Servono investimenti in piattaforme enterprise social e cyber security

Open Innovation: l’evoluzione del Wealth Management

Marco Romagnoli, Head of Direct Sales Product di Fujitsu Italia, ha partecipato ieri al convegno Digital transformation e smart working della PA, illustrando nel suo intervento la visione della società rispetto ai temi dell’innovazione nell’ambiente di lavoro e di come la tecnologia possa supportare anche nel settore della PA la trasformazione digitale.

In particolare, Romagnoli ha presentato i risultati di un recente studio commissionato da Fujitsu alla società di ricerche PAC (CXP Group) che, analizzando un campione significativo di responsabili decisionali di alto livello sia del settore pubblico sia privato in Europa, Oceania e Nord America, ha consegnato un quadro significativo di come la PA si stia adoperando per adottare una serie di iniziative in grado di affrontare le esigenze di innovazione non solo attuali ma, soprattutto, future – ed in particolare fino al 2025.

Entro il 2025, i millennial rappresenteranno oltre il 50% della forza lavoro in tutti i settori. Ciò comporta, per tutti i settori, compresa la Pubblica Amministrazione, l’implementazione di nuovi processi, politiche e investimenti tecnologici che possano garantire modelli più flessibili e maggiore apertura alla collaborazione.

Dall’indagine condotta a livello globale emerge che il settore della PA è quello che maggiormente (53%) si sta adoperando per creare un workplace il più simile possibile a una “esperienza consumer” e che sta pianificando investimenti a breve termine nelle piattaforme enterprise social (68%) per migliorare la collaborazione interna.

Le agenzie del settore pubblico sono quelle che dovranno sostenere un incremento della forza lavoro cross-generazionale più significativo rispetto ad altri; per questo, il 38% del campione sta pensando di attuare cambiamenti per favorire la condivisione della conoscenza tra le generazioni. Una sfida importante se si pensa che solo l’11% degli intervistati può vantare strutture e processi veramente efficaci per tale scopo.

Il tema della sicurezza informatica è tra i più sentiti dal settore pubblico, tanto da essere al centro della revisione di molte strategie attuali: le sfide principali riguardano la gestione degli accessi da remoto (93%) e delle identità (92%). In questi progetti, secondo l’indagine, le PA stanno cercando il supporto di competenze esterne (87%) per avere la garanzia di un apporto valido e al tempo stesso non intrusivo.

Lo studio restituisce un quadro del settore della PA non molto dissimile da altri. La spinta del digitale deve essere sostenuta per attivare un processo di innovazione e attirare nuove competenze per supportare nuovi modi di lavorare. Ma a fronte di esigenze importanti, quali ad esempio quelli di cybersecurity, i processi e le tecnologie attuali sembrano rallentare la produttività. Secondo lo studio, infatti, addirittura l’85% del campione pensa che l’interoperabilità non sia possibile per colpa della tecnologia obsoleta in uso e più della metà (il 52%) che la produttività sia frenata anche per colpa di un approccio alla sicurezza informatica non adeguato.