Lookup, startup a vocazione sociale, attraverso un’app di social gaming, incentiva gli utenti che non sprecano il proprio tempo online, con punti convertibili in premi e buoni sconto, promozioni ed esperienze varie da vivere nella realtà che ci circonda. Qualche numero? 8 persone su 10 hanno beneficiato del tempo ritrovato per partecipare ad eventi fisici, coltivare i propri hobby o fare attività fisica e riduzione del 97% delle emissioni di CO2 degli smartphone generate dal loro utilizzo.
Insieme, ma assenti
Chi non ha mai osservato una coppia di fidanzati o un gruppo di amici seduti allo stesso tavolo o sul tram, ognuno con lo sguardo fisso sul proprio smartphone? Ormai è pratica comune guardare gli ultimi post pubblicati su Facebook o Instagram, o rispondere alle chat di Whatsapp o controllare la mail ignorando gli interlocutori presenti. Questa attitudine, ormai divenuta abituale, si chiama phubbing, ed unisce le parole phone e snubbing e descrive quando viene preferito l’uso dello smartphone all’interazione sociale.
Secondo uno studio di WhistleOut, le persone trascorrono in media circa 9 anni di fronte allo schermo del proprio cellulare, sollecitati dall’arrivo di una notifica o dal timore che sfugga qualcosa di importante. Nello specifico, dall’indagine emerge che si perdono poco più di 76.500 ore della propria vita fissando lo schermo dello smartphone, circa 8,74 anni. Ed in questo modo si perdono degli istanti preziosi da vivere offline ma anche concentrazione e produttività nel lavoro e nello studio ed anche sicurezza sulle strade se si guida guardando lo schermo del telefono.
Perchè quindi non incentivare chi riesce a disconnettersi?
Nasce così l’intuizione di Luca Panseri, Lookup, (alza lo sguardo in inglese) la startup a vocazione sociale che ha realizzato l’omonima app di social gaming che, per il tempo passato con il suo timer attivo, si auto-vincola lo smartphone a non uscire dalla schermata della app per accumulare dei punti, convertibili in premi e buoni sconto, promozioni ed esperienze varie da vivere nel mondo fisico, offline.
Lookup contrasta il burnout digitale, incentiva l’utilizzo consapevole della tecnologia e salvaguarda le interazioni sociali ed il benessere psicofisico
Un’esperienza di vita
L’idea di realizzare uno strumento per rendere le persone più consapevoli dell’utilizzo e del tempo trascorso online, nasce nel 2019 da un’esperienza personale del fondatore di Lookup, Luca Panseri.
“Ho vissuto in prima persona un burnout digitale, uno stato di esaurimento mentale, emotivo e fisico scaturito dall’iperconnessione e dall’uso prolungato dei dispositivi digitali. E’ stata un’esperienza spiacevole e negativa che mi ha portato sempre di più ad assottigliare i confini tra vita privata e vita lavorativa e a non vivermi appieno le mie relazioni sociali nella vita reale. Dopo due mesi di “disconnessione” dal mondo digitale sono riuscito a riappropriarmi dei momenti autentici e delle esperienze da vivere nel mondo offline puntando principalmente al mio benessere psicofisico. Da qui – prosegue – l’idea di voler aiutare le persone ad un utilizzo consapevole della tecnologia”.
E così scaturisce la scintilla: creare un gioco, un’app su smartphone che unisce due mondi, disconnessione consapevole e gamification e proporre alternative all’utilizzo passivo dello smartphone, creando partecipazione attiva tra le persone nel mondo reale.
Premiati i break online
Nel 2021 nasce da questa esperienza Lookup, che ogni 20, 40, 60 minuti di break online, attribuisce dei punti (palloncini) convertibili in premi e buoni sconto, promozioni, prodotti, donazioni, ed esperienze varie da vivere nel mondo fisico, offline. Un esempio? Un libro cartaceo da leggere al mare o in montagna, un ingresso al cinema o al museo con la propria famiglia, o una sessione gratuita in palestra per migliorare la salute fisica e mentale o una donazione ad un ente no profit. Gli incentivi sono scelti in base alla sostenibilità ambientale ed al benessere psicofisico.
I numeri dell’app che promuove l’equilibrio digitale
Con oltre 5mila utenti attivi grazie al passaparola, 22,38 anni di tempo di qualità offline regalato agli utenti e quasi oltre 196mila ore di sguardo alzato dallo schermo. Lookup ha all’attivo circa 100 partnership con aziende e propone ad oggi più di 500 premi.
Il team è formato da 4 soci in modalità ibrida, tutti con esperienze imprenditoriali di successo alle spalle e soprattutto tutti papà, con la consapevolezza quindi di creare qualcosa che porti beneficio alle nuove generazioni.
Tra i partner Red Bull, Atalanta, Despe, Pasticceria Filippi (con challenge in corso i questo momento) e le new entry AMREF e AIRC.
Qualche altro numero? 8 persone su 10 hanno beneficiato del tempo ritrovato per partecipare ad eventi fisici, coltivare i propri hobby o fare attività fisica. 9 ore a settimana è il tempo medio per utente trascorso con l’app attiva, che si traduce in tempo di qualità ed 8 utenti su 10 hanno utilizzato almeno una volta LOOKUP durante la guida.
Lookup promuove la sostenibilità digitale
Come? Riduce del 97% delle emissioni di CO2 degli smartphone generate dal loro utilizzo, passando dai 663g di CO2 giornalieri a 11 g. Inoltre raddoppia la durata della batteria del proprio smartphone, con un conseguente risparmio elettrico per le ricariche.
Lookup 2.0 punta a contrastare il phubbing genitoriale
La startup ha appena lanciato una nuova versione dell’app con migliori funzionalità che consentiranno di promuovere la disconnessione collettiva di più utenti e avere un target ancora più specifico da raggiungere: i genitori di pre-adolescenti per contrastare il phubbing genitoriale. Come? Attraverso la creazione di gruppi, divisi in categorie sociali, come famiglia, amici, sport e lavoro, che permette agli utenti di giocare ed accumulare punti insieme. Questo permetterà di mettersi in gioco tutti insieme, collaborando per completare obiettivi, ma soprattutto un argomento per iniziare a parlare in casa di benessere digitale senza frizioni o divieti, facendolo diventare un gioco e non una costrizione.
“L’uso eccessivo della tecnologia può essere un ostacolo – afferma Luca Panseri – Guardarsi negli occhi mentre si conversa con un’altra persona. Lavorare o studiare senza distrazioni. Condividere momenti preziosi o giocare con i propri figli non ha prezzo. Dobbiamo riappropriarci del nostro tempo e tornare a vivere la realtà che ci circonda ed al contempo insegnare ai nostri figli un uso consapevole dei dispositivi digitali dando noi per primi l’esempio. Il phubbing genitoriale ha naturalmente un impatto negativo anche sui nostri figli, veicolando un messaggio molto chiaro: guardare lo smartphone è più importante dei propri figli.”
Round di investimento ed espansione nel mercato USA: gli obiettivi di Lookup
La startup a vocazione sociale si appresta a completare nei prossimi mesi un round di investimento finalizzato a velocizzare i processi di crescita nel farsi conoscere ad una community di genitori (in primis), aumentare i componenti del team e farsi riconoscere come il punto di riferimento nel benessere digitale alle aziende e brand che vogliono diventare parte di una soluzione e non alimentare un problema sempre più pericoloso. Tra gli obiettivi futuri da raggiungere vi è consolidare la propria presenza nel mercato italiano e, nel medio periodo, l’internazionalizzazione e l’espansione nel mercato USA. “Il nostro traguardo dopo aver ottenuto un cambio di rotta nella disintossicazione consapevole da smartphone in Italia per riappropriarci del nostro tempo e delle nostre relazioni sociali – spiega Panseri – sarà quello di promuoverlo all’estero, partendo dagli USA dove vi è un alto tasso di burnout digitale tra gli individui”.