L’importanza strategica dell’adozione del cloud per affrontare il mondo futuro per costituire il modello di deployment abilitante.

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Secondo Andrew Brinded, Vice President and Sales Chief Operating Officer di Nutanix, il Covid 19 ha fornito valide ragioni per accelerare l’adozione del cloud che può costituire il modello di deployment abilitante.

In effetti, contrariamente alla previsione errata di Stewart Also, noto giornalista esperto in tecnologia, il mainframe è ancora vivo e vegeto, sfatando così il mito che l’IT sia un settore in cui i cambiamenti rivoluzionari si verificano alla velocità della luce.

Il cloud computing costituisce, infatti, il più grande cambiamento dai tempi del modello client/server ma è ben lontano dalla distribuzione delle risorse nelle aziende che continuano a gestire on-premise applicazioni, dati ed altro.

Il trend va decisamente nella direzione di ambienti ibridi, in cui le imprese distribuiscono il carico tra un data center on-premise tradizionale, il cloud privato, il cloud pubblico, le strutture di co-location e il classico outsourcing. Secondo alcuni osservatori di mercato, la transizione verso l’enterprise cloud è stata ad oggi completata solo per il 20%.

E,’dunque, comprensibile che i CIO abbiano scelto di adottare un approccio razionale associando i carichi di lavoro al modello di deployment più adatto in base al livello di rischio, alla riservatezza dei dati, alla proprietà intellettuale, al livello di prestazioni richieste e altre questioni. Tuttavia, appare quasi inevitabile che l’attuale pandemia porterà verso una più ampia adozione del cloud.

Il passato insegna

Se gli eventi del passato costituiscono un paradigma interpretativo per il presente e forniscono spunti per il futuro si può sicuramente ricordare come, dopo la seconda guerra mondiale, la contrazione del   settore manifatturiero inglese sia stata compensata dall’aumento dei beni finanziari, commerciali, educativi, culturali, scientifici e tecnologici. Attualmente superata l’emergenza sarà difficile tornare alle abitudini e al sistema di vita precedenti, ma assisteremo sicuramente alla diffusione del telelavoro supportato dal cloud.

Le aziende dovranno ripensare procedure, processi, business continuity e i modelli economici dovranno adattarsi a nuove situazioni. In ambito retail, ad esempio, gli acquirenti cercheranno innovative esperienze in alternativa alle vie dello shopping ed ai negozi affollati e ciò dovrà prevedere marciapiedi più ampi, orari prolungati di apertura, un numero limitato di persone in ogni attività commerciale e nuove modalità di pagamento senza l’utilizzo di contanti.

A tal proposito, Mark Kleinman, Professor of Public Policy al Kings College di Londra, ha affermato: “Da un giorno all’altro, molti di quelli che erano considerati i vantaggi delle grandi città si sono trasformati in vulnerabilità. Tutto ciò che gli economisti definiscono “benefici dell’agglomerazione” e che gli specialisti dell’urbanistica chiamano “vitalità e dinamismo” ora è temuto”.

Non è possibile prevedere né la portata, né la durata dei mutamenti che la pandemia ha determinato, ma certamente richiederanno una flessibilità organizzativa senza precedenti e una maggiore capacità di adattamento ad una nuova realtà di business virtuale. Tutto ciò favorirà definitivamente il passaggio al cloud computing.

Perché passare al cloud.

Naturalmente il cloud, per diverse ragioni, è l’opzione ideale.

Centralizzazione. 

Il cloud offre un hub come Box o Dropbox per la gestione dei contenuti in cui i documenti e gli audit vengono conservati per il processo degli ordini e la conformità normativa.

Collaborazione.

Il cloud è l’ideale per riunioni in team. Qualsiasi app è intrinsecamente collaborativa. Questo permetterà alle aziende di sviluppare ecosistemi di partner per co-creare e ideare prodotti o servizi che si distinguano dall’offerta della concorrenza e possano essere commercializzati ad un prezzo più alto.

Costi.

Per gestione dei costi, i servizi cloud solitamente si basano su un modello di abbonamento, riuscendo così ad evitare il così detto “shock da bolletta”.

Sicurezza.

Per garantire ai telelavoratori un’adeguata protezione, i servizi in cloud possiedono il vantaggio di essere gestiti attraverso data center altamente qualificati e con più competenze in materia di sicurezza di quanto le imprese possano permettersi. Tuttavia, le aziende dovranno, comunque, formare il personale affinché possano essere riconosciuti il phishing o altre truffe similari e possa essere garantita la disponibilità di strumenti come le VPN e le reti crittografate.

Scelta.

È comprensibile che alcune aziende siano restie a vincolarsi ad un unico gestore, tuttavia, la forte concorrenza e la riduzione dei prezzi tra i principali fornitori, permetteranno a quelle che adotteranno un modello multi-cloud di avere la trasparenza che desiderano.

 Testing.

Molte aziende dovranno, comunque, avere la possibilità di testare processi nuovi e rivisitati durante e dopo la crisi e le piattaforme cloud forniscono appunto i banchi di prova adatti a tale scopo.

Assunzioni. 

Quando l’economia si riprenderà, le assunzioni torneranno ad essere un importante argomento di discussione e le aziende che non utilizzano abitualmente il cloud saranno meno attraenti, soprattutto per i candidati più giovani.

Come è stato detto in precedenza, nell’IT nulla accade da un giorno all’altro, ma è bene cogliere le opportunità offerte dal cloud sia in termini di benefici nel breve periodo che per l’importanza strategica che avrà in futuro.