In merito all’AI Act, presentiamo la dichiarazione di Andrea De Micheli, Presidente di Web3 Alliance, il primo consorzio italiano che riunisce i player del web 3.0

Oggi abbiamo raggiunto un traguardo importante. L’approvazione dell’AI Act rappresenta, infatti, una conquista in tema di regolamentazione e un nuovo punto di partenza per il mercato dell’Intelligenza Artificiale. Con questo provvedimento l’Unione Europea, per prima, ha dimostrato il suo impegno a tutelare non solo i cittadini ma anche le piccole realtà imprenditoriali.

In questo campo cruciale per il nostro futuro i più importanti interlocutori istituzionali, Stati Uniti e Cina, hanno sostenuto attivamente, con obiettivi differenti, la ricerca applicata e lo sviluppo di intelligenze artificiali proprietarie. Con AI Act, all’Unione Europea va sicuramente riconosciuto il merito di avere definito per tempo le regole del gioco. Manca però una visione comune dei Membri volta allo sviluppo di una piattaforma europea di Intelligenza Artificiale, così come già accaduto con successo in passato a partire dalla creazione del World Wide Web fino ad arrivare al primato assoluto nell’aviazione civile con il progetto Airbus, senza considerare i traguardi raggiunti con il più grande acceleratore di particelle del Cern o i maggiori supercomputer oggi disponibili. Questi esempi sono la prova che l’Europa può oggi come in passato ancora scrivere pagine importanti di un futuro che deve appartenerle.

La sua pervasività si sta rivelando come l’agente di una nuova rivoluzione etica, culturale e industriale che modificherà profondamente la nostra società. E’ importante quindi che le istituzioni riconoscano gli effetti che questo fenomeno porterà in futuro, creando e applicando norme in grado di governarlo ma allo stesso tempo incentivarne gli sviluppi e le applicazioni. Web3 Alliance è favorevole a questa legislazione (AI Act) perché permetterà la crescita sana e trasparente del mercato e la costruzione di un tessuto industriale competitivo e virtuoso; al contempo promuove la necessità di una politica comune di investimento sulla ricerca e sullo sviluppo di soluzioni, competenze e conoscenze volte a rendere indipendente il Mercato Europeo“.