Secondo Simon Peters, analista di criptovalute per eToro, “Molto è stato detto sull’importante e crescente correlazione tra bitcoin e oro. Ma i dati mostrano anche che l’andamento del bitcoin è sempre più correlato all’indice Standard & Poor 500, spesso considerato come un indicatore di mercati azionari più ampi a causa delle dimensioni di alcuni dei suoi componenti (i FAANG in particolare). L’S&P500 ha infatti lottato duramente per interrompere una serie di perdite di quattro giorni, cosa che è riuscita a fare martedì, prima di fare un altro calo mercoledì. Ha chiuso venerdì a 3.300. Lo Stoxx600 ha subito un calo all’inizio della settimana, prima di riprendersi un po’ e finire la settimana a 355. Bitcoin e altcoin hanno seguito i modelli del mercato azionario, scendendo lunedì prima di alcuni giorni costanti di volatilità minima.
Forse una tale correlazione è indicativa di un passo verso un nuovo livello di maturità, guidato dagli investimenti istituzionali?
La società di dati di Cryptoasset Glassnode ha evidenziato come alcuni degli indicatori della salute del bitcoin – come l’attività del network, la liquidità e il sentiment – siano tutti aumentati nell’ultima settimana. Ora, se si combinano queste metriche positive con uno sfondo caratterizzato dal continuo stimolo della banca centrale progettato per mantenere a galla le economie e la nuova politica di inflazione della Federal Reserve, si ottengono tutta una serie di fattori che dovrebbero guidare un mercato rialzista dei bitcoin. Eppure le chiacchiere sui social media sono ribassiste e gli investitori sono pessimisti sui mercati tradizionali, il che potrebbe alimentare le criptovalute. Ma un aspetto positivo da valutare è che la soglia dei 10.000 Dollari continua a essere un limite al di sotto del quale il criptoasset non è disposto a scendere”.