Le money anchor prosciugano la link juice di un sito rendendolo meno autorevole

Brand, i consumatori italiani vogliono personalizzazione

L’immagine online di un brand, un negozio o una persona fisica può determinarne anche il successo offline. Ecco perché è importante attuare strategie volte a migliorare la propria reputazione. Talvolta, però, scelte sbagliate possono avere l’effetto opposto, come emerge dalla ricerca effettuata da SEMrush. Dalla meticolosa indagine – durata circa 2 anni prendendo in esame oltre 830 siti web – sono emerse informazioni molto interessanti sui link tossici in entrata, rispetto alle sanzioni di Google. Il database delle penalizzazioni era composto da casi di utenti SEMrush e di forum del settore, i cui siti Web sono stati colpiti da sanzioni di Google. L’obiettivo dello studio era scoprire i fattori esatti che scatenavano le penalizzazioni e la loro frequenza, per fornire consigli agli esperti di marketing su come evitare e sbarazzarsi delle sanzioni di Google.

Lo studio ha portato SEMrush a dedurre i seguenti punti fondamentali:

  • Le money anchor e i link sponsorizzati o a pagamento in articoli e blog post rappresentano la causa di oltre il 50% dei casi di penalizzazione. Parole come “Sponsorizzato da”, “Le informazioni sono state fornite da”, “Contenuto pubblicitario”, “Messaggio pubblicitario per conto” ecc. possono diventare motivo di sanzione.
  • La pubblicazione di guest post e i comunicati stampa sono la seconda causa più frequente di una sanzione di Google: rappresentano il 45% dei casi.
  • Le penalizzazioni di Google per link in entrata non naturali sono reali.
  • Google monitora ancora attivamente la conformità dei siti alle sue linee guida per i webmaster e verifica manualmente i casi di spam.
  • Le vecchie tecniche manipolative di link building (come PBN e reti di link, spam nei forum e blog e link da directory web) continuano a essere le cause di un ban manuale.
  • Google non distingue i link tossici recenti e vecchi.
  • Google tratta tutti i siti Web allo stesso modo. Non fa alcuna differenza per Google da dove provengono i link al tuo sito, che si tratti di siti web spam, siti web dubbiosi o media affidabili.

“Siamo il principale software di visibilità online e di content marketing, non possiamo sottovalutare l’importanza della SEO, che è il vero fondamento della visibilità online ha dichiarato Eugene Levin, Chief Strategy Officer di SEMrush commenta. Nel momento in cui una presenza online di successo è l’unica strategia possibile per la maggior parte delle aziende, è importare rivedere i principi fondanti della visibilità in rete. E, naturalmente, un profilo backlink sano può essere la chiave per crearla o, al contrario, distruggerla. Pertanto, incoraggio tutti coloro che vogliono costruire una reputazione solida, a prendere in considerazione i risultati della nostra ricerca e ad avviare azioni finalizzate a risolvere e migliorare alcuni problemi SEO”.

La ricerca completa a questo link.