Il 49% delle aziende intervistate in Italia, Francia, Germania e Spagna ha subito almeno un attacco informatico tra il 2020 e il 2025

Howden, broker assicurativo globale, ha pubblicato una nuova ricerca sul cyber risk, combinando analisi dettagliate del mercato assicurativo con dati reali di aziende in Italia Francia, Germania e Spagna. In un contesto di minacce informatiche sempre più complesse e costose, il report evidenzia un forte ritorno sull’investimento derivante da una gestione efficace dei rischi e da un’assicurazione contro i rischi informatici

L’analisi di Howden sottolinea l’urgenza di far crescere il mercato dei premi assicurativi informatici in un ciclo di mercato in fase di rallentamento. Negli ultimi 12 mesi le riduzioni dei tassi hanno subito un’accelerazione: i prezzi globali sono ora inferiori del 22% rispetto al picco di metà 2022 (vedere Figura 1).

Questa tendenza è stata favorita da una maggiore capacità di sottoscrizione, poiché gli assicuratori stanno investendo in una linea di business che ha dimostrato una solida redditività.

La pressione al ribasso sui premi è risultata particolarmente marcata nei mercati internazionali, dove i tassi sono diminuiti del 12% da gennaio 2024, a fronte di un calo più contenuto del 5% negli Stati Uniti.

In prospettiva, la crescita futura dipenderà dall’acquisizione di nuovi business. Secondo Howden, le esposizioni cyber dovranno aumentare del 15% all’anno nei prossimi anni per raggiungere gli obiettivi di premio. Il rapporto offre un’ampia quantità di dati reali per tracciare la strada da seguire.

Costruire la resilienza è fondamentale per questo percorso. I dati di Howden mostrano che quasi la metà delle aziende intervistate (49%) ha subito almeno un attacco informatico negli ultimi cinque anni, con un costo diretto pari a oltre 307 miliardi di euro.

Nonostante ciò, la sottoscrizione delle assicurazioni contro i rischi informatici rimane relativamente bassa in tutta Europa. Oltre il 70% delle aziende nei quattro Paesi non è assicurato, una percentuale notevolmente superiore al 61% del Regno Unito.

È positivo notare che il 31% delle aziende intervistate con un fatturato annuo superiore a 1 milione di euro intenda acquistare per la prima volta un’assicurazione contro i rischi informatici nei prossimi cinque anni. Il potenziale è ancora maggiore, data l’alta percentuale di non acquirenti indecisi, il che rappresenta un chiaro invito all’azione per il mercato: coinvolgere, informare e trasformare l’interesse in adesione.


Figura 2: Diffusione delle coperture cyber per Paese (Source: Howden analysis of a YouGov survey)

L’analisi di Howden mostra che, anche prima di considerare i risarcimenti per i sinistri, le aziende assicurate sostengono costi inferiori a seguito a un attacco informatico grazie a una governance più solida e alle migliori pratiche di gestione del rischio.

Un’azienda con un fatturato annuo di 500 milioni di euro potrebbe risparmiare 16 milioni di euro in dieci anni grazie a una polizza cyber (come mostrato nella Figura 3). Questo equivale a un ritorno sull’investimento del 19%, determinato dalla minore gravità degli attacchi, che compensa ampiamente il costo della copertura. I risarcimenti in caso di sinistro aumentano ulteriormente il rendimento.

Fig. 3: Stima dei costi informatici totali su un periodo di dieci anni per gli assicurati con polizza informatica rispetto ai non assicurati  - fatturato di 500 milioni di euro (Fonte: analisi Howden di un sondaggio YouGov)
Fig. 3: Stima dei costi informatici totali su un periodo di dieci anni per gli assicurati con polizza informatica rispetto ai non assicurati – fatturato di 500 milioni di euro (Fonte: analisi Howden di un sondaggio YouGov)

Analizzando l’impatto che l’assicurazione cyber e la gestione del rischio hanno sulla riduzione della frequenza e della gravità degli attacchi in Francia, Germania, Italia e Spagna, l’analisi di Howden evidenzia che i costi totali legati alla sicurezza informatica potrebbero diminuire del 66%, pari a una riduzione di 204 miliardi di euro nel periodo 2020-2025. La maggior parte di questa riduzione (112 miliardi di euro) è attribuibile a una minore gravità degli attacchi, mentre i restanti 92 miliardi derivano da una diminuzione della loro frequenza.