Obiettivo: migliorare l’integrazione dei componenti e semplificarne il provisioning con funzionalità self-service

Volkswagen sceglie il virtual testing environment di Red Hat

Sono più di 60 le unità di controllo elettronico (ECU – Engine Control Unit) che gestiscono i sistemi e sottosistemi elettrici di un singolo veicolo, ed il futuro guarda in una direzione precisa, dove tutte le macchine saranno CASE, ovvero connesse, autonome, condivise ed elettriche (CASE – Connectivity Autonomous Sharing/Subscription Electrification), con tecnologie dotate di crescenti responsabilità di guida autonoma.

Per i produttori di automobili, garantire che tutti i componenti elettronici e i sistemi di assistenza alla guida di un’auto, come i comandi di regolazione degli specchietti, funzionino in modo corretto e sicuro, è già una priorità, e si accompagna anche a precise necessità: non solo realizzare ripetuti test in condizioni di forte stress, ma dotarsi di sistemi di simulazione che possano tenere conto di numerose variabili, come differenti modelli d’auto o condizioni stradali.

Proprio per questo motivo, il Gruppo Volkswagen ha deciso di stringere una partnership con Red Hat per creare un nuovo virtual testing environment volto a migliorare l’integrazione dei componenti e semplificarne il provisioning con funzionalità self-service.

La missione di Volkswagen: sviluppo elettrico e servizi di mobilità digitale

La trasformazione elettronica a cui va incontro l’automotive è una realtà già da tempo per Volkswagen.

La missione del gruppo è infatti quella di realizzare soluzioni di mobilità sostenibile per le generazioni attuali e future – con particolare attenzione ai veicoli elettrici e ai servizi di mobilità digitale e guida autonoma. Per questo motivo, il gruppo si è dotato di un dipartimento di sviluppo elettrico appositamente dedicato a testare e migliorare le tecnologie che supportano i veicoli intelligenti e connessi, avvalendosi di banchi di prova e ambienti virtuali per verificare progetti o modelli e regolare le ECU.

Ciononostante, diversi fattori rendevano difficile per i team del gruppo VW completare questo compito con metodi e tecnologie tradizionali. Ogni volta che una ECU veniva aggiunta o aggiornata, tutti i test relativi dovevano essere ripetuti e l’integrazione diventava più complessa. Inoltre, la mancanza di un provisioning on-demand per gli ambienti di test di integrazione creava ritardi.

Da qui, dunque, il desiderio di standardizzare e automatizzare completamente il ciclo di rilascio dei componenti software nei veicoli – compresi sviluppo, test e distribuzione – dando vita a un ambiente condiviso per l’utilizzo di componenti virtuali e fisici, e il conseguente contatto con Red Hat, vendor già noto e fidato, per la ricerca di una soluzione.

Unire test e sviluppo per l’innovazione dell’assistenza alla guida

Il gruppo ha coinvolto i Red Hat Open Innovation Labs nello sviluppo e test della futura piattaforma di integrazione del software di VW, realizzata utilizzando Red Hat OpenShift, una piattaforma container Kubernetes enterprise e diverse altre tecnologie tra cui Red Hat Quay, che memorizza, costruisce e distribuisce le immagini dei container, e Red Hat Runtimes, che fornisce prodotti, strumenti e componenti completi per sviluppare e mantenere efficacemente le applicazioni cloud-native.

Oggi, grazie alla nuova tecnologia e all’adozione di principi DevOps approcci di sviluppo agile, Volkswagen dispone di un’architettura standardizzata e di un ambiente virtuale automatizzato per i suoi banchi di prova, ricavandone benefici sul fronte dell’efficienza economica e operativa dei propri test di simulazione.

Basandosi su un’infrastruttura OpenShift on-premise, standardizzata e scalabile per i dati e i carichi di lavoro di integrazione, la nuova piattaforma di testing adottata da Volkswagen ha infatti prodotto una riduzione dei costi legati alle prove del 50%.

Quest’ultime, inoltre, sono passate dal richiedere giorni al poter essere eseguite nell’arco di ore e, soprattutto, sono state rese accessibili da remoto, permettendo così di allineare gli approcci e le architetture di lavoro tra i team interni distribuiti e partner terzi, comprese le organizzazioni affiliate, con la possibilità di facilitare la realizzazione di componenti coerenti e riutilizzabili.

“Con una logica applicativa ben definita e coerente, basata su container e interfacce standard, ora possiamo controllare e combinare le ECU per simulazioni e test molto complessi, ha affermato Marcus Greul, Program Manager, Integration Platform, Passenger Cars R&D, del Gruppo Volkswagen. Gli sviluppatori e i tester di integrazione possono creare ambienti di prova che si adattano alle loro esigenze. Usando questi ambienti per processi di test manuali e automatizzati, stiamo creando quello che è essenzialmente un Testing as a Service”.

Ultimo, ma non meno rilevante beneficio della collaborazione con Red Hat è stata la spinta ad esplorare ulteriormente la cultura open source, ora percepita come potenziale fattore di vantaggio in molteplici progetti.

Come dichiara lo stesso Greul: “Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo di test per realizzare miglioramenti sui nostri veicoli in meno tempo, ma questo è solo l’inizio della nostra vision complessiva”.