Il 90% degli Smart Citizens non si sente ancora coinvolto attivamente nello sviluppo di iniziative di miglioramento della città.

Smart Citizens

Il concetto di Smart City così come è stato inteso finora, “una città in cui la tecnologia è il principale fattore di sviluppo”, è fallito poiché impropriamente interpretato nei casi in cui si è tentato di realizzarlo. È dunque necessario vagliare un approccio differente per lo sviluppo di questo modello che parta dall’ascolto dei bisogni e sensibilità rinnovate dei cittadini, Smart Citizens, che diventano attori protagonisti dello sviluppo della propria città. Il punto di partenza di questo percorso, in una visione di una città sempre più digitale ed interconnessa, è la mobilità, attuale protagonista di forti cambiamenti, che rappresenta un elemento chiave per la sua evoluzione. Sono questi i principali temi trattati da Deloitte durante la VI Conferenza Nazionale Sharing Mobility.

“Oggi il cittadino può non essere più un semplice utente o destinatario di servizi, ma ha la possibilità di diventare il co-creatore del percorso di evoluzione della propria città”, commenta Luigi Onorato, Senior Partner di Monitor Deloitte.

Un approccio differente nello sviluppo dei modelli cittadini

Considerando che il 95% dei cittadini ritiene importante la presenza di servizi di prossimità di utilizzo «quotidiano e non» nella zona in cui risiede e che per 7 italiani su 10 il proprio quartiere non sia in grado di soddisfare i bisogni indicati come prioritari (istruzione, salute, verde pubblico, etc.) appare evidente la necessità di un differente approccio nello sviluppo dei modelli urbani che ponga al centro i bisogni e la sensibilità rinnovate dei cittadini. Gli italiani vorrebbero principalmente avere all’interno del proprio quartiere supermercati e alimentari (richiesti dal 70% degli intervistati), verde pubblico (48%) e ospedali e centri medici (47%, percentuale che sale al 62% per la fascia più anziana della popolazione).

Inoltre, si conferma la crescente attenzione degli Smart Citizens su tematiche di sostenibilità (2 italiani su 3 dichiarano di voler vivere e consumare in modo più equo e sostenibile e per l’85% degli intervistati la sostenibilità è una leva strategica prioritaria per lo sviluppo di modelli cittadini) e digitalizzazione (91% degli intervistati si mostra propenso all’utilizzo di soluzioni digitali per la gestione di pratiche amministrative, seppure solo 1 cittadino su 10 indica che ad oggi la pubblica amministrazione del proprio comune abbia un elevato livello di digitalizzazione).

“Il futuro delle Smart City non può più basarsi sull’applicazione indiscriminata delle innovazioni, ma anche sulla capacità di intercettare ed interpretare i bisogni e le sensibilità della propria comunità, rendendole concrete”, commenta Luigi Onorato, Senior Partner di Monitor Deloitte.

Smart Citizens: attori e co-creatori del percorso di evoluzione urbanistica

Emerge attualmente un sentimento di lontananza con i cittadini, considerando che il 90% non si sente coinvolto attivamente nello sviluppo di iniziative di miglioramento della città e che l’82% non è pienamente a conoscenza delle iniziative di sviluppo della città.

Nonostante questo, si delinea una nuova figura che ritiene che un proprio coinvolgimento potrebbe portare benefici tangibili (70% dei cittadini), non più semplice destinatario e utilizzatore di servizi ma partecipante attivo alla costruzione del proprio quartiere/città: lo Smart Citizen.

Le tendenze individuate confermano il trend di evoluzione del modo di vivere la città da parte del cittadino che è sempre più consapevole delle proprie necessità ma anche pronto e desideroso di contribuire allo sviluppo dei contesti urbani. Un cittadino Smart (Smart Citizen): interessato e attento ai temi della sostenibilità, pronto a cogliere i benefici della digitalizzazione, attento giudice della qualità dei servizi e pronto a partecipare attivamente allo sviluppo del proprio quartiere e città”, prosegue Luigi Onorato.

La mobilità cittadina ha un ruolo fondamentale

Nel nostro Paese, in cui il 77% della popolazione vive in comuni con meno di 100.000 abitanti, 3 cittadini su 4 dichiarano che l’80% dei viaggi avvengono all’interno del proprio contesto urbano ma solo il 16% dichiara un elevato livello di soddisfazione per i servizi di mobilità utilizzati. Tuttavia, se l’83% dei cittadini è favorevole ad utilizzare meno l’auto privata se il trasporto pubblico fosse più efficiente, solo il 20% dei cittadini crede che la città offra soluzioni di mobilità alternative adeguate e il solo 1 su 3 ritiene che ci siano le condizioni di sicurezza adatte all’utilizzo di nuovi mezzi di trasporto leggeri all’interno del proprio quartiere.

È in questo ambito che vanno ideate le soluzioni di evoluzione della mobilità anche alla luce del momento propizio in termini di investimenti stanziati. Tuttavia, pensare di proporre soluzioni troppo similari fra loro in contesti urbani come quelli italiani, che affondano le proprie radici su una concezione di comunità a forte caratterizzazione territoriale, rischierebbe di comprometterne la realizzazione ed i benefici connessi. Si aprono dunque le porte ad un percorso di evoluzione secondo una logica di sistema dove, partendo da una visione comune, si dia seguito ad un piano pragmatico, coinvolgendo tutti gli attori essenziali di questo cambiamento: istituzioni centrali e locali, imprese, centri di ricerca ed istruzione e cittadino”, conclude Luigi Onorato.