• BitMAT
  • BitMATv
  • Top Trade
  • Linea EDP
  • Itis Magazine
  • Industry 5.0
  • Sanità Digitale
  • ReStart in Green
  • Contattaci
Close Menu
    Facebook X (Twitter) Vimeo Instagram LinkedIn RSS
    Trending
    • Attacchi web a +33% e API obiettivo numero uno. L’analisi di Akamai
    • Infrastrutture critiche: la sicurezza è un imperativo
    • IA e Cybersecurity governano le strategie di investimento aziendali
    • Twin4Cyber e Maticmind alla Camera per parlare di cybercrime
    • Cybersecurity: ecco perché affidarsi a operatori italiani
    • Secure Workload Access di CyberArk protegge le identità a 360°
    • NIS2 e infrastrutture critiche: 4 passaggi da fare per essere pronti
    • Attacchi informatici: un 2024 all’insegna di ransomware e IA
    Facebook X (Twitter) Vimeo Instagram LinkedIn RSS
    BitMAT | Speciale Sicurezza 360×365
    • Attualità
    • Opinioni
    • Ricerche
    • Soluzioni
    BitMAT | Speciale Sicurezza 360×365
    Sei qui:Home»Speciale Sicurezza»Attualità»Ransomware in evoluzione: difendersi è la sfida
    Attualità

    Ransomware in evoluzione: difendersi è la sfida

    By Redazione BitMAT29 Marzo 20226 Mins Read
    Facebook Twitter LinkedIn Tumblr Reddit Telegram WhatsApp Email

    James Blake, Field CTO Security di Rubrik, spiega la crescita del ransomware-as-a-Service e come difendersi con una risposta integrata

    Qual è il futuro del ransomware e cosa possono fare le aziende per difendersi?

    I professionisti della sicurezza si pongono queste domande con sempre maggiore frequenza da quando questo tipo di attacco malware è emerso per la prima volta circa 15 anni fa. Il problema è che ogni volta che le domande vengono poste, la risposta è differente.

    L’evoluzione del ransomware è stata così rapida che riuscire a difendersi può essere una sfida. Quello che è iniziato come un semplice attacco ai dati, criptando i file critici per l’azienda per estorcere qualche centinaio di dollari è diventato una sfida potenzialmente letale. Oggi, gli aggressori, dopo aver colpito anche aziende più grandi, hanno ben chiara la disperazione delle loro vittime e le richieste di riscatto hanno iniziato a salire, passando rapidamente da centinaia a migliaia e infine a milioni di euro.

    L’ultima tendenza è rappresentata dalla doppia estorsione, in cui gli aggressori minacciano di pubblicare i dati per aumentare la pressione sulle vittime; o addirittura dalla tripla estorsione, quando gli aggressori contattano direttamente i clienti o i fornitori della vittima minacciando di esporre i loro dati. Questo è il problema del ransomware: ogni volta che si pensa di aver visto l’ultima novità, i criminali informatici escono con qualcosa di nuovo.

    Ma l’innovazione più importante di tutte è avvenuta dietro le quinte e riguarda il modello di business del ransomware. I gruppi criminali hanno capito che potevano commercializzare i loro sistemi malware trasformando il ransomware in un servizio, creando così il ransomware-as-a-service (RaaS).

    La genialità di questo non sta nel rendere il ransomware più sofisticato o efficace – obiettivi che sono stati già raggiunti molto tempo fa – ma più accessibile. Improvvisamente, il ransomware è diventato un servizio come qualsiasi altro e i criminali che non hanno la capacità tecnica di progettare il proprio malware possono ottenere gli stessi vantaggi noleggiando le competenze,

    Anche se gli attacchi tradizionali e il ransomware spesso condividono molti dei vettori di attacco iniziali, è il loro impatto che li distingue. Gli attacchi tradizionali di esfiltrazione si traducono per lo più in perdite secondarie: danni alla reputazione, sanzioni amministrative o controversie legali, il ransomware, al contrario, si traduce in perdite primarie, come per esempio l’interruzione del business. Ora questa democratizzazione alza il profilo di rischio del ransomware di un altro livello, aumentando anche la componente di frequenza del rischio. Gli attacchi di alto profilo da parte di gruppi specializzati come REvil, Conti e BlackMatter riscuotono spesso l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica, ma i numerosi gruppi meno noti che hanno adottato un approccio RaaS potrebbero finire per fare più danni ancora. Per la maggior parte delle organizzazioni, gli attacchi di tipo RaaS rappresentano oggi la minaccia primaria.

    Come difendersi dal ransomware?

    Il numero di attacchi riusciti ha mostrato in modo inequivocabile che le difese tradizionali come la sicurezza degli endpoint e della rete possono fornire un grado di protezione accettabile, ma non sufficiente. Questo rimane vero anche quando molti prodotti vengono definiti esplicitamente anti-ransomware, e nonostante gli investimenti record destinati in generale alla cybersecurity.

    La crisi di fiducia generata dagli attacchi ha guidato il mercato della cyber-assicurazione, che è emerso quasi dal nulla intorno al 2013, diventando oggi un settore in piena espansione. Sotto molti aspetti l’effetto dell’assicurazione è controverso: alcuni sostengono che questo rende le organizzazioni più propense a pagare riscatti nella consapevolezza che alcuni o tutti questi costi saranno coperti dalla loro polizza. Se gli aggressori hanno tenuto conto di questa disponibilità a pagare, allora è plausibile che l’assicurazione del ransomware stia peggiorando le cose nel lungo periodo. Inoltre, il ruolo dell’assicurazione è per eventi ad alto impatto e bassa frequenza, e come discusso la crescita di RaaS e i titoli dei giornali hanno dimostrato che il ransomware sta rapidamente diventando un evento ad alto impatto e alta frequenza.

    C’è già una pressione da parte, per esempio, dei legislatori statunitensi per rendere illegali i pagamenti dei riscatti.

    Il messaggio per le organizzazioni preoccupate per il ransomware è di non credere alla pubblicità. Potete mettere la parola anti davanti alla parola ransomware tutte le volte che volete, ma ciò che salva le organizzazioni non è una determinata tecnologia “magica”, ma la qualità della loro valutazione interna, la resilienza informatica organizzativa, il recupero e la risposta agli incidenti.

    È necessaria una risposta integrata

    Ci sono aziende che dispongono anche di 130 diversi strumenti di sicurezza. A quel punto, ciò che conta non è quanto ciascuno di questi sia valido a rilevare il ransomware, ma quanto siano ben orchestrati tra loro e automatizzati come un intero sistema. Per le organizzazioni, framework come MITRE D3FEND (per gli strumenti difensivi) e ATT&CK (per le tecniche e le procedure degli strumenti di minaccia, o TTP) sono di grande aiuto quando si tratta di valutare la sicurezza dei fornitori e di abbinare le minacce alle difese.

    Componente fondamentale della resilienza e della risposta è il livello di integrazione tra le funzioni IT e di cybersecurity. Oggi, in troppe organizzazioni, queste funzioni sono separate o semplicemente sovrapposte in alcune aree. Questo significa che la prevenzione e il rilevamento saranno il lavoro del team di security, mentre la risposta agli incidenti è a cavallo tra i due. Il recupero, la funzione più importante di tutte, sarà interamente a carico del team IT.

    Se questo approccio può aver funzionato per gli incidenti di cybersecurity del passato, è una debolezza evidente contro il ransomware, dove ogni secondo conta. In pratica, ogni risposta deve avvenire contemporaneamente al rilevamento e al rimedio con il recupero che deve essere un processo parallelo piuttosto che sequenziale. Idealmente, questi elementi dovrebbero supportare l’automazione e l’orchestrazione dagli strumenti in uso nei due team, abbassando i costi e aumentando l’efficienza e l’efficacia. Ciò implica un unico team con compiti diversi piuttosto che reparti separati che si affidano a relazioni personali e comunicazioni ad hoc.

    È fondamentale che le organizzazioni comprendano che il momento attuale di crescita del ransomware non finirà finché i criminali informatici saranno in grado di eludere la legge e raccogliere enormi profitti. È un modello di business troppo allettante, reso ancora più accessibile dall’avvento del RaaS.

    Quello che è certo è che il ransomware, in ogni sua forma, non è un problema temporaneo o una moda passeggera. Anzi, negli ultimi venti anni si è evoluto continuamente, accrescendo la propria presenza e potenziale impatto, e continuerà certamente a farlo. I difensori dovrebbero prepararsi al peggio e sperare nel meglio in un mondo in cui superare e sopravvivere agli attacchi di estorsione è diventato il prossimo vantaggio competitivo indispensabile.

     

    James Blake RaaS ransomware ransomware-as-a-Service Rubrik
    Share. Facebook Twitter LinkedIn Reddit Telegram WhatsApp Email
    Redazione BitMAT
    • Website
    • Facebook
    • X (Twitter)

    BitMAT Edizioni è una casa editrice che ha sede a Milano con una copertura a 360° per quanto riguarda la comunicazione rivolta agli specialisti dell'lnformation & Communication Technology.

    Correlati

    IA e Cybersecurity governano le strategie di investimento aziendali

    18 Aprile 2025

    Twin4Cyber e Maticmind alla Camera per parlare di cybercrime

    17 Aprile 2025

    NIS2 e infrastrutture critiche: 4 passaggi da fare per essere pronti

    15 Aprile 2025
    Newsletter

    Iscriviti alla Newsletter per ricevere gli aggiornamenti dai portali di BitMAT Edizioni.

    BitMATv – I video di BitMAT
    Transizione 5.0: vuoi il 45% sui software?
    Stormshield: Zero Trust pilastro della security aziendale
    RENTRI: regole pratiche per uscirne vivi
    Vertiv: come evolve il mondo dei data center
    2VS1 incontra GCI: focus sulle competenze
    Tag Cloud
    Acronis Akamai attacchi informatici Axitea Barracuda Networks Bitdefender Check Point Research Check Point Software Technologies CISO cloud Commvault CyberArk cybercrime Cybersecurity cyber security DDoS ESET F-Secure F5 Networks FireEye Fortinet Hacker Identity Security infrastrutture critiche intelligenza artificiale (AI) Iot Kaspersky malware minacce informatiche palo alto networks phishing Proofpoint ransomware Security SentinelOne sicurezza sicurezza informatica Sicurezza It SOC Stormshield Trend Micro Vectra AI WatchGuard Technologies Zero Trust Zscaler
    Chi Siamo
    Chi Siamo

    BitMAT Edizioni è una casa editrice che ha sede a Milano con una copertura a 360° per quanto riguarda la comunicazione rivolta agli specialisti dell'lnformation & Communication Technology.

    Facebook X (Twitter) Instagram Vimeo LinkedIn RSS
    Navigazione
    • Attualità
    • Opinioni
    • Ricerche
    • Soluzioni
    Ultime

    Attacchi web a +33% e API obiettivo numero uno. L’analisi di Akamai

    23 Aprile 2025

    Infrastrutture critiche: la sicurezza è un imperativo

    18 Aprile 2025

    IA e Cybersecurity governano le strategie di investimento aziendali

    18 Aprile 2025
    • Contattaci
    • Cookies Policy
    • Privacy Policy
    • Redazione
    © 2012 - 2025 - BitMAT Edizioni - P.Iva 09091900960 - tutti i diritti riservati - Iscrizione al tribunale di Milano n° 295 del 28-11-2018 - Testata giornalistica iscritta al ROC

    Type above and press Enter to search. Press Esc to cancel.