Le imprese italiane necessitano di personale qualificato ma lo skill gap è ancora troppo marcato

Colmare lo skill gap

Le competenze sono diventate un elemento sempre più strategico per le imprese di tutto il mondo. Avere personale qualificato è infatti una discriminante di successo, ma reperire le risorse sul mercato non è sempre facile a causa di uno skill gap evidente. Ne abbiamo parlato con Stefano Bellasio, CEO e fondatore di Cloud Academy.

Quanto pesa lo Skill Gap In Italia?
Pesa tanto, al pari di tanti altri paesi, europei e non, che affrontano la digital transformation. Non dovremmo sentirci migliori e peggiori, le nostre aziende hanno bisogno di tech skill quanto altre e in un mondo in cui le persone possono lavorare per imprese ovunque nel mondo, l’accesso al talento diviene sempre più competitivo. Le aziende americane assumono ingegneri Italiani, così come quelle inglesi e nel resto del mondo.
Quasi sempre le nostre università fanno un lavoro eccezionale nel preparare i nostri talenti, ma non fanno abbastanza per dar loro le competenze che le aziende si aspettano di avere dal giorno uno.

Cloud Academy_Stefano Bellasio1Rispetto all’Europa o America come si posiziona l’Italia?
Negli Stati Uniti il concetto di formazione continua è ben radicato nelle aziende. Ci capita raramente di trovare imprese che non hanno strategia e budget a riguardo: sono spesso sofisticate, sanno bene che formare continuamente i dipendenti le rende più competitive e le persone rimarranno più tempo in azienda, facendo crescere produttività e profitti. In ultimo, negli USA è evidente per tutti che la tecnologia viaggia a una velocità mai vista prima, e la formazione costante, con investimenti importanti, rappresenta il motore primario per crescere e competere in un mondo digitale.
In Italia abbiamo tra i migliori talenti al mondo. Siamo creativi, capaci di risolvere problemi con un terzo delle risorse di altri, ma siamo ancora poco organizzati. Spesso tendiamo a vedere il training come un singolo momento nell’anno lavorativo e come qualcosa “di secondario”. Devo esser sincero però, lavorando con molte aziende italiane nell’ultimo periodo mi accorgo che le cose stanno cambiando. Le persone hanno voglia di pensare a percorsi di crescita, di disporre di un’organizzazione interna che vada oltre qualche foglio di calcolo e, soprattutto, tutti concordano nel vedere la formazione tecnica continua come uno strumento per fare retention del talento in azienda.

Quali sono le competenze che maggiormente mancano?
Direi cloud computing e software development. Entrambi fondamentali per costruire prodotti e servizi digitali. Le persone che sviluppano software lo fanno quasi sempre sul cloud oggi, e saper gestire tutto il ciclo di vista di questi servizi è fondamentale.

Di chi è la “colpa” di questo skill GAP?
Storicamente l’Europa e l’Italia sono in ritardo tecnologicamente parlando rispetto agli US, non penso ci sia un colpevole preciso, e’ un discorso culturale e di mercato che si sta man mano riducendo ma che e’ ancora presente. Lo stesso e’ accaduto per il cloud e le tech skills richieste alle aziende, in Europa e Italia siamo arrivati dopo su tante tematiche.

Secondo voi è necessaria una modifica del sistema scolastico e universitario?

Si, penso sia un tassello fondamentale. Siamo bravi, abbiamo persone preparate ma “parliamo” poco con le aziende e con il mondo del lavoro. I corsi universitari, così come gli istituti tecnici e i licei, dovrebbero portare in cattedra imprenditori e aziende che facciano vedere ai ragazzi cosa li aspetta nel mondo reale e quali sono le loro priorità. Solo così potremo da una parte stimolare i nostri ragazzi a fare sempre meglio e dall’altra rispondere alla domanda crescente di talento delle nostre aziende. E’ un rapporto “win-win” per tutto il sistema.

Oltre al sistema d’istruzione nazionale esistono aziende come Cloud Academy. Quale è il suo obiettivo?
Noi aiutiamo le aziende a prendersi cura delle loro persone, facendo si che sia ben chiaro a tutti quali skill tecniche hanno e quali servono a loro, e all’azienda, per continuare a crescere. I nostri clienti sono gli utenti finali che usano Cloud Academy per formarsi e acquisire nuove competenze perché in questo modo possono disporre di una strategia di formazione precisa e di un modello predicibile. La maggior parte delle aziende con cui lavoriamo diventa capace di “prevedere” quali skill creerà nei prossimi mesi o anni, ma soprattutto riesce a far crescere le proprie persone, dando loro nuovi ruoli invece di assumere solamente nuovo personale.

Che servizi offre Cloud Academy?
Offriamo una piattaforma online completa per gestire le skill tecnologiche in azienda. Offriamo sia il software, e quindi gli strumenti per capire lo skill gap e creare programmi di training precisi, sia il contenuto, e in questo caso ci focalizziamo su cloud computing, software development e dati. Per fare un esempio, i nostri clienti usano Cloud Academy per capire quali skill hanno i loro dipartimenti IT e digital, spesso con centinaia e migliaia di persone, e pianificano in base a questo percorsi da seguire. Una serie di dashboard e strumenti permette loro di capire quali team e persone stanno acquisendo più o meno skill (e quali!) ma soprattutto di misurare un reale ritorno del valore di queste iniziative.

Come si differenzia rispetto ai competitor?

Il nostro approccio è diverso da altri: stiamo creando uno strumento nuovo, che non esiste davvero nel mercato di oggi. Una piattaforma che aiuta a tenere sotto controllo e sviluppare le skill tecniche. Ci focalizziamo nell’aiutare le aziende a formare le loro persone sulle loro tecnologie dal primo giorno e a farle crescere in base ai ruoli che servono in azienda. Così abbiamo aziende che con Cloud Academy trasformano le loro persone in Cloud Architect o Software Engineer. Infine, il nostro modello, oltre ad essere totalmente online, è anche molto pratico: chi usa Cloud Academy acquisisce skill che può usare da subito grazie a migliaia di scenari e laboratori pratici.