La seconda edizione del Barometro della privacy spiega in che modo il metodo utilizzato per la raccolta del consenso influenza la decisione dell’utente di concederlo

GDPR: meccanismi di opt-in a confronto

Dopo aver lanciato, 6 mesi fa, il primo Barometro del consenso online (BCO), Commanders Act presenta la seconda edizione del Barometro della privacy, che misura i risultati dei diversi meccanismi opt-in utilizzati per conformarsi al GDPR.

9 milioni di visitatori nell’arco di 14 giorni su 24 siti

L’indagine ha preso in esame un periodo di 14 giorni (dal 24 aprile al 7 maggio 2019) e si è basata sul traffico di 24 siti web che utilizzano la Consent Management Platform (CMP) di Commanders Act. Questo barometro si basa sull’analisi del comportamento di 9 milioni di visitatori. Un campione reso ancora più rappresentativo dal fatto che i siti web esaminati coprono una vasta gamma di settori: finanza, media, manufacturing, retail, viaggi ed energia.

“Un anno dopo la sua entrata in vigore, il GDPR rimane un tema che spaventa ancora molto le aziende ma, contrariamente a quanto si possa pensare, gli utenti comprendono le problematiche e la raccolta del consenso esplicito è in continuo aumento. Questo dimostra che se lo scopo della raccolta dei dati viene spiegato in modo chiaro gli utenti internet sono meno riluttanti a concedere il consenso. È proprio per aiutare i nostri clienti che li supportiamo nella creazione di un privacy center chiaro e rassicurante”, dichiara Michael Froment, CEO di Commanders Act.

Il comportamento dell’utente

Se, in generale, i tassi di opt-in sono più o meno gli stessi è stato invece rilevato un aumento per quel che riguarda l’utilizzo del metodo super-soft (87% vs 78% nel 1° barometro) che sembra essere il risultato del miglioramento nella progettazione dei banner e dell’aumento del tasso di opt-in per il consenso esplicito (37% vs 22% nel 1° barometro)

Tuttavia, è stato rilevato un modo diverso di interagire con le impostazioni sulla privacy da parte degli utenti: il tasso di switch-off è aumentato (20-60% vs. 20-32% nel primo barometro), e questo vuol dire che gli utenti che aprono le impostazioni sulla privacy hanno deciso di disabilitare i cookie per tutte le categorie.

L’utente legge il messaggio di richiesta del consenso in media 2,2 volte (contro 1,8 volte rilevate nel primo barometro) prima di prendere una decisione. Questo comportamento dimostra che gli utenti accettano banner, pop-in e cookie, ma anche che prestano sempre più attenzione alla navigazione e al consenso.

L’approccio delle aziende

Anche se ogni settore mantiene le proprie modalità di raccolta dei consensi, si è verificato un cambiamento nell’approccio delle aziende. Sono in leggero aumento il numero di siti che utilizza un messaggio di raccolta consensi (90% contro l’88%), e che quindi dimostra una maggiore consapevolezza dell’importanza di questi messaggi, in quanto le modifiche apportate ai messaggi di consenso hanno portato ad un miglioramento di oltre il 35% sul tasso di opt-in.

Le aziende hanno modificato i loro metodi di raccolta: più siti con il consenso opt-in super soft e più siti con opt-in rigorosi con pop-in di blocco, questi due metodi sono quelli che ottengono i migliori risultati opt-in.

L’aumento del consenso esplicito con pop-in ha raggiunto un tasso di opt-in del 79%. E se è probabile che ci siano abbastanza utenti che non riescono a visualizzare il sito, va notato che il tasso di clic sui link di questo pop-in è abbastanza alto (1,61% contro meno dello 0,2% per tutti gli altri tipi di banner) e che il tasso di switch-off non è superiore.

Come accennato durante la prima edizione del barometro, l’evoluzione della normativa, i comportamenti degli utenti di Internet e soprattutto la maturità dei team digitali dovrebbero indurre le aziende a cambiare le loro scelte e la loro strategia. I dati di questo barometro mostrano l’evoluzione del comportamento delle aziende e degli utenti di Internet nei confronti del consenso. Il consenso diventa un atto volontario e informato, in conformità con il GDPR e al tempo stesso un’opportunità di comunicazione per i brand.