo per lavorare, quindi connettendosi a un’adeguata rete VPN protetta, con un software di protezione degli endpoint installato sul proprio device. Ma si è ritrovato a dover gestire anche la propria vita personale attraverso internet, per esempio, per fare la spesa o per navigare per svago e interessi personali.

Nel momento in cui l’utente non opera attraverso una VPN il rischio di incorrere in maggiori minacce aumenta in modo esponenziale. Occorrono quindi delle soluzioni di protezione dei dati che vadano al di là della sola VPN. La crittografia dei dati è certamente d’ausilio, soprattutto per quegli utenti che gestiscono dati aziendali sensibili, così come ricorrere all’autenticazione a più fattori per l’accesso al device nelle ore dedicate al lavoro, può tutelare chi utilizza il proprio dispositivo personale sia per lavoro che per casa, (magari condividendolo con altri componenti del nucleo familiare).

Le aziende hanno compreso queste necessità e lo riscontriamo anche nello sviluppo della domanda di soluzioni ESET degli ultimi 12 mesi che è cresciuta del 20%, (+12% anno su anno). È una crescita significativa dettata, soprattutto, dal fatto che fino a due anni fa non esisteva la filiale italiana e il prodotto maggiormente presente sul mercato italiano era ESET NOD32 che, pur racchiudendo una tecnologia molto avanzata, svolgeva solo la funzione di antivirus. Questo non era sufficiente per proteggere gli utenti ed è per questo che abbiamo puntato ad elevare la cultura dei nostri rivenditori sul portafoglio ESET complessivo. Questo permette poi di fornire alla stessa base installata diverse soluzioni per la protezione completa di tutte le informazioni.

Non solo, però. Un ulteriore aumento deriva dal programma di Canale che ha portato tanti rivenditori a razionalizzare i piccoli clienti finali che avevano gestendo la sicurezza informatica attraverso un servizio. Ciò significa che il rivenditore diventa sempre di più ‘trusted advisor’ e il cliente finale si affida alle proposte e alle soluzioni suggerite per la protezione dei dati. Non più un solo prodotto, ma una gamma di soluzioni idonee, proposte dal rivenditore per innalzare le barriere di sicurezza contro le minacce e gli attacchi informatici. Questo ha permesso al rivenditore di incrementare il proprio business e di conseguenza è cresciuto anche il nostro.

È fondamentale anche il supporto a livello commerciale assicurato dai nostri distributori a valore (Allnet.Italia, Esprinet e ICOS) che, in sostanza, sono dei veri e propri Competence Center, poiché sono in grado di fornire non solo le prime informazioni per la parte commerciale, ma anche di dare una formazione tecnica e di prevendita ai nostri rivenditori.

Sul territorio italiano, per ogni macroarea di presenza dei rivenditori, ESET ha assegnato due Channel Account Manager, i quali sono in grado di affiancare e supportare quotidianamente a medio e lungo termine i piani commerciali dei nostri rivenditori. Anche sulle singole opportunità per ingaggiare eventualmente una nostra prevendita, qualora servisse, per poi definire insieme quella che può essere l’offerta più adeguata da presentare all’utente finale.

Il 15 giugno lanceremo il nuovo programma di Canale, che pone sempre più attenzione alla capacità di trasmettere ai nostri rivenditori qual è il valore aggiunto delle soluzioni ESET. I percorsi di certificazione che vengono associati ad ogni livello di partnership presente nel nuovo Programma di Canale, forniscono ai nostri rivenditori la conoscenza tecnica, commerciale e di pre-vendita necessaria per offrire al cliente finale le più adeguate soluzioni di sicurezza e relativi servizi professionali necessari per garantire la protezione dei dati aziendali.

A cura di Fabio Buccigrossi, Country Manager di ESET Italia