Il progetto, in collaborazione con Epson, è un invito rivolto ai giovani tra i 17 e 19 anni a guardare al futuro del lavoro con gli occhiali intelligenti 

Parte l’avventura MOV>ON, una nuova sfida rivolta a 250 ragazzi delle 4° e 5° superiori realizzato in collaborazione con Epson, per sviluppare applicazioni per il lavoro con gli smartglasses Moverio. Avveniristico headquarter delle idee per il futuro, il LABoratorio d’Impresa 5.0 di Verona, inaugurato un anno fa, inventa questo nuovo modo per misurarsi con la realtà e la quotidianità del mondo dell’impresa, dalla prospettiva, tenendo conto dello sguardo dei ragazzi.

“Siamo un acceleratore di idee e di progetti dedicato ai ragazzi, un integratore di competenze che si inserisce come ponte tra il percorso scolastico, sia delle superiori che universitario, anche attraverso campus formativi sulla cultura dell’intraprendere, e l’orientamento verso il mondo del lavoro, favoriti dalla collaborazione di numerose aziende partner. Come coach, alleniamo i ragazzi ad una visione integrata e consapevole del proprio contesto e delle loro personali attitudini: illustriamo i meccanismi e gli obiettivi che stanno dietro alla nostra quotidianità. Che sia l’ultima frontiera della tecnologia o quella che deve ancora nascere o progetti su settori vicini alle loro passioni ed interessi, – spiega Barbara Bianconi, responsabile del LABoratorio d’Impresa 5.0 – chiediamo ai ragazzi di esplorare, dare un apporto con nuove idee, pazientare quando verranno filtrate dagli studi di fattibilità, esser caparbi nel volerle realizzare, al fine di poterle presentare e renderle “appetibili” per il mercato.”

Alla scoperta di valori e di talenti

È dunque questo l’ultimo progetto dell’impresa benefit che prende forma negli spazi in Stradone Antonio Provolo 16 a Verona, con circa 50 postazioni e la disponibilità di un auditorium per 200 persone, il cui obiettivo è andare alla scoperta dei valori e dei talenti necessari per l’imprenditorialità: l’Italia e questo territorio hanno una forte vocazione nel far nascere e crescere aziende e attività di successo. Ma imprenditorialità non è solo mettersi in proprio: è guardare al lavoro con uno spirito creativo, innovativo, responsabile, di continuo impegno per far meglio, è una volontà nel dare il proprio originale contributo, a vantaggio in primis della comunità. Anche per la condivisione di questi valori, molte aziende tra cui Calzedonia e Epson, sostengono il LABoratorio. Ed è grazie a questo impegno nel metter a fattor comune le skill di manager e imprenditori e i fondi necessari, che tutte le attività per i ragazzi sono gratuite. Strumenti cognitivi e tecnologici all’avanguardia per far volare i nuovi talenti.

Nel nuovo millennio anche questa si chiama “scuola”

Per la Challenge MOV>ON, l’obiettivo è raccogliere dai giovani idee innovative e originali per Moverio, orientate al mercato. Dal lancio della Challenge, nella seconda metà di ottobre, ci sarà tempo sino a metà febbraio, quando saranno individuate le 10 squadre con tre ragazzi ciascuna, candidate su base volontaria, e successivamente selezionate da personale tecnico, i cui obiettivi saranno illustrati da professionisti della società Giapponese. Un vero brief aziendale su cui i giovani potranno cimentarsi per tre mesi cercando risposte originali, valutando pro e contro.

Al termine del percorso sono previsti incontri di pitching per illustrare e sostenere le proprie soluzioni. Tre squadre finaliste, altrettante proposte, un po’ di adrenalina e che vinca il migliore! I premi sono ad alto valore esperienziale. Il primo premio: un viaggio a Parigi nel centro Epson. Per tutti i partecipanti, naturalmente, una importante skill da inserire nel proprio CV.

“Le attività svolte nel LABoratorio, sia durante l’orario scolastico che nel pomeriggio in piena libertà, sono un percorso arricchente, che stimola progettualità e lavoro di squadra – continua Barbara Bianconi – mettendo i ragazzi a diretto contatto con le aziende. I ragazzi hanno a disposizione una decina di professionalità con diverse skill da cui apprendere, e numerose realtà imprenditoriali che sono a loro disposizione. Questo impegno viene certificato come PCTO, ovvero come percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, una carta vincente per presentarsi nel mondo del lavoro”

In conclusione: LABoratorio d’Impresa 5.0 vuol favorire un modello e un metodo di fare impresa “a portata dei giovani”, integrato al percorso scolastico del Don Bosco di Verona e aperto a tutti i ragazzi del territorio. Filosofia non nuova per i salesiani, ma nuovissima nella concezione. Ha uno spirito da Silicon Valley, il LAB-oratorio in meno di un anno ha sviluppato una dozzina di idee portandole alla dignità di progetto, ha realizzato la prima startup di un gruppo di ragazzi – Steel Italia srl – ed ha avviato i primi percorsi sull’imprenditorialità giovanile. Entro fine del nuovo anno accademico ormai avviato, si conta di raddoppiare. Per questo le imprese ci credono e investono: “Sì, l’interazione con le imprese è forte ed è strutturato come deve esser tra realtà produttive – conclude Bianconi – chi investe nel LABoratorio acquista SFP cioè gli Strumenti Finanziari Partecipativi. Le aziende entrano nella possibilità di inserirsi nei progetti sulle idee dei ragazzi, potendo opzionarne un successivo step di sviluppo. In questa seconda fase, inoltre, con la singola startup si valuterà il tema societario e le rispettive quote tra azienda e fondatori stessi startupper”.