Il modo di lavorare è in continua evoluzione – anche se con il progredire della campagna vaccinale la speranza di tornare presto alla normalità è sempre più vicina, con i dipendenti che potranno occupare nuovamente le proprie scrivanie nelle sedi di lavoro. Quando si inizierà a tornare in ufficio ed emergerà una forza lavoro flessibile, diventerà sempre più importante affrontare il problema della mobilità aziendale. Sulla scia della pandemia, le aziende dovranno destreggiarsi tra le aspettative dei dipendenti per quanto riguarda le modalità di lavoro, i nuovi requisiti tecnologici e le sfide che ne conseguono.
Gestire le nuove aspettative dei dipendenti
Negli ultimi mesi, si è assistito a numerosi dibattiti sul fatto che i dipendenti vogliano tornare in ufficio o continuare a lavorare da casa – o una combinazione di entrambi. Più della metà (59%) delle persone vorrebbe, infatti, continuare a lavorare da remoto il più possibile anche dopo l’eliminazione delle restrizioni COVID-19. Le opzioni di lavoro flessibile sono da tempo in cima alla lista della maggior parte dei dipendenti e la pandemia le ha ulteriormente amplificate.
“Non solo home-working. La pandemia ha accelerato anche un cambiamento nella progettazione e localizzazione degli uffici. Questi nuovi modelli lavorativi si traducono in un minor numero di scrivanie per fare spazio ad aree collaborative e sociali flessibili”, ha dichiarato Massimo Arioli, Business Unit Director Italy di Dynabook Europe GmbH. “E’ cambiato anche il desiderio dei dipendenti di essere in uffici centralizzati e in città. Con le aziende che guardano di nuovo a quanto e dove lo spazio è necessario, molti dipendenti stanno spingendo i propri datori di lavoro a creare uffici regionali più vicini a dove vivono. Una conseguenza della pandemia potrebbe essere che le aziende dividano le attività tra più sedi, beneficiando potenzialmente di sedi più piccole”.
Il ruolo della tecnologia
La tecnologia gioca un ruolo centrale nell’abilitazione di queste nuove modalità di lavoro, della mobilità aziendale, e quindi della soddisfazione delle aspettative dei dipendenti. In particolare per i millennial, per cui la tecnologia è un fattore determinante per una buona esperienza lavorativa. Tuttavia, la pandemia ha evidenziato l’importanza di una tecnologia affidabile, in particolare per quanto riguarda i dispositivi.
“I notebook e i PC sono stati protagonisti di questa pandemia, e continueranno ad esserlo in questo nuovo mondo del lavoro. Le aziende devono assicurarsi di investire in dispositivi leggeri e portatili, ma potenti, progettati per adattarsi sia al lavoro da casa sia al tempo trascorso in ufficio. Devono essere abbastanza resistenti da sopportare gli spostamenti, pur avendo la stessa connettività di livello superiore di uno smartphone per consentire la collaborazione senza sforzo ed evitare costosi tempi morti”, ha aggiunto Arioli.
Oggi siamo entrati in una nuova realtà dove il lavoro in team non significa più dover essere fisicamente nello stesso luogo. Per questo anche le tecnologie come i dispositivi wearable giocheranno un ruolo chiave nella collaborazione. Gli smartglass, per esempio, consentiranno la comunicazione interattiva a distanza – portando le persone faccia a faccia con funzioni come il recupero dei documenti, le istruzioni del flusso di lavoro e la rilevazione dei dati in tempo reale. Il mercato globale dei dispositivi indossabili si è dimostrato, infatti, resistente durante la pandemia, con CCS Insight che ha previsto che le vendite degli indossabili raggiungeranno 300 milioni di unità nel 2024.
Vincere le sfide tecnologiche con più tecnologia
Un potenziale ostacolo per qualsiasi azienda che aggiunge dispositivi e soluzioni connesse alla propria rete è la quantità di dati che questi dispositivi creeranno, la gestione e l’elaborazione efficace e sicura. La soluzione è investire in tecnologia di prossima generazione. Revisionare completamente le reti può richiedere molto tempo e risorse, specialmente per le aziende che stanno attraversando una recessione. L’edge computing offre una soluzione per risolvere questo problema, l’elaborazione dei dati all’edge riduce lo sforzo sul cloud in modo che gli utenti possano essere più selettivi per quanto riguarda i dati che inviano al core della rete.
Un’altra considerazione è la sicurezza. Con i dispositivi che accedono alla rete aziendale indipendentemente da dove ci si trovi, questo apre il panorama delle minacce. Secondo una recente ricerca, il numero di attacchi ransomware riportati dagli utenti web è cresciuto del 485% nel 2020 rispetto all’anno precedente. I dispositivi con funzioni di sicurezza integrate come il riconoscimento facciale o delle impronte digitali e le capacità di memorizzare le credenziali basate sull’hardware forniscono una prima protezione contro i criminali informatici, mentre le soluzioni come zero client garantiscono che i dispositivi stessi non conservino informazioni sensibili.
Ha concluso Massimo Arioli: “Anche se continuiamo ad affrontare l’impatto della pandemia, sono già iniziate le riflessioni su come sarà la mobilità aziendale post-COVID-19. Il mondo del lavoro è cambiato per sempre e arrivano nuovi modi di lavorare così come nuove aspettative dei dipendenti a cui le aziende devono adattarsi. Ottenere la giusta mobilità nella “prossima normalità” richiederà tempo e investimenti, e alla fine dovrà includere la tecnologia di prossima generazione”.