Secondo l’ultimo Salesforce, nel contesto di instabilità economica odierno, l’AI è una priorità per le aziende operanti nel settore di beni di consumo

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Il 2025 si sta rivelando uno degli anni più difficili per le aziende di beni di consumo secondo il nuovo Consumer Goods Industry Insights Report di Salesforce, indagine che ha coinvolto 2.400 decision maker del settore in tutto il mondo, di cui 200 italiani.

La fiducia dei consumatori sta diminuendo, i canali di accesso al mercato diventano sempre più complessi, le strategie di crescita tradizionali rendono meno e i fattori macroeconomici esercitano pressione sui margini delle aziende del settore. Non a caso, un leader italiano del settore su due (51%) prevede maggiori difficoltà nel raggiungere una crescita redditizia quest’anno.

Per affrontare queste sfide, le aziende guardano con decisione all’AI. L’86% dei rispondenti in Italia ritiene che gli agenti AI, modelli capaci di supportare la forza lavoro umana, diventeranno essenziali per competere nei prossimi due anni, una percentuale molto vicina a quella globale (90%), e l’89% si aspetta che contribuiscano direttamente all’aumento delle vendite (un punto percentuale in più rispetto al risultato globale).

I cambiamenti nella politica economica influenzano il settore dei beni di consumo

Tra i fattori che pesano di più sui margini, quasi tutti i leader del settore dei beni di consumo in Italia (95%) citano l’impatto dei cambiamenti nella politica economica, come dazi doganali e misure commerciali che stanno influenzando approvvigionamento, logistica e profitti. A livello globale la percentuale sale al 98%, confermando la portata di un fenomeno che spinge le aziende a rivedere le proprie strategie: dal confezionamento dei prodotti al trasferimento delle attività, fino alla ricerca di nuovi partner di fornitura.

La capacità dell’AI di accelerare e rafforzare gli sforzi delle aziende è cruciale in un contesto di cambiamento”, commenta Maurizio Capobianco, Area Vice President Cloud Sales di Salesforce per l’Italia. “Che si tratti di ottimizzare le strategie di approvvigionamento, negoziare con i fornitori o contenere costi aggiuntivi, l’AI aiuta a interpretare i modelli di domanda, a dare priorità ai prodotti, a supportare i team di vendita nell’esecuzione al dettaglio e a rendere più accurate le previsioni, permettendo ai brand di prendere decisioni più efficaci in ogni fase

I leader del settore dei beni di consumo puntano sull’AI

Nonostante le pressioni esterne, l’AI rimane la priorità assoluta: i leader del Consumer Goods la identificano come la principale sfida e al tempo stesso la più grande opportunità del 2025.

  • Gli agenti digitali vengono considerati cruciali per il futuro:
    • l’86% dei leader del settore dei beni di consumo italiani (89% a livello globale) ritiene che diventeranno indispensabili per competere entro due anni;
    • l’84% (90% a livello globale) prevede un incremento degli investimenti dedicati;
    • l’89% (88% a livello globale) crede che contribuiranno ad aumentare le vendite.
  • Oltre all’impatto sui ricavi, i leader si aspettano che gli agenti AI supportino anche le fasi di progettazione, dalla definizione delle promozioni commerciali allo sviluppo di nuovi prodotti, confermando l’AI come leva di redditività e innovazione per la loro azienda.

Con le promozioni tradizionali in difficoltà, la personalizzazione guidata dall’AI si afferma come leva competitiva

  • Le promozioni commerciali rappresentano una delle voci di spesa più rilevanti nel settore dei beni di consumo, ma solo il 50% in Italia genera un ROI positivo, un dato invariato da anni e che supera di quattro punti percentuali il dato globale.
  • Sebbene restino strumenti fondamentali per competere sugli scaffali e stimolare le vendite, i loro costi elevati e i rendimenti incerti segnalano che le tattiche tradizionali hanno ormai raggiunto un punto di saturazione.
  • Le nuove strategie, come le offerte personalizzate basate su AI e dati, ottengono invece i risultati migliori, superando i programmi fedeltà di quasi 34 punti percentuali, 14 punti in più rispetto al resto del mondo.

Con il rallentamento della crescita del Direct-To-Consumer (DTC) e della fedeltà, le aziende del settore stanno investendo maggiormente in offerte digitali personalizzate e nella spesa per i social media

  • Dopo anni di focus su canali DTC e programmi fedeltà, i leader del settore dei beni di consumo riconoscono che queste leve hanno ormai raggiunto il loro limite.
  • Il 43% dei leader in Italia dichiara che oggi è più difficile che mai mantenere la fedeltà dei consumatori, una percezione condivisa anche a livello globale dal 54% dei leader del settore dei beni di consumo, in un contesto in cui il 74% dei consumatori ha cambiato marca.
  • Con la customer journey sempre più frammentata, i brand investono su personalizzazione, AI e social media per rafforzare la relazione con i clienti ovunque si trovino.
  • In Italia gli investimenti si concentrano soprattutto su social media (67%, a fronte del 73% a livello globale), digital advertising (68% rispetto al 67% globale) e soluzioni di personalizzazione (65% contro il 70% globale).

Conclusioni

Nel 2025, aumenti di prezzo, promozioni generalizzate e assortimenti standard non basteranno più a garantire la crescita. Vincere oggi significa puntare sulla precisione: usare dati, promozioni strategiche e agenti AI per trasformare ogni fase, dalla produzione fino al consumatore, in un’opportunità per generare valore”, conclude Maurizio Capobianco.