Come le tre aziende si sono digitalizzate con successo

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Nutkao, Gruppo Polfin e FibreCorp, tre storie diverse unite da un obiettivo comune: usare la tecnologia per crescere, innovare e restare competitivi in un mondo che cambia. Il tutto con il sostegno delle tecnologie SAP.

Scopriamole insieme

Il Gruppo Polifin accelera la trasformazione digitale con SAP

Negli ultimi anni, il gruppo Polifin ha intrapreso un percorso di trasformazione digitale che ha ridefinito radicalmente la gestione dei processi aziendali e l’approccio al cliente. Realtà storiche come Gewiss e Costim, da sempre protagoniste nel settore industriale e infrastrutturale, hanno scelto di affidarsi a SAP per modernizzare le proprie operations e guidare la crescita internazionale del gruppo.

L’innovazione tecnologica è stata cruciale per evolvere non solo dal punto di vista della produzione e delle infrastrutture, ma anche nell’approccio al cliente. Siamo passati da una gestione tradizionale e territoriale a un modello totalmente manageriale, con processi strutturati e competenze digitali avanzate. Oggi siamo presenti in 52 paesi, contro i 13 di cinque anni fa”, sottolinea Paolo Cialdini, CEO del gruppo Polifin, Gewiss e Costim, evidenziando come la digitalizzazione sia stata fondamentale per supportare questa espansione.

Il cuore della trasformazione digitale del gruppo è stato l’adozione di soluzioni SAP, che hanno permesso di gestire in maniera integrata e intelligente processi complessi e dati aziendali. Questo approccio ha reso possibili progetti come la realizzazione di infrastrutture “intelligenti” — dagli hotel agli ospedali, fino agli stadi — integrando sistemi meccanici, elettrici e digitali. La tecnologia ha consentito di adottare metodologie di progettazione avanzata, come il digital twin, migliorando la manutenzione e l’efficienza operativa delle infrastrutture nel tempo.

La collaborazione con SAP ha inoltre supportato un’evoluzione culturale all’interno dell’azienda. L’upskilling e il reskilling del personale sono diventati strumenti quotidiani per garantire che l’organizzazione possa utilizzare al meglio le nuove tecnologie. In questo contesto, la digitalizzazione non è vista come un fine, ma come un percorso continuo di miglioramento e innovazione, capace di generare valore per i clienti e rafforzare la competitività del gruppo.

L’eccellenza Nutkao: l’Italia nel mondo attraverso il gusto

nutkao

Sono certo che ognuno di voi ha mangiato un mio prodotto, anche senza saperlo“. Con questa battuta, Gianfranco d’Amico, CEO del gruppo Nutkao, introduce il racconto di un’azienda che, in oltre quarant’anni, è passata da realtà familiare a player globale nel settore delle creme spalmabili e dell’ingredientistica per l’industria dolciaria.

Fondata nel 1982 a Govone, in provincia di Cuneo, Nutkao è oggi uno dei tre principali produttori mondiali di creme spalmabili. La sua presenza è capillare: cinque stabilimenti in tre continenti, un export che raggiunge 90 Paesi e una rete produttiva che si estende fino al Ghana, dove l’azienda ha scelto di investire per presidiare la filiera del cacao alla fonte.

Partiamo dalla fava di cacao“, spiega d’Amico, “per garantire qualità, tracciabilità e sostenibilità, elementi essenziali del nostro modello di business“. Una strategia che vale anche per le nocciole e i pistacchi, le altre due materie prime chiave dell’azienda. Il risultato? Una filiera integrata, capace di produrre ingredienti di altissima qualità per grandi marchi internazionali e per brand propri come Pisticca e Nutkao, ormai ben riconoscibili anche sugli scaffali della GDO italiana.

Ma dietro questa espansione c’è una complessità gestionale enorme: “Abbiamo oltre 11.000 ricette diverse, adattate a 87 mercati“, sottolinea d’Amico. Per gestire un business così articolato, Nutkao ha intrapreso un percorso di trasformazione digitale basato su SAP, con l’obiettivo di integrare processi, migliorare la tracciabilità e supportare una crescita sostenibile e predittiva.

“Siamo cresciuti di quattro volte in sei anni”, racconta. “Senza una base tecnologica solida non avremmo potuto farlo“. La scelta di SAP S/4HANA e del cloud è stata strategica: un’infrastruttura capace di sostenere l’espansione, ma anche di supportare l’innovazione, la personalizzazione del prodotto e la gestione intelligente delle risorse in un contesto globale sempre più complesso.

La vera sfida non è tecnologica, ma culturale. Dobbiamo accompagnare le persone nel cambiamento, far capire che la tecnologia non sostituisce il loro valore, ma lo amplifica. Chi non capirà il cambiamento non verrà sostituito da una macchina, ma resterà indietro” ha concluso d’Amico.

FibreCorp: la “startup”2 da 19.000 persone che costruisce la rete del futuro

FiberCop

Dal cioccolato e dal settore immobiliare fino alle fibre ottiche, la terza case history ha un sapore diverso ma la stessa ambizione di fondo: modernizzare l’Italia partendo da una visione industriale e tecnologica chiara.

Siamo nati poco più di un anno fa, ma con 19.000 dipendenti e 10.000 sedi operative”, spiega Fabio Veronese, CIO di FibreCorp, la società nata dallo spin-off di TIM per concentrarsi esclusivamente sulle infrastrutture di rete fissa in fibra ottica.

L’obiettivo è duplice: eliminare il digital divide e completare la copertura nazionale in fibra, abbandonando progressivamente il rame. «L’Italia è ancora indietro rispetto ad altri Paesi europei», sottolinea Fabio Veronese. «Vogliamo accelerare la diffusione della fibra, rendendola accessibile a tutti, per creare un ecosistema di innovazione diffuso».

Nel farlo, FibreCorp ha scelto di nascere direttamente nel cloud, adottando SAP S/4HANA Public Cloud, una decisione controcorrente per le dimensioni dell’azienda. “Molte grandi imprese hanno SAP da vent’anni, ma spesso con sistemi troppo complessi e personalizzati. Noi volevamo partire leggeri, standard, veloci”, spiega Fabio Veronese.

La filosofia è chiara: standardizzare dove possibile, innovare dove serve davvero. “Il valore non sta nel reinventare i processi di base, ma nel concentrarsi su ciò che distingue il tuo business”, aggiunge.

La migrazione al cloud permette non solo di ridurre la complessità infrastrutturale, ma anche di aggiornare automaticamente i sistemi, mantenendo l’azienda sempre allineata alle ultime innovazioni. Un approccio che libera risorse e competenze interne, permettendo di focalizzarsi sulla trasformazione culturale: “Il vero cambiamento non è nel codice, ma nel modo di lavorare delle persone. La tecnologia deve diventare invisibile: è lì che comincia l’innovazione vera”.