Ampi i benefici che i musei italiani possono trarre dalla digitalizzazione. Esistono però alcuni freni che limitano l’innovazione

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Tra i diversi settori che la digital transformation sta rivoluzionando vi è senza dubbio quello culturale, con i Musei in prima linea. Numerose però sono le sfide che il settore deve ancora affrontare, ma i benefici della digitalizzazione dei musei risultano sicuramente molto interessanti sia in termini di esperienza dei visitatori che per quanto riguarda l’efficienza interna.

Come evidenziato da una recente ricerca di mercato, i musei italiani sono purtroppo ancora in ritardo sul digitale: controllo accessi, videosorveglianza, gestione delle prenotazioni, conservazione delle opere e il customer care risultano infatti per la maggior parte dei casi ancora analogici. Molto meglio lato comunicazione: i musei puntano maggiormente sul proprio sito per farsi conoscere e scelgono i social per sponsorizzare particolari iniziative. Bene anche per quanto riguarda la fruizione delle opere: il 64% ha intrapreso iniziative digitali per migliorare l’esperienza dei visitatori” ha spiegato Francesco Del Sole, Direttore della Divisione Education di Microsoft Italia.

Nonostante questi ultimi dati incoraggianti, il quadro complessivo del settore museale che emerge dallo studio appare abbastanza critico: il livello di digitalizzazione dei musei risulta ancora piuttosto limitato. Il margine di miglioramento è conseguentemente elevato e il digitale può essere il motore per valorizzare il vastissimo numero di opere presenti nel nostro Paese: l’Italia detiene infatti il primato mondiale per numero di siti Patrimonio Unesco e sono attivi oltre 4800 musei sul territorio nazionale.

I limiti che frenano la digitalizzazione dei Musei

Esistono diversi fattori che frenano il processo di digitalizzazione del settore: oltre a questioni economiche, soprattutto per i centri più piccoli, vi è anche la questione dell’obsolescenza. Se fino a poco la novità era inserire schermi touch, questi ultimi sono stati dimenticati dai visitatori a discapito di soluzioni di realtà virtuale o aumentata. E se ciò non bastasse, non è sufficiente procedere con il mero aggiornamento tecnologico per poter beneficiare dei vantaggi del digitale. I Musei sono chiamati ad una pianificazione olistica a lungo termine che pervada tutti i propri aspetti. Tra questi vi è sicuramente quello delle competenze dei lavoratori da dover continuare ad alimentare.

Musei digitali: i casi di successo

Un esempio dal quale i musei del Belpaese dovrebbero prendere spunto è senza dubbio il Rijksmuseum di Amsterdam, che vanta oltre 2,3 milioni di visitatori l’anno. Il noto museo olandese ha infatti deciso di affidarsi al cloud Microsoft per ottimizzare i propri processi interni, essere scalabile a seguito della rapida crescita degli ultimi anni, e al tempo stesso per offrire servizi innovativi a tutti i visitatori. Non solo: il Rijksmuseum ha iniziato ad analizzare i Big Data raccolti e ha introdotto nuovi modelli di lavoro che favoriscono la collaborazione tra i dipendenti.
Grazie a Microsoft il museo ha potuto fare leva su nuovi tool per promuovere le proprie collezioni e valorizzarle in tutto il mondo: l’introduzione dell’app Rijksmuseum con informazioni e contenuti utili prima, dopo e durante la visita è solo un esempio. E’ stato inoltre lanciato Rijkstudio, una sezione del sito web dove è possibile accedere a tutte le collezioni e opere del Museo.

Guardando invece all’Italia, molto interessante è stata l’iniziativa della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino. Per avvicinare i più giovani al mondo dell’arte si è voluto far leva sul videogioco Minecraft educational edition: gli studenti sono stati chiamati a realizzare contenuti sulla vita di Raffello ed inserirli all’interno del game. Il progetto ha avuto un elevato successo sia in termini di partecipazione che di eco mediatico, addirittura superiore a quella di importanti mostre presentate.