Nelle città connesse cambia tutto ciò che ha a che fare con l’auto, dal bollo digitale ai pagamenti contactless nei parcheggi, fino all’assicurazione auto che si aggiorna con logiche legate allo stile di guida.

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Le città stanno cambiando. Tutto porta verso una mobilità più intelligente, connessa e personalizzata, dai sensori presenti nei semafori ai parcheggi che scambiano informazioni con le applicazioni per smartphone, passando per le colonnine che comunicano lo stato in tempo reale e per le navette autonome in fase di test.

In mezzo a questa rivoluzione c’è il guidatore in città, che sta modificando abitudini, strumenti e anche il modo di pensare l’auto: meno proprietà, più servizi on demand, meno carta sul cruscotto, più piattaforme digitali. La smart city non è un futuro lontano: è già nel modo in cui si sceglie il percorso, si paga un parcheggio, si ricarica un’auto elettrica o si pianifica un tragitto combinando più mezzi.

Servizi, nuove tutele e garanzie assicurative

Nelle città connesse cambia anche tutto ciò che ha a che fare con l’auto, dal bollo digitale ai pagamenti contactless nei parcheggi, fino all’assicurazione auto che si aggiorna con logiche legate allo stile di guida. L’assicurazione, nello specifico, rappresenta un elemento fondamentale della gestione dei veicoli e in Italia è obbligatoria per legge.

Questa copertura protegge il proprietario e il conducente dai rischi che derivano dalla circolazione, coprendo i danni materiali e fisici che il veicolo potrebbe causare a terzi. L’obbligo dell’assicurazione si applica a prescindere dalla tipologia dell’auto, dal luogo in cui viene usata e dal fatto che sia o meno in movimento.

Una polizza assicurativa completa comprende diverse garanzie oltre alla copertura obbligatoria. La responsabilità civile assicura massimali di risarcimento fissati per legge. Le garanzie facoltative più diffuse sono costituite, ad esempio, dalla copertura furto e incendio, che protegge il veicolo da questi specifici eventi, dalla garanzia cristalli, che copre la rottura del parabrezza e dei cristalli laterali, e dall’assistenza stradale, un servizio che fornisce soccorso in caso di incidente o guasto.

I dati del veicolo e i chilometri effettivi consentono formule più flessibili, soprattutto per chi usa l’auto solo in certe fasce orarie o abbina spesso car sharing e trasporto pubblico. Sempre più compagnie assicurative mettono a disposizione polizze basate sul comportamento di guida, nelle quali il premio è calcolato su parametri reali di utilizzo.

Per molte famiglie, la domanda non è più “quale macchina comprare”, ma “quale combinazione di servizi conviene per i miei spostamenti reali”. E questo cambia le abitudini: ad esempio, si passa a veicoli compatti o si pianifica la spesa per la mobilità come si fa con una bolletta.

Le smart city rendono possibile questo cambiamento attraverso l’integrazione digitale di tutti questi servizi in un’unica piattaforma, nella quale l’assicurazione diventa una componente variabile della mobilità urbana.

Dal traffico si passa all’algoritmo

Le applicazioni anticipano le criticità, suggeriscono vie alternative in funzione di cantieri, eventi o incidenti. In molte città la gestione dei semafori è coordinata per fasce che favoriscono percorsi principali in orari di punta.

Il guidatore si fida più degli strumenti che dell’istinto, aggiorna le abitudini di partenza (perché anche dieci minuti prima possono essere determinanti) e impara a decifrare indicatori precisi, come i tempi stimati aggiornati, i livelli di congestione, le previsioni meteo integrate. Sul cruscotto entrano anche i sistemi di frenata automatica e di mantenimento corsia. Non sostituiscono di certo l’attenzione, ma spingono a una guida più regolare, con consumi più stabili.

Le piattaforme cittadine, inoltre, iniziano a integrare eventi e ordinanze temporanee. L’effetto è concreto: chi deve attraversare il centro il sabato pomeriggio preferirà un anello esterno, chi va allo stadio consulta la disponibilità di parcheggi dedicati, mentre chi accompagna i figli a scuola tiene conto dei varchi attivi.

Parcheggiare senza girare a vuoto

La smart city taglia una delle frustrazioni tipiche, quella di cercare posto per il parcheggio. I sensori e le piattaforme di pagamento permettono di vedere in anticipo le aree libere, di prenotare in garage convenzionati, di avviare e fermare la sosta dal telefono, di ricevere una notifica quando sta per scadere il tempo.

Cambia il comportamento, perché si può scegliere l’area leggermente più distante ma libera, si riducono i giri a vuoto, si rispetta di più la rotazione dei posti. Anche i pagamenti diventano trasparenti: non ci sono monete o bigliettini che possono volare via, ma fatture disponibili in pochi tocchi dello schermo per chi usa l’auto anche per lavoro.

La diffusione dell’elettrico in città

Per chi guida un’auto elettrica, la ricarica in città non è più un progetto a parte, ma una routine da integrare nella giornata. La differenza la fanno le informazioni affidabili: la potenza disponibile, il costo reale, lo spazio occupato o libero, l’eventuale coda. Il guidatore organizza spesso delle micro-ricariche mentre fa la spesa, va in palestra o durante un meeting, accetta tempi di sosta un po’ più lunghi in cambio di una batteria pronta.

Nelle zone residenziali entrano in gioco le colonnine di quartiere e le aree dedicate condominiali, spesso gestite tramite app. Questo porta a una pianificazione più serena: si parte con un certo margine, si sfrutta la ricarica notturna quando possibile, si preferiscono percorsi con infrastrutture affidabili invece della via più breve sulla carta.