Uno studio di Broadcom rivela le preoccupazioni delle aziende europee riguardo l’esposizione dei dati a leggi extraterritoriali. Ce ne parla Mario Derba di Broadcom

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La promessa che i dati europei rimangano entro i confini del continente si sta rivelando fragile: emerge un cambiamento profondo nel concetto di sovranità digitale. Secondo lo studio Sovereign Cloud for Europe, commissionato da Broadcom, quasi il 70% delle organizzazioni europee indica l’esposizione dei dati a leggi extraterritoriali come una delle principali preoccupazioni nel proprio attuale ambiente cloud. Le aziende stanno infatti scoprendo che la localizzazione fisica dei dati non equivale a una protezione legale garantita.

Condividiamo l’articolo di Mario Derba, Italy Country Manager and Area Sales Lead Iberia & Italy, Broadcom Software, che propone un approccio integrato alla questione: è essenziale che tutti gli attori coinvolti collaborino per promuovere l’adozione di servizi cloud davvero sovrani.

Buona lettura!

Fiducia nel Cloud: costruire relazioni trasparenti sui dati in Europa

La promessa che i dati europei rimangano entro i confini del continente si sta sgretolando sotto esame, rivelando un cambiamento profondo nel concetto di sovranità digitale. Secondo uno studio commissionato da Broadcom dal titolo Sovereign Cloud for Europe, quasi il 70% delle organizzazioni europee indica l’esposizione dei dati a leggi extraterritoriali come una delle principali preoccupazioni nel proprio attuale ambiente cloud. Le aziende stanno infatti scoprendo che la localizzazione fisica dei dati non equivale a una protezione legale garantita.

Quando i cloud provider ricadono sotto giurisdizioni straniere, i dati archiviati localmente possono comunque essere accessibili da autorità estere, infrangendo l’illusione dell’equazione mettendo in crisi l’illusione che geografia sia uguale a sovranità. Questa consapevolezza sta guidando una svolta strategica in Europa verso una vera sovranità dei dati, un percorso che va oltre il semplice sapere dove risiedano le informazioni, per puntare invece a chi ne detiene il controllo e l’autorità legale.

Con l’aumentare delle preoccupazioni sull’accesso legale e il crescente scetticismo nei confronti dei servizi cloud stranieri, le organizzazioni europee chiedono maggiore trasparenza sui diritti di accesso alle informazioni e un controllo reale sui propri dati. La sovranità dei dati rappresenta molto di più di una soluzione tecnica: è una necessità strategica per l’Europa, per ricostruire la fiducia nell’era digitale, ripensare la dipendenza dal cloud e muoversi verso un’indipendenza digitale autentica, dove siano i quadri normativi – e non solo la posizione dei server – a determinare la protezione dei dati.

Un’attuale mancanza di trasparenza nella gestione dei dati

L’ambiguità su dove vengano archiviati o gestiti i dati rende difficile per le organizzazioni valutare i rischi legati ai propri cloud provider e mina la fiducia. Il problema è aggravato dalla sovrapposizione di giurisdizioni legali: i provider, infatti, spesso archiviano o accedono ai dati da remoto attraverso diversi paesi, esponendoli a molteplici framework normativi. Ad esempio, come evidenziato nello studio Sovereign Cloud for Europe, il CLOUD Act statunitense consente alle autorità USA di ottenere un mandato per accedere a dati detenuti da aziende americane, anche se archiviati all’estero. Questo può entrare in conflitto con normative più severe sul trasferimento di dati personali al di fuori dell’UE, come il GDPR.

In questo contesto, i clienti europei vogliono avere la certezza di poter prendere decisioni autonome in merito alla raccolta e all’utilizzo dei propri dati aziendali per altri servizi. Vogliono poter contare sul fatto che il loro provider non consegnerà i dati a un governo che rivendichi la giurisdizione per ottenerli, soprattutto senza informare il titolare, e che i loro dati non saranno soggetti a restrizioni imposte da autorità governative che ne rendano impossibile l’accesso. Tutta questa incertezza, molto concreta, ostacola la fiducia e genera confusione, proprio mentre i provider dovrebbero impegnarsi a rafforzare le relazioni e la responsabilità.

Maggior chiarezza senza attendere nuove leggi

Per offrire ai clienti questa chiarezza, è essenziale che tutti gli attori coinvolti collaborino per promuovere l’adozione di servizi cloud davvero sovrani. I regolatori dovrebbero aprire un dialogo pubblico più ampio sui rischi legali connessi alla residenza dei dati e fornire linee guida chiare su cosa le organizzazioni possano o non possano fare nella gestione dei propri carichi di lavoro nel cloud. Allo stesso tempo, le organizzazioni europee devono intraprendere una valutazione critica delle proprie dipendenze cloud attuali, analizzando non solo le configurazioni esistenti, ma anche le vulnerabilità potenziali e le implicazioni strategiche di lungo termine.

Parallelamente, i cloud provider devono assumersi la responsabilità di mettere la trasparenza al primo posto, spiegando con chiarezza i rischi legati all’accesso ai dati da parte di governi stranieri, compresi i framework legali che potrebbero giustificare tale accesso e le circostanze in cui ciò potrebbe avvenire.

Questo approccio basato sulla valutazione del rischio riconosce anche che non tutte le organizzazioni hanno bisogno di soluzioni cloud sovrane. Chi gestisce dati meno sensibili può trovare negli hyperscaler una risposta assolutamente adeguata. Tuttavia, le organizzazioni con maggiori esigenze di sicurezza, come quelle che stanno sviluppando capacità avanzate in ambito AI o che operano in settori con dati altamente sensibili, come i servizi finanziari e la sanità, dovrebbero prendere in considerazione soluzioni sovrane per rafforzare la fiducia nelle loro strategie di archiviazione e protezione dei dati.

Ricostruire la fiducia nell’era della sovranità digitale

Il panorama in continua evoluzione della residenza dei dati richiede maggiore trasparenza e autonomia nella gestione delle informazioni, per ricostruire una fiducia ormai logorata tra cloud provider e clienti. Le organizzazioni europee devono affrontare una valutazione critica delle proprie dipendenze dal cloud, prendendo in considerazione non solo gli accordi attuali, ma anche le potenziali vulnerabilità e le implicazioni strategiche a lungo termine.

Questo approccio integrato deve permettere alle organizzazioni di mantenere un controllo reale e significativo sui propri dati, mentre si muovono tra policy e contesto normativo sempre più complessi, dove si intrecciano interessi nazionali divergenti e logiche commerciali. In definitiva, ricostruire la fiducia richiede un impegno costante verso la responsabilità collettiva sulla sovranità dei dati, insieme allo sviluppo di garanzie solide che proteggano l’autonomia organizzativa nelle decisioni di data governance.

di Mario Derba, Italy Country Manager and Area Sales Lead Iberia & Italy, Broadcom Software