Il 73% delle aziende che ha spostato le applicazioni nel cloud pubblico torna on-premise per massimizzare sicurezza e flessibilità

Migrazione al cloud pubblico: come gestirla in sicurezza

Nutanix presenta la seconda edizione della ricerca Enterprise Cloud Index, che valuta i progressi nell’adozione di cloud privati, ibridi e pubblici da parte delle aziende. Secondo il nuovo report, le aziende hanno in programma di spostare i loro investimenti su architetture di cloud ibrido, dato confermato dagli intervistati che dichiarano piani di distribuzione ibrida costanti e sostanziali nei prossimi cinque anni. La stragrande maggioranza degli intervistati (85%) ha indicato il cloud ibrido come modello operativo IT ideale.

Per il secondo anno consecutivo, Nutanix ha incaricato Vanson Bourne di intervistare 2.650 responsabili delle decisioni in ambito IT in 24 paesi, in merito a quale tipologia di cloud utilizzano per le loro applicazioni aziendali e quale prevedono di utilizzare in futuro, alle problematiche degli ambienti cloud e a come i loro progetti cloud si sovrappongono rispetto ad altri progetti e priorità IT. Il sondaggio ha coinvolto aziende di diverse dimensioni e di vari settori nelle Americhe, in Europa, Medio Oriente, Africa (EMEA) e Asia-Pacifico e Giappone (APJ).

Lo studio di quest’anno ha evidenziato che la creazione e l’esecuzione di una strategia cloud è diventata una sfida multidimensionale. Un tempo, un’importante value proposition associata al cloud pubblico rappresentava un sostanziale risparmio iniziale in termini CapEx. Oggi, le aziende hanno capito che ci sono altre considerazioni da fare nella scelta del cloud più adatto alle esigenze di business, e che una strategia cloud “one size” non si adatta a tutti i casi d’uso. Ad esempio, le applicazioni con un utilizzo non prevedibile sono più adatte ai cloud pubblici che offrono risorse IT flessibili, mentre i carichi di lavoro con caratteristiche più prevedibili spesso possono essere eseguiti on-premise ad un costo inferiore rispetto al cloud pubblico. I risparmi dipendono anche dalla capacità delle aziende di abbinare ogni applicazione al servizio cloud e al livello di prezzo appropriato e di rivedere costantemente i piani e le tariffe dei servizi, che cambiano frequentemente.

In questo contesto in continua evoluzione, la flessibilità è essenziale e il cloud ibrido offre proprio questa libertà di scelta. Qui di seguito altri importanti risultati inclusi nel report:

  1. Le applicazioni stanno migrando dal cloud pubblico verso infrastrutture on-premise. Il 73% degli intervistati, l’82% in Italia, ha dichiarato di voler spostare alcune applicazioni dal cloud pubblico e tornare all’on-premise e, di questi, il 22% intende spostare cinque o più applicazioni. Tutto ciò evidenzia, in parte, l’esigenza delle aziende della flessibilità del cloud ibrido per poter adattare le loro infrastrutture in base a necessità variabili nel tempo.
  2. La sicurezza continua ad essere il fattore che maggiormente influisce sulle strategie future delle imprese in materia di cloud computing. Il 60% degli intervistati (il 75% in Italia) del 2019 ha dichiarato che il livello di sicurezza del cloud è ciò che maggiormente influenza i loro piani futuri di adozione. Allo stesso modo, la sicurezza dei dati e la conformità rappresentano la principale variabile (26%) nel decidere dove eseguire un determinato carico di lavoro.
  3. I professionisti dell’IT considerano il cloud ibrido il modello operativo IT più sicuro. Il 28% degli intervistati (il 41% in Italia) ha indicato l’ibrido come modello più sicuro – superando nettamente il 21% (19% in Italia) di chi ha scelto un modello di cloud privato/on-premise e più del doppio rispetto a coloro (13% a livello globale, 10% in Italia) che hanno scelto data center privati (non cloud) tradizionali. Uno dei motivi di tutto ciò è che in questo modo le aziende possono scegliere il cloud più adatto ai loro requisiti di sicurezza.
  4. Circa un quarto degli intervisti (23,5%) attualmente non utilizza alcuna tecnologia cloud. Molte aziende sono ancora in ritardo nell’adozione del cloud aziendale. Tuttavia, i piani riferiti dagli intervistati indicano che entro un anno il numero di imprese che non utilizzano il cloud è destinato a scendere al 6,5% e tra due anni al 3%. A livello regionale, le Americhe hanno registrato una percentuale leggermente inferiore relativamente al non utilizzo del cloud (21%) rispetto ad EMEA (25%) e Asia-Pacifico (24%).
  5. Le aziende stanno cercando di integrare il cloud computing con i loro obiettivi di trasformazione digitale. Quasi tre quarti (72%) degli intervistati ha dichiarato che la trasformazione digitale sta favorendo l’adozione del cloud, mentre il 64% ha affermato che la trasformazione digitale è la principale priorità di business in azienda.

“Le aziende continuano a confrontarsi con complesse iniziative di trasformazione digitale: flessibilità e sicurezza sono diventate componenti fondamentali per consentire l’adozione, affidabile e senza soluzione di continuità, del cloud, ha dichiarato Wendy M. Pfeiffer, CIO di Nutanix. Le aziende hanno compreso i vantaggi del cloud ibrido e continuano ad adottarlo, ma c’è ancora del lavoro da fare quando si tratta di coglierne tutti i benefici. Nei prossimi anni, vedremo le aziende impegnate nel capire come utilizzare al meglio il cloud ibrido, inclusa l’assunzione di personale con competenze specifiche e il reskilling dei team IT per tenere il passo con le tecnologie emergenti.”

“Il cloud computing è ormai parte integrante delle strategie aziendali ma allo stesso tempo ha portato diverse sfide, ha commenato Ashish Nadkarni, Group Vice President of Infrastructure Systems, Platforms and Technologies di IDC. Tra queste vi sono preoccupazioni relative alla sicurezza e alle prestazioni delle applicazioni e ai costi elevati. Come dimostra lo studio Enterprise Cloud Index 2019, il cloud ibrido continuerà ad essere l’opzione migliore per le aziende, permettendo loro di soddisfare in totale sicurezza le esigenze di modernizzazione e agilità dei carichi di lavoro.”