Negli ultimi anni la logistica è diventata il cuore pulsante della trasformazione digitale delle imprese italiane. Non basta più spedire: occorre tracciare, etichettare, comunicare. Non a caso, nuove normative nazionali ed europee hanno introdotto obblighi specifici su imballaggi, codici e simboli, mentre i partner commerciali richiedono standard sempre più elevati. Per le PMI, questo scenario […]

Scegliere la stampante e il modello di cartuccia e toner appropriato

Negli ultimi anni la logistica è diventata il cuore pulsante della trasformazione digitale delle imprese italiane. Non basta più spedire: occorre tracciare, etichettare, comunicare. Non a caso, nuove normative nazionali ed europee hanno introdotto obblighi specifici su imballaggi, codici e simboli, mentre i partner commerciali richiedono standard sempre più elevati.

Per le PMI, questo scenario può sembrare complesso, ma rappresenta anche un’occasione: adeguarsi alle regole non significa solo evitare sanzioni, ma rendere i propri processi più efficienti, ridurre gli errori e aumentare la competitività. E con le giuste tecnologie – come le moderne stampanti etichette adesive a colori – la conformità normativa può trasformarsi in un vantaggio operativo immediato.

L’etichettatura ambientale: un obbligo dal 2023

Dal 1° gennaio 2023, tutti gli imballaggi immessi sul mercato devono riportare informazioni chiare sulla composizione dei materiali e sul corretto smaltimento. L’obbligo è stato introdotto con il D.Lgs. 116/2020, che ha modificato il Codice dell’Ambiente, in recepimento delle direttive europee sui rifiuti.

In concreto, su scatole, film plastici, pallet e confezioni devono comparire:

  • il codice alfanumerico che identifica il materiale (es. PAP 20 per cartone ondulato);
  • l’indicazione della raccolta differenziata corretta (“Raccolta carta”, “Raccolta plastica” ecc.).

Secondo le linee guida del Ministero dell’Ambiente, le informazioni possono essere stampate direttamente sull’imballo o fornite tramite QR code. L’obbligo riguarda non solo i prodotti al consumo, ma anche gli imballaggi secondari e terziari usati nella distribuzione e nelle spedizioni.

Oltre a evitare multe fino a 40.000 euro, questa etichettatura consente alle aziende di comunicare sostenibilità e attenzione all’ambiente, elementi sempre più apprezzati dai clienti e richiesti dai partner commerciali.

etichette

Codici a barre: uno standard di fatto

Parallelamente agli obblighi ambientali, la logistica moderna si regge su un altro pilastro: i codici a barre. In Italia non esiste una legge che imponga a tutti i settori di utilizzarli, ma nella pratica nessun prodotto entra nella GDO o nei marketplace online senza un barcode ufficiale.

Un codice a barre è la “carta d’identità” del prodotto o del collo: permette di identificarlo in modo univoco e di collegarlo a un database gestionale. La scansione ottica accelera le operazioni, riduce gli errori e abilita la tracciabilità completa lungo la supply chain.

Gli standard di riferimento sono quelli di GS1, l’ente internazionale che gestisce i sistemi di identificazione. Come ricorda GS1 Italia, l’EAN-13 è il formato più usato per i beni di consumo, mentre il GS1-128/SSCC identifica pallet e unità logistiche. Senza questi codici, le PMI rischiano di restare escluse da gran parte della distribuzione organizzata.

Per questo motivo molte imprese scelgono di produrre internamente le proprie etichette logistiche, dotandosi di stampanti capaci di generare barcodes leggibili, QR code e grafica a colori. È un investimento che aumenta la flessibilità e riduce la dipendenza da fornitori esterni.

Pittogrammi e simboli: sicurezza e corretto trasporto

Oltre a codici e indicazioni ambientali, la logistica richiede etichette che garantiscano sicurezza.

  • Se si movimentano sostanze chimiche o miscele pericolose, è obbligatorio apporre i pittogrammi previsti dal Regolamento europeo CLP: rombi rossi con icone nere che segnalano rischi come infiammabilità, tossicità o corrosività.
  • Per il trasporto generale, gli standard ISO 780 definiscono pittogrammi di movimentazione riconosciuti in tutto il mondo (“Fragile”, “Tenere asciutto”, “Questo lato in alto”). Non sono imposti da legge, ma sono best practice che riducono danni ai prodotti e incidenti durante la movimentazione.

Stampare correttamente questi simboli non significa solo rispettare obblighi, ma proteggere le merci e gli operatori lungo la filiera.

Perché conviene alle PMI

Adeguarsi alle normative di etichettatura e adottare standard internazionali porta benefici concreti:

  • Tracciabilità: ogni collo può essere seguito lungo tutta la filiera, semplificando controlli e richiami.
  • Riduzione errori: l’automazione tramite codici a barre elimina la maggior parte delle imprecisioni manuali.
  • Accesso ai mercati: barcode e SSCC sono prerequisiti per entrare nella GDO e nei marketplace globali.
  • Immagine professionale: etichette ambientali chiare e pittogrammi corretti rafforzano la reputazione aziendale.
  • Digitalizzazione: etichette integrate con gestionali e database rappresentano il primo passo verso la logistica 4.0.

Uno sguardo oltre

Il futuro dell’etichettatura logistica si muove in due direzioni: armonizzazione normativa e innovazione tecnologica. L’UE ha già approvato un nuovo Regolamento sugli imballaggi che porterà a etichette ambientali standardizzate in tutta Europa entro il 2026-2028. Sul fronte tecnologico, si stanno diffondendo smart label con RFID o display digitali aggiornabili da remoto.

Per le PMI italiane, l’adeguamento a queste regole non è più solo una necessità burocratica: è un’opportunità per rendere i processi più efficienti, sicuri e sostenibili. E investire oggi in sistemi di etichettatura avanzati significa essere pronti per la filiera digitale di domani.