Un tempo appannaggio del gaming della tradizione americana, oggi il poker è molto diffuso anche in Italia

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E’ il punto di sintesi perfetto tra pensiero matematico e capacità strategiche: parliamo del poker. Questo popolare passatempo è molto amato anche perché interseca diversi piani di lettura: nuove tendenze, costume, tecnologie e storia del cinema – chi non ha amato pellicole come “The Rounders?”. Tutto questo senza contare il fronte del gaming online, che rappresenta per l’intero settore videoludico un prezioso strumento di crescita economica in grado di coinvolgere nuovi giocatori e di dare vita a vere e proprie community di appassionati. Un tempo appannaggio del gaming della tradizione americana, oggi il poker è molto diffuso anche in Italia: complice l’interesse generato dalla svolta digitale, specialità come il Draw o il Texas Hold’em si sono affermati tra le abitudini di gioco degli italiani. In questo articolo andremo a osservare da vicino proprio le formule più diffuse lungo lo Stivale: riflettori puntati su Draw poker, poker all’italiana, Texas Hold’em e Omaha.

Draw poker: alle origini del poker all’italiana

Il Draw poker è senza dubbio la specialità più semplice, quella prediletta da chi è alle prime armi, la formula ideale per chi si avvicina al poker per la prima volta. E’ conosciuta anche con il nome di Five card Draw, ma i più la conoscono come Poker all’italiana. Come suggerisce il nome, questa formula prevede la distribuzione di 5 carte: alla fine di ogni giro di puntate i giocatori hanno la possibilità di cambiarle. In tutte le varianti del Draw poker le carte vengono consegnate coperte ed è prevista l’ante, una scommessa obbligatoria che ogni partecipante deve fare a ogni giro, prima ancora che il dealer inizi la distribuzione. Tra le varianti del Draw Poker è molto popolare quella nota come Ace to triple draw: in questo caso il gioco prevede che dopo la distribuzione delle cinque carte inizino tre sessioni di scommesse, terminate le quali i partecipanti possono fare un cambio. Alla fine del terzo e ultimo cambio inizia un quarto giro di puntate seguito dallo show-down: vince il punteggio più basso. Osserviamo ora da vicino il poker italiano mettendolo a confronto con quello texano, entrambi molto praticati anche su Internet.

Poker texano, Omaha e poker all’italiana a confronto

Per comparare queste due diffusissime versioni del gioco prendiamo in considerazione  il numero di carte: il Texas Hold’em poker ne prevede 52 senza i jolly, mentre nel poker classico all’italiana ce ne sono 32. Il metodo di conteggio dei punti deriva proprio dal diverso numero di carte impiegate: in quest’ottica, ad esempio, Colore e Full hanno una forza diversa.

Nel poker alla texana, inoltre, non c’è la gerarchia dei semi e l’ordine delle carte è 2-3-4-5-6-7-8-9-10-J-Q-K-A. Al contrario, il poker italiano è solidamente ancorato all’ordine gerarchico dei quattro semi presenti: a parità di punteggio prevale quello più alto in gerarchia. Nella specialità italiana, inoltre, vige l’ordine: 7-8-9-10-J-Q-K-A.

Altro tema cruciale: diversamente da quanto avviene nel poker tradizionale, in cui non è possibile scoprire o intuire le carte degli altri partecipanti, nel Texas Hold’em, grazie al board e alle carte scoperte, i giocatori possono provare a indovinare che tipo di mano abbiano a disposizione i propri avversari.

Alla luce di questa sostanziale differenza, nelle due formule di gioco il ricorso al bluff ha un valore diverso. Nel poker all’italiana, ad esempio, a causa delle carte coperte e delle puntate con rilanci illimitati i giocatori evitano di costruire una strategia di simulazione: non avrebbe senso, perché non è possibile ipotizzare le carte in mano all’avversario. Quello texano, invece, è il poker del bluff per eccellenza, quello in cui anche il linguaggio non verbale ha il suo peso: i gamer possono giocare di strategia proprio grazie alla presenza delle carte scoperte, che consentono di avanzare ipotesi sulla mano degli altri partecipanti e in virtù di questo bluffare sulle proprie carte.

Nella galassia del poker alla texana c’è anche l’Omaha poker: si tratta fondamentalmente di una variante del Texas Hold’em. Diffusasi intorno agli anni ’70 a Detroit e conosciuta anche come “two by three”, questa versione è tra le più gettonate tra i giocatori di lungo corso. La finalità del gioco è realizzare la mano migliore integrando le 5 community card con le quattro hole card: per comporre il punto ciascun gamer dovrà usarne due, sfruttando di fatto solo tre carte comuni.

Iconico, adrenalinico e avvincente sul fronte probabilistico: il poker è uno dei giochi più apprezzati non solo Oltreoceano, ma anche in Italia. Qui a contendersi il podio sono varianti come il Draw 5 cards –  il poker all’italiana – il Texas Hold’em e la sua variante, l’Omaha. Tra tavolo da gioco fisico e piattaforme digitali, nel Bel Paese il poker è oramai popolare come i giochi di carte della tradizione.