
Il mondo del lavoro è in continua evoluzione: elementi come le tecnologie digitali, l’automazione e l’Intelligenza Artificiale stanno trasformando in modo significativo le professioni e le competenze richieste dalle aziende. In questo scenario, è cruciale investire nella formazione continua, sia per chi lavora sia per chi gestisce un’impresa.
A tale scopo, si stanno diffondendo due strategie specifiche pensate per affrontare la trasformazione digitale: il reskilling e l’upskilling, ossia la riqualificazione e l’aggiornamento delle competenze.
Cosa sono reskilling e upskilling
Per familiarizzare con questi due termini, bisogna partire dalla loro definizione:
- Upskilling: consiste nell’ acquisizione di nuove competenze per svolgere meglio il proprio ruolo attuale.
- Esempio: un impiegato amministrativo che impara a usare strumenti digitali avanzati per ottimizzare i report.
- Reskilling: si riferisce invece a un cambiamento di percorso, che prevede la formazione volta a svolgere un nuovo lavoro o passare a un altro settore.
- Esempio: un operatore di magazzino che diventa tecnico IT grazie a un percorso mirato di riqualificazione.
Entrambe le strade rappresentano strumenti essenziali per l’evoluzione del lavoro, poiché aiutano le persone a crescere professionalmente e le aziende a restare al passo con i tempi.
Perché è importante aggiornare le competenze
Secondo LinkedIn Learning, l’89% dei responsabili HR afferma che la formazione delle persone è una priorità strategica. Inoltre, il World Economic Forum stima che entro il 2030 oltre 1 miliardo di posti di lavoro subiranno una trasformazione tale da richiedere competenze nuove o aggiornate. Anche in Italia, molte aziende stanno già investendo nella formazione interna per non rischiare di restare indietro.
Offrire percorsi formativi non solo migliora la preparazione tecnica delle persone, ma aumenta anche il coinvolgimento e la motivazione. Una persona che vede possibilità di crescita nel proprio lavoro sarà più propensa a restare in azienda e a contribuire in modo attivo.
Upskilling e reskilling: i benefici per lavoratori e imprese
Puntare su upskilling e reskilling comporta dei vantaggi concreti:
- adattabilità: le aziende diventano più flessibili e capaci di affrontare i cambiamenti;
- efficienza dei costi: è più conveniente formare un dipendente che assumere e integrare una nuova risorsa;
- motivazione e coinvolgimento: offrire percorsi di crescita rafforza il senso di appartenenza;
- innovazione interna: persone aggiornate portano nuove idee, nuovi approcci, nuove soluzioni.
Da dove partire: 5 step per le aziende
Ecco alcuni passaggi utili per impostare un buon piano di formazione, anche all’interno di una piccola impresa:
- analizzare le competenze esistenti: capire dove sono i gap attuali e quali competenze serviranno per il futuro;
- costruire percorsi su misura: creare piani di crescita coerenti con le esigenze aziendali e individuali;
- sfruttare le tecnologie: e-learning, microlearning e piattaforme digitali rendono la formazione più accessibile;
- valorizzare la condivisione: promuovere attività di tutoraggio e peer learning per apprendere anche dall’esperienza diretta tra colleghi;
- misurare l’impatto: valutare con KPI chiari i risultati ottenuti in termini di performance, engagement e produttività.
Un approccio integrato che combina persone, tecnologia e sostenibilità
Chi ha già intrapreso questa strada dimostra che non si tratta solo di aggiornare le proprie competenze, ma di costruire una cultura d’impresa più evoluta. Sempre più organizzazioni stanno sperimentando modelli che integrano digitalizzazione, formazione e benessere lavorativo, con risultati concreti su produttività, engagement e sostenibilità.
La sinergia tra tecnologia e persone può diventare il motore di una trasformazione aziendale solida, inclusiva e orientata al futuro.