Marco Merlo Campioni di save NRG illustra il funzionamento del processo di cogenerazione. Aumentando l’efficienza energetica riduce sensibilmente le emissioni di CO2. Ma per implementare tale processo serve il giusto profilo energetico.

cogenerazione

La cogenerazione, (o CHP – Combined Heat and Power), è una soluzione tecnologica, per l’efficientamento energetico, che prevede la produzione combinata di energia elettrica (e/o meccanica) e termica a partire da un’unica fonte di energia primaria. L’energia prodotta può essere riutilizzata per supportare le richieste energetiche degli impianti industriali e civili generando un risparmio economico e ambientale considerevole.

La cogenerazione, essendo un sistema di conversione dell’energia che azzera le perdite di distribuzione, permette di aumentare l’efficienza energetica dei processi produttivi industriali. Lo fa sfruttando il calore dissipato da un impianto di produzione di energia elettrica che può essere alimentato da biogas, biometano, idrogeno o gas naturale. Il calore prodotto viene recuperato e utilizzato per soddisfare la domanda interna oppure può essere ceduto alla rete di distribuzione. A livello normativo, la prima direttiva che ha promosso l’uso e lo sviluppo di questa tecnologia è stata la direttiva n°2004/8/CE definendo la cogenerazione ad alto rendimento (CAR) e il concetto di calore utile. È stata, poi, abrogata dalla normativa n°2012/27/UE sull’efficienza energetica che ha lasciato invariati i principi stabiliti dalla precedente. Tali principi, inerenti la CAR e la quantificazione dell’energia elettrica cogenerativa, sono stati recepiti con il decreto ministeriale del 04/08/2011, promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico e da quello dell’Ambiente.

Industrie, enti pubblici, ospedali e strutture sportive e ricettive con un elevato fabbisogno di elettricità e/o calore possono installare un impianto di cogenerazione traendo numerosi benefici in termini di impatto economico e ambientale. Infatti, rispetto ai soliti approvvigionamenti, la cogenerazione richiede tra il 10 e il 30% in meno, in termini di fabbisogno di materia prima e costi, per produrre energia termica ed elettrica garantendo un risparmio anche fino al 30% sul costo dell’energia, oltre a ridurre sensibilmente le emissioni di CO2.

Bisogna però sottolineare che la realizzazione di un impianto di cogenerazione rappresenta un progetto complesso, la cui convenienza economica è fortemente dipendente dal profilo energetico dell’utenza finale: i candidati privilegiati per la cogenerazione sono quelli caratterizzati da una domanda costante nel tempo di energia termica e di energia primaria. Per loro, il ritorno dell’investimento si attesta tra i 3-5 anni con livelli di efficienza che raggiungono anche l’80%.

Le industrie che scelgono di integrare un sistema per la cogenerazione riescono a rendersi “indipendenti” dall’alimentazione energetica delle reti di trasmissione nazionali riuscendo a soddisfare, autonomamente, il fabbisogno energetico interno. In questo modo si possono evitare anche i disagi legati alla fluttuazione dell’alimentazione energetica, oltre a poter cedere l’eventuale produzione in eccesso alla rete elettrica, monetizzando il surplus.

Considerate le elevate performance del sistema, secondo il report dell’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, la cogenerazione si è confermata, anche nell’anno 2021, come la soluzione tecnologica preferita dalle industrie che vogliono investire nell’efficienza energetica.

Secondo i dati annuali pubblicati dal Ministero dello Sviluppo Economico, in Italia si contano 1.865 impianti classificabili come CAR che, in totale, valgono circa 13,4 GW, per una produzione di energia elettrica pari a 57,7 TWh. Il gas naturale è la principale fonte di alimentazione di energia primaria coprendo circa l’82% dei consumi, seguito dal 13% di gas di cokeria e raffineria e dal 3% di rifiuti. Molte di queste installazioni sono della tipologia a combustione interna, con una taglia media di 1 MW. La Cogenerazione ad Alto Rendimento da fonti rinnovabili si attesta invece sotto all’1%, una percentuale ancora modesta ma che si spera possa avere un incremento soprattutto per l’utilizzo di biomassa da scarti boschivi o scarti di lavorazione del legno.

Le aziende che decidono di installare questi impianti di cogenerazione possono beneficiare di alcuni incentivi statali: il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) riconosce, agli impianti di Cogenerazione ad Alto Rendimento energetico, i Certificati Bianchi. Questi ultimi, detti anche Titoli di Efficienza Energetica (TEE), sono titoli negoziabili che attestano il conseguimento di un risparmio energetico ottenuto mediante un intervento di efficientamento energetico.

Negli ultimi anni, questo meccanismo ha permesso di raggiungere risultati importanti in termini di risparmio energetico con 27 milioni di Tep risparmiate e oltre 51 milioni di Certificati Bianchi prodotti. Lo scambio dei TEE tra soggetti obbligati e soggetti volontari viene gestito dal GME (Gestore dei Mercati Energetici) attraverso specifiche sessioni di vendita. Nel primo semestre del 2019 nell’ambito delle CAR i Certificati Bianchi (o TEE) rilasciati sono stati 634.861, un ritorno ad avere fiducia in questo processo che viene fatto in nome di una sfida che non può più essere rimandata: quella della sostenibilità.

di Marco Merlo Campioni, CEO di save NRG