I vantaggi portati dai software di analisi dei dati sono evidenti, ma è l’uomo a dover prendere la decisone finale, non la macchina

I data scientist del futuro? Si formano a Roma Tre

I dati sono considerati il nuovo petrolio per le aziende. Un concetto questo ben noto da alcuni anni grazie anche ai vantaggi che l’analisi dei Big Data può portare alle imprese. D’altra parte da sempre la conoscenza è sinonimo di potere.
Le moderne soluzioni software permettono alle aziende di raccogliere, analizzare e conservare dati ed informazioni, strutturate e non, consentendo loro di poter prendere decisioni il più accurate possibile e sopratutto in real time. Non solo: con gli analytics è possibile determinare trend futuri con un conseguente miglioramento dell’efficienza, maggiore conoscenza dei clienti, contenimento dei costi e supporto alla sviluppo di nuovi prodotti. Benefici questi che indubbiamente si traducono in vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza” ha spiegato Gianfranco Naso, Regional Vice President South West EMEA di Tibco, azienda specializzata in soluzioni di analisi dei dati e scelte da migliaia di clienti in tutto il mondo.

Tra questi vi è Mercedes AMG Petronas Motorsport che da diversi anni utilizza Spotfire, Data Science e altre componenti Tibco per elaborare i dati telemetrici delle competizioni. Lo studio dei dati in tempo reale ha contribuito alla vincita per 5 stagioni di fila del titolo mondiale costruttori nella Formula 1.

Ma a godere dei benefici degli Analytics non sono però solo le organizzazioni straniere: le imprese italiane stanno infatti investendo sempre di più in queste direzione. L’Osservatorio del Politecnico di Milano, ha evidenziato che in Italia nel 2019 il mercato dei Big Data Analytics è cresciuto del 23%, toccando gli 1,7 miliardi di euro. Una cifra questa che vale oltre il doppio rispetto a quella registrata 5 anni fa e che si prevede aumenterà anche nel 2020.

Esiste però un gap tra grandi e piccole aziende: gli analytics sono utilizzati infatti da quasi la totalità delle grandi imprese (93%), rispetto al 62% delle PMI. Questo perchè storicamente, il freno principale all’implementazione di progetti di Analytics è legato alla mancanza di competenze e risorse specializzate, difficilmente reperibili sul mercato e che quindi costano molto.

Oggi servono figure non solo competenti in ambito informatico e statistico, ma che devono avere conoscenze relative al settore nel quale l’analisi dei dati è richiesta. Per questa ragione stiamo avviando corsi di laurea specializzati per formare talenti capaci di venire incontro alle esigenze delle imprese” ha spiegato Gianluca Della Vedova, professore all’Università Bicocca di Milano.

Spesso la nascita di nuovi percorsi accademici come quelli avviati dalla Bicocca è legata ad una maggiore interazione tra il mondo accademico e le imprese. Lo sa bene Tibco che da diversi anni collabora con numerosi istituti in giro per il mondo, supportando gli atenei nella formazione degli studenti in ambito Big Data Analytics.

Nonostante  l’avvento di  soluzioni di analisi sempre più automatizzate è importantissimo ricordare che è l’uomo a dover prendere la decisione finale. Gli analytics sono infatti strumenti di supporto e la persona è imprescindibile: i sistemi di intelligenza artificiale non sono infatti in grado di replicare a fondo il pensiero umano. La presenza di analisti specializzati è ormai determinante.” ha concluso Gianfranco Naso.