Da qualche anno le aziende sono sempre più inclini ad attuare piani di welfare aziendale. Oggi componente fondamentale del sistema economico, è una vera e propria strategia di sviluppo delle imprese, in un’ottica di engagement e retention dei collaboratori, ed è presente ormai, sempre più diffusamente, all’interno dei Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro (CCNL).
Welfare aziendale: una crescita consolidata, nel mondo e in Italia.
A livello globale, secondo i dati della società di consulenza americana Forrester, già nel 2022 l’86% delle imprese si dichiarava pronto ad aumentare gli investimenti in benefit. Riscontri similari, per quanto concerne lo scenario italiano, emergono anche dall’ultima edizione del Welfare Index PMI: negli ultimi anni, oltre il 68% delle piccole e medie imprese italiane ha raggiunto un livello “medio” di welfare aziendale, secondo i criteri delineati dall’indice, mentre quelle che hanno avviato piani “avanzati” sono raddoppiate rispetto alle rilevazioni del 2022. Circa 1 azienda su 2, infine, ha espresso l’intenzione di voler sviluppare iniziative in questo ambito, quota che sale all’85% tra coloro che hanno già raggiunto un livello di welfare più elevato.
Flexible Benefit: la scelta delle imprese, tra CCNL e normativa in aggiornamento
Sono i flexible benefit lo strumento di welfare aziendale più popolare e diffuso: un’opzione interessante per quelle imprese – in special modo le più piccole – che vogliono mettere in atto azioni di welfare attraverso soluzioni flessibili e facilmente erogabili. La quota delle imprese che utilizzano i flexible benefit è infatti aumentata e circa un terzo delle PMI che ancora non li utilizzano si dichiarano interessati a farne uso in futuro.
Come anticipato, negli ultimi anni il welfare aziendale è entrato in maniera massiccia dei CCNL, fino ad essere definito, nel 2019, da circa la metà degli accordi analizzati dalle Organizzazioni sindacali. Dopo un brusco calo nel 2020, dovuto alla pandemia, il welfare, all’interno dei CCNL, è tornato a crescere negli anni successivi ed è, a oggi, previsto in 10 contratti collettivi nazionali tra quelli sottoscritti dalle sigle sindacali, interessando oltre 2 milioni di lavoratori. Come ogni anno, è bene ricordare che, nel mese di giugno, i datori di lavoro sono tenuti a definire gli strumenti di welfare previsti nei CCNL di riferimento e messi a disposizione dei propri collaboratori. Tramite, ad esempio, soluzioni come i buoni acquisto garantiscono versatilità, semplicità e immediatezza nell’utilizzo e nella distribuzione, nonché libertà di scelta nell’impiego, sia online (attraverso le principali piattaforme di eCommerce) che offline (presso gli oltre 15.000 punti vendita in tutta Italia).
Complice di questa crescente popolarità acquisita dai flexible benefit, anche all’interno dei CCNL, sembrerebbe esser stata anche l’azione legislativa condotta a partire dal 2016, che ha visto il loro inserimento all’interno delle pratiche di welfare aziendale intervenendo sulla soglia di deducibilità a lungo ferma a 258,23€, poi innalzata fino ad arrivare nel 2022 a 3.000€ (Decreto Aiuti Quater). Con l’ultimo Decreto Lavoro, recentemente varato dal Consiglio dei Ministri (Dl 48/2023, art. 40) viene reintrodotta la soglia di 3.000€ per il 2023, ma solo per i lavoratori dipendenti con figli a carico.
“In questi ultimi anni e mesi abbiamo assistito ad un crescente interesse, da parte dei Governi che si sono susseguiti, nei confronti della legislazione legata ai Flexible Benefit: una normativa che, ricordiamo, risale al 1986 e su cui è importante lavorare per allinearla ai nuovi scenari e necessità del mondo del lavoro”, commenta Florent Lambert di Sodexo Benefits & Rewards Services Italia. “Siamo dunque soddisfatti della considerazione che questo strumento di welfare aziendale dal forte valore sociale e di integrazione al reddito delle famiglie, ha acquisito. Abbiamo infatti registrato un forte interesse da parte delle imprese a riguardo, nonché riscontri particolarmente positivi anche dagli stessi utilizzatori, in particolare nei confronti di buoni acquisto e buoni benzina. Soluzioni, queste, oggi ancor più fruibili attraverso una user experience rinnovata e sempre più digitale. Non possiamo che guardare quindi con piacere a proposte di ulteriori ampliamenti della soglia di esenzione auspicando a una sempre maggiore definizione delle soglie per permettere alle aziende di pianificare le azioni di welfare con le giuste modalità e tempistiche”.