
L’Intelligenza Artificiale è un’ondata tecnologica di lungo periodo, destinata a perdurare, evolversi e generare valore reale e duraturo. Ne è convinta Alison Porter, Portfololio Manager di Janus Handerson che, nell’articolo che condividiamo di seguito, individua 8 motivi per cui l’AI non è la nuova bolla dotcom.
Buona lettura!
AI contro la bolla dotcom: 8 motivi per cui l’ondata dell’AI è diversa
Da quando l’intelligenza artificiale ha fatto il suo ingresso nel novembre 2022, i titoli tecnologici legati all’AI hanno sovraperformato con forza, riportando alla mente di molti investitori la corsa sfrenata dei mercati durante la bolla dotcom di fine anni ’90.
Eppure, a nostro avviso, le analogie tra le due epoche sono più superficiali che sostanziali. L’AI non rappresenta una moda o un tema settoriale passeggero, ma una nuova ondata tecnologica di lungo periodo che, per natura, profondità e basi economiche, differisce profondamente dal contesto che portò al crollo del 2000.
Una nuova ondata tecnologica
Abbiamo assistito a diverse fasi di evoluzione tecnologica: dal personal computer, a Internet, al mobile e al cloud. Ognuna di queste ondate ha ridefinito l’economia globale, costruendo le fondamenta per la successiva.
L’intelligenza artificiale rappresenta la quarta grande ondata di calcolo – un cambiamento che attraversa l’intero ecosistema tecnologico: dai semiconduttori e l’infrastruttura cloud, fino ai software, ai dispositivi e all’energia necessaria per alimentarli.
A differenza della bolla dotcom, che si è gonfiata e poi dissolta bruscamente, le grandi ondate tecnologiche si sviluppano nel tempo, generando valore reale e duraturo.
Otto motivi per cui l’Intelligenza Artificiale non è la nuova bolla dotcom
- Niente “effetto Y2K”. Nel 2000, l’urgenza del millennium bug spinse le aziende a un’accelerazione forzata degli investimenti IT, creando un picco artificiale della domanda. Oggi non esiste alcun evento simile a gonfiare in modo innaturale la spesa tecnologica.
- Governance e trasparenza. All’epoca, frodi contabili come quelle di WorldCom o Enron gonfiarono i valori di mercato e distorsero la percezione della domanda reale. Oggi, normative come il Sarbanes-Oxley Act e una maggiore trasparenza finanziaria rendono il sistema più solido e controllato.
- Finanziamenti più selettivi e solidi. La crescita dell’Intelligenza Artificiale è sostenuta da capitali privati e corporate di lungo periodo, non da IPO speculative. Società come OpenAI, Anthropic e XAI raccolgono fondi per progetti concreti, come datacenter e infrastrutture. Oggi solo il 20% delle aziende tech è in perdita, contro oltre un terzo all’epoca della bolla Internet.
- Maggiore complessità finanziaria, ma fondata su basi reali. Le partnership incrociate – come quelle tra NVIDIA, OpenAI, AMD o Oracle – possono creare circolarità nei flussi finanziari, ma si basano su cash flow reali e obiettivi industriali concreti, non su leva o debito eccessivo.
- Supply chain e domanda più equilibrate. Negli anni 2000 molte start-up raccoglievano capitale solo per acquistare hardware, generando sovrapproduzione e magazzini pieni. Oggi la capacità di calcolo è gestita dai grandi hyperscaler (Microsoft, Google, Amazon), che possono espandere o ridurre rapidamente le risorse “on demand”, evitando gli squilibri strutturali del passato.
- Geopolitica e sovranità tecnologica. Mentre la bolla Internet fu alimentata dalla globalizzazione, oggi assistiamo a una fase di deglobalizzazione e di investimenti locali strategici. L’Intelligenza Artificiale è diventata un pilastro della competitività nazionale, e molti Paesi stanno investendo per garantirsi autonomia tecnologica e dei dati.
- Contesto macroeconomico meno restrittivo. Alla fine degli anni ’90, l’inflazione crescente e l’aumento dei tassi d’interesse crearono una pressione che accelerò lo scoppio della bolla. Oggi, al contrario, il contesto macroeconomico è più bilanciato, con segnali di allentamento monetario e minori pressioni sui tassi.
- Valutazioni sostenute da utili reali. La differenza più importante riguarda le valutazioni. Nel 2000, il settore tecnologico quotava oltre il doppio rispetto al mercato, pur senza profitti. Oggi il rapporto è più contenuto (circa 1,3x) e la crescita dei titoli di Intelligenza Artificiale è sostenuta dagli utili, non solo dalle aspettative. NVIDIA, in particolare, ha trainato il mercato grazie a una forte espansione dei ricavi e dei margini, non per pura speculazione.
Un ciclo che evolverà, non una bolla destinata a scoppiare
Continuiamo a ritenere che l’intelligenza artificiale rappresenti una nuova e significativa ondata tecnologica. Questi fenomeni, di norma, impiegano diversi anni per svilupparsi pienamente e, sebbene non ci troviamo più nelle fasi iniziali di questa trasformazione, restiamo entusiasti per l’ampiezza e la varietà delle opportunità di investimento che continuano a emergere. Pur riconoscendo alcune somiglianze con l’epoca delle dotcom in termini di intensità degli investimenti e di profondi cambiamenti, riteniamo che questa ondata sarà caratterizzata da fasi di crescita e correzione più marcate, capaci di generare rendimenti potenzialmente superiori ma anche maggiore volatilità, senza tuttavia sfociare in uno scoppio paragonabile alla bolla di Internet, grazie alle sue caratteristiche distintive.
di Alison Porter, Portfolio Manager di Janus Henderson