Il presidente di AIPSA: “Preoccupa la sottovalutazione dei rischi che si corrono in rete”  

“Se vogliamo contribuire alla crescita serena e consapevole dei nostri ragazzi che sono – di fatto – cittadini digitali, non possiamo più rimandare l’inserimento nei programmi scolastici di corsi obbligatori di educazione cibernetica. Oggi, nel migliore dei casi, questo tipo di percorsi formativi sono limitati a qualche modulo all’interno delle materie alternative o a sporadici corsi spot tenuti da soggetti che non riescono a coprire l’intera esigenza nazionale e in assenza di un coordinamento sui contenuti. È evidente che questo non basta. Serve impostare un corso strutturale, al pari dell’educazione civica”.

Così Alessandro Manfredini, presidente di Aipsa, l’associazione dei Security manager delle aziende pubbliche e private, in occasione del Safer Internet Day promosso ogni anno dall’Unione europea.

“Secondo i dati diffusi nelle scorse ore da Moige – aggiunge Manfredini – infatti, il 45% dei minori italiani ha subito una forma di prepotenza digitale, mentre, secondo l’Unicef, il 37% dei bambini italiani è esposto a messaggi di odio o alla visione di immagini violente. Gli strumenti digitali per proteggere i nostri ragazzi ci sono, ma semplicemente non si conoscono o non si applicano e questo è preoccupante. È necessario, tra le altre cose, far comprendere ai ragazzi cosa è necessario fare in caso di aggressione cibernetica e come denunciare senza paura”.

“Se riusciamo a implementare la consapevolezza dei ragazzi di oggi – conclude il presidente – ne beneficeremo anche nel momento del loro ingresso nel mondo del lavoro, dove abbiamo un urgente bisogno di persone allenate a riconoscere e scongiurare le minacce che provengono dal web. Auspichiamo dunque un rapido intervento da parte del Ministero dell’Istruzione e del Merito che potrebbe in questo modo sviluppare un meccanismo virtuoso a più livelli, orientandosi verso i professionisti di cybersecurity di domani ma anche alla nuova cittadinanza in senso esteso”.