Secondo l’indagine condotta da HYPE gli utenti vorrebbero che le banche digitali e tradizionali siano più attente al sociale e alla sostenibilità.

Banche digitali

Banche digitali e istituti tradizionali giocano ormai la stessa partita e godono dello stesso grado di fiducia nella percezione degli utenti. Un nuovo concetto di banca più empatica, sostenibile ed esclusiva si fa largo tra gli intervistati che chiedono maggior attenzione alle cause ambientali e sociali, e vogliono una nuova offerta che vada oltre i tradizionali servizi bancari includendo anche esperienze uniche e agevolazioni per l’acquisto di beni e servizi.

Queste le principali evidenze emerse dall’indagine HYPE, la neobank operante in Italia, volta a indagare il loro rapporto con le diverse tipologie di banche e il grado di soddisfazione.

Dall’analisi delle risposte del campione (oltre 1.500 rispondenti) emerge il peso crescente delle banche digitali: i clienti le descrivono come punti di riferimento per la gestione del denaro, utili a semplificare la vita e come strumenti “complementari” alle banche tradizionali, con servizi che vanno a completarsi a vicenda per la soddisfazione dei bisogni in ambito finanziario.

A conferma di ciò, alla domanda “Quanto sei d’accordo con l’affermazione ‹ripongo più fiducia nei servizi bancari tradizionali rispetto a quelli puramente digitali›?” solo il 15% del campione si dice molto (2%) o abbastanza d’accordo (12,8%), il 46,7% invece afferma di essere in disaccordo, e il 38% è indifferente.

Dall’indagine emerge anche una nuova via da seguire per le banche. Gli utenti danno ormai per assodata l’offerta tradizionale di servizi bancari e chiedono nuovi servizi che vadano oltre. A svettare c’è un 17,4% che vorrebbe il cashback immediato sugli acquisti in negozio e, al secondo posto, è richiesta con oltre il 14% delle preferenze la possibilità di avere servizi non bancari dedicati ed esclusivi, come per esempio sconti riservati per l’acquisto di beni o esperienze lifestyle, ma anche l’accesso privilegiato a determinati servizi o eventi. Rilevante anche la richiesta di servizi di Buy Now Pay Later con il 12,4% e la possibilità di fare trading online (8,9%).

Cresce anche l’interesse degli utenti nelle tematiche di educazione finanziaria, considerata ormai parte fondamentale dell’esperienza d’uso. Alla domanda “nella gestione del tuo denaro, da 0 a 10, quanto ti senti preparato su questi temi”, la risposta del campione è positiva: più del 62% dei rispondenti si dà un voto più che sufficiente. Il 60% però afferma che vorrebbe saperne di più. Sul totale dei rispondenti oltre il 60% vorrebbe approfondire tematiche legate al risparmio, il 18% alle criptovalute, il 21% a mutui e prestiti.

Il ruolo centrale del digitale nel processo di alfabetizzazione finanziaria è testimoniato dal fatto che oltre la metà del campione, per fare le proprie scelte finanziarie, reperisce le informazioni in rete o sui social media.

Il 67% degli utenti ritiene che le banche, digitali e non, debbano avere uno sguardo rivolto verso il mondo e adoperarsi per avere un impatto positivo su tematiche di stampo sociale. In un periodo di grandi difficoltà come quello che stiamo attraversando, tra inflazione e bollette energetiche fuori controllo, quasi un cliente su quattro gradirebbe che la banca si spendesse per dare supporto alle imprese di piccole e medie dimensioni. Da non dimenticare, infine, un’altra grande battaglia destinata a segnare il nostro tempo: il 21,4% ritiene che il proprio istituto dovrebbe contribuire alla riduzione del proprio impatto ambientale.

Entrambi i modelli, banche digitali e tradizionali, passano il test di gradimento degli utenti: il rapporto con entrambe le tipologie è definito dagli intervistati soddisfacente o molto soddisfacente nel 71% dei casi per gli istituti tradizionali, ma nettamente più alto per le neobank con il 94%.

Se da un lato si conferma la tendenza alla multi-bancarizzazione (il 67,8% del campione ha un conto anche presso una banca tradizionale, era il 77% nel 2021), dall’altro perde rilevanza il ruolo della filiale bancaria: il 40% dei rispondenti multibancarizzati non è mai stato lì nell’ultimo anno e il 27,8% lo ha fatto massimo due volte. Le visite sono relative a prodotti di credito (mutui, prestiti personali) per il 44%, prodotti di risparmio per il 34%, informazioni su investimenti per il 23% e apertura di un nuovo conto per il 22%.

Tra le ragioni che hanno spinto gli utenti ad aprire un conto presso banche digitali, il 54% indica una più semplice fruizione dei servizi, il 24,8% la convenienza economica, il 21,9% la comodità di non andare in filiale, il 21,9% invece perché ha la convinzione che una banca di nuova generazione saprà seguire meglio l’evoluzione dei suoi bisogni nel tempo.

L’autorevolezza delle neobank è anche testimoniata dalla percezione che gli utenti dichiarano di avere: il 45% definisce la propria neobank “un assistente personale che semplifica la vita”, un utente su quattro la considera poi una porta di accesso a servizi digitali innovativi, anche non bancari.

In generale, la capacità di catalizzare clienti è facilitata dalla possibilità di aprire un conto corrente direttamente da smartphone, caratteristica ritenuta influente dall’82% delle persone interpellate; vengono poi fidelizzati attraverso un’offerta completa: oltre il 92% dei clienti che giudica l’evoluzione e lo standard dei servizi all’altezza delle loro aspettative.

Tra i servizi più apprezzati e richiesti anche la possibilità di visualizzare tutti i conti correnti da un unico punto di accesso: ben il 42,6% dei rispondenti, infatti, ha giudicato questa funzionalità abbastanza o molto determinante. A maggior ragione, perché il 55,9% di chi ha un secondo conto in una banca tradizionale non dispone di un servizio di aggregazione di tutti i conti correnti attivi.