Il primo comandamento: abbandonare gli schemi

Happy Company

Ormai è chiaro, più un’azienda è attenta al benessere e alla felicità dei propri collaboratori, più questi daranno il massimo sul posto di lavoro (o a casa, visto che molte aziende operano tuttora in smart working). Se, infatti, il management è realmente attento ai bisogni del personale, questo cercherà in tutti i modo di lavorare al meglio delle proprie possibilità e capacità, per ricambiare l’attenzione dei vertici nei suoi confronti. Ma come fare per trasformare la propria azienda in una Happy Company? Lo spiega bene Andrea Virgilio, Chief Happiness Officer di Heply, software agency formata da giovani professionisti del mondo digital – tutti under 35 – “che ogni giorno si allenano alla felicità”. L’azienda è composta da sviluppatori, designer e analisti, i cosiddetti “happy coders”, professionisti che ogni giorno si allenano alla felicità. Obiettivo di Virgilio è infatti quello di ridisegnare l’approccio al mondo del lavoro facendo leva sulla cultura della positività.

Ecco quindi, qui di seguito, i dieci consigli di Andrea Virgilio per trasformare la propria realtà in un’azienda veramente felice (e con dei collaboratori felici):

  1. Rendi la tua azienda un luogo “libero” dagli schemi: libertà di comunicazione, di movimento all’interno dell’ufficio, di pensiero. Come? Consentendo ai dipendenti di scegliere liberamente la propria postazione di lavoro, di gestire autonomamente le proprie pause, di ascoltare musica nel corso del lavoro e di scambiare battute fra di loro nel corso della giornata.
  2. Preoccupati di instaurare un rapporto di fiducia con le persone con cui lavori e non sentirai il bisogno di controllarli. Ad esempio, ritagliati dei momenti per parlare a quattrocchi con ogni collaboratore, chiedigli come si trova, cosa vorrebbe migliorare dell’ambiente lavorativo e quali sono i punti critici. Questo aiuta a migliorare il clima di comunicazione e a far capire al lavoratore che la sua opinione conta realmente.
  3. Non chiamarli mai “dipendenti”, poniti in maniera autorevole ma non superiore. Fate tutti parte della stessa squadra, e il loro lavoro e prezioso tanto quanto il tuo.
  4. Non condannare l’errore, ma sfruttalo per trarne insegnamento. Tutti possono sbagliare, e tutti – anche le figure più esperte a capo delle aziende – hanno commesso degli errori almeno una volta nella propria vita. Perché allora mettere i lavoratori al patibolo? Meglio analizzare insieme perché si è sbagliato di modo da far sì che non capiti più la prossima volta.
  5. Inserisci dei momenti di svago e gioco per stemperare la tensione quotidiana. La gamification, ad esempio, è ultimamente sempre più apprezzata nelle aziende, e non solo questa permette di accendere una sana competizione, ma consente anche di vincere premi e soprattutto di vedere riconosciuto il proprio talento e le proprie competenze. Un’altra idea potrebbe essere quella di adibire una piccola stanza a sala relax, magari con biliardino e qualche divanetto.
  6. Investi nelle tue risorse tramite percorsi di crescita e formazione. Almeno ogni trimestre, organizza corsi di formazione interna o esterna, per aiutare i tuoi collaboratori a migliorare le proprie conoscenze.
  7. Celebra sempre i piccoli e grandi traguardi senza dare per scontato l’impegno tuo e altrui. Non c’è niente di meglio di valorizzare sempre, e quotidianamente, i successi dei propri collaboratori, anche se si tratta di piccole cose. Loro apprezzeranno molto, e vorranno dare ancora di più di quello che già offrono quotidianamente.
  8. Coltiva la felicità con costanza e nel lungo termine senza pretendere risultati immediati; ci vuole sempre un po’ di tempo per adattarsi al cambiamento, sperimenterai i vantaggi nel corso dei mesi.
  9. Promuovi delle iniziative per stimolare la creatività e la coesione del gruppo, ad esempio dando luogo a sfide offline o virtuali, organizzando delle ore di formazione in cui i collaboratori vestano i panni del “docente” a turno e proponendo degli incontri extra-lavorativi in un ambiente diverso dall’ufficio.
  10. Infine, ricorda che una Happy Company non è un luogo dove tutti sono sempre felici ma dove il metodo di allenamento alla felicità fa la differenza.

A cura di Andrea Virgilio, CEO di Heply e uno dei primi Chief Happiness Officer d’Italia, i cosiddetti “manager della felicità”.