
Nella digitalizzazione dei pagamenti, gli utenti sono fondamentali, in quanto rappresentano la principale forza trainante dell’abbandono del contante, con evidenti vantaggi in termini di sicurezza e lotta contro il crimine e l’evasione fiscale.
Secondo l’11° Rapporto sulle Tendenze dei Mezzi di Pagamento di Minsait Payments, la business unit di Minsait specializzata in sistemi di pagamento, l’Italia è il paese europeo maggiormente propenso ad abbandonare il cash: il 54,2% dei clienti bancari in Italia smetterebbe di usare il contante se potesse effettuare tutti i pagamenti con un mezzo di pagamento alternativo.
Tuttavia, molti settori non stanno rispondendo adeguatamente alla volontà di una digitalizzazione dei pagamenti. In molti ambiti della nostra economia, il contante è ancora predominante e le forme alternative di pagamento sono ancora limitate. L’Italia è infatti, insieme alla Spagna, tra i paesi con la più alta percentuale di restrizioni all’uso di metodi di pagamento alternativi al contante nei piccoli negozi, bar e ristoranti. Inoltre, ci sono anche alte percentuali di persone che hanno dovuto pagare in contanti per servizi pubblici come i trasporti (27,5%) o per transazioni con la pubblica amministrazione come tasse, multe e imposte (12,8%).
Questo quadro si contrappone alla tendenza attuale riportata nel rapporto Minsait, che mostra come in Italia la coesistenza tra i diversi mezzi di pagamento sia iniziata nel 2020. In questo contesto, le carte mantengono la loro predominanza – le carte di debito, di credito e prepagate sono ancora il mezzo di pagamento preferito dal 53% degli italiani – mentre la percentuale di popolazione che utilizza metodi di pagamento digitali alternativi continua ad aumentare, soprattutto tramite smartphone.
In quest’ottica, il rapporto Minsait mostra che il 10,1% degli italiani sceglie i “wallet” come sistema di pagamento preferito, spinto dall’aumento dell’uso degli smartphone per trasferimenti, pagamenti nei negozi fisici e acquisti online. Lo smartphone diventerà, infatti, il portafoglio, lo strumento di pagamento e il principale canale attraverso il quale verranno effettuati gli acquisti nei prossimi anni.
Così, nonostante la resistenza di alcuni settori della nostra economia, nei prossimi anni assisteremo alla digitalizzazione dei pagamenti e dunque allo sviluppo esponenziale di mezzi di pagamento alternativi come i “wallet” dei grandi operatori di telefonia, le super app asiatiche, il cosiddetto mobile-money nei paesi emergenti senza infrastrutture di pagamento, i pagamenti tramite QR, la biometria o la tecnologia RFID. Un’evoluzione naturale verso un modello ibrido e contestuale, che permetterà ai clienti di fare uso di tutte le forme di pagamento conosciute, scegliendo dispositivi e mezzi di pagamento in esperienze sia fisiche che digitali.
La digitalizzazione di questi sistemi ha anche indubbi vantaggi in termini di data intelligence, in quanto le aziende e le istituzioni avranno accesso a nuove fonti di informazione che si tradurranno in un’esperienza sempre più personalizzata a seconda dei segmenti di clientela. In effetti, non poche aziende stanno già cercando di aggiungere valore alle loro proposte attraverso gli analytics, il clustering e l’aggregazione, fornendo ai propri clienti strumenti per un processo decisionale agile e veloce basato sui dati e sulle specifiche esigenze.
Molti utenti stanno già chiedendo questi servizi. Per rispondere a questa nuova domanda di mezzi di pagamento digitali e alternativi al contante, le nostre aziende e istituzioni dovrebbero porre gli utenti al centro della loro strategia, integrando nuovi modelli digitali nella propria proposta di valore. Dal livello di impegno nella digitalizzazione dei pagamenti dipenderà la crescita e lo sviluppo complessivo di settori chiave per la nostra economia.
di Adriano Gerardelli, Responsabile Financial Services di Minsait in Italia