L’ECDL cambia nome, logo, veste grafica e organizzazione dei moduli, con una maggiore focalizzazione orientata alle esigenze dei destinatari

Digital Literacy: la Patente Europea del Computer diventa ICDL

Da oggi l’ECDL, La Patente Europea del Computer, cambierà nome, diventando International Certification of Digital Literacy (ICDL). Cambierà anche l’organizzazione dei moduli, che vedrà una maggiore focalizzazione orientata alle esigenze dei destinatari: ICDL Digital Citizen, per il cittadino; ICDL Digital Student, per il mondo della scuola ICDL Workforce, per l’università e il mondo del lavoro, ICDL Professional, per i professionisti. La sigla ICDL, già attiva in tutti i Paesi extraeuropei, con il nuovo logo e la nuova immagine che identifica la certificazione, riflette in modo più lineare ed efficace un programma di portata globale dedicato alla digital literacy.

Una naturale evoluzione che rispecchia i cambiamenti, gli aggiornamenti e le nuove esigenze di competenze digitali richieste dal mercato e che prelude a un miglioramento continuo, perché il percorso di certificazione sia sempre adeguato alle esigenze della società. Non è un caso che il 2018 sia stato denso di novità nel campo specifico delle competenze digitali. L’Unione Europea ha rinnovato la propria definizione del 2006 attraverso la “Raccomandazione del Consiglio del 22 maggio 2018 relativa alle competenze chiave per l’apprendimento permanente”. Essa ha, inoltre, elaborato la proposta di quadro finanziario pluriennale 2021-2027, in cui rientra il nuovo programma di finanziamento “Europa Digitale” (in corso di approvazione) con uno stanziamento “fino a 699.543.000 euro per l’obiettivo specifico 4 – Competenze digitali avanzate”.

A luglio l’ACE (American Council on Education, prestigiosa Istituzione accademica statunitense che dal 1974 valuta i crediti formativi universitari per competenze acquisite in contesti non formali e informali) ha inserito ICDL nel CREDIT (College Credit Recommendation Service). L’Unesco, che già a settembre 2017 aveva rilasciato il documento “Digital skills for life and work”, nel giugno 2018 ha pubblicato “A Global Framework of Reference on Digital Literacy Skills for Indicator 4.4.2”.

Sulla base del quadro di riferimento internazionale, la Fondazione ECDL rilascerà le nuove linee guida per gli operatori nazionali; si prevede una declinazione dei moduli più funzionale alle esigenze di cittadini, scuole e mondo del lavoro per arrivare a sempre maggiore aderenza alle competenze digitali effettive richieste dai contesti educativi e professionali, categorizzati nelle nuove aree “ICDL Digital Citizen”, “ICDL Digital Student”, “ICDL Workforce” e “ICDL Professional”.

In Italia l’introduzione della nuova articolazione dei moduli declinati per target avverrà in maniera graduale, nel corso dei prossimi anni. Questo affinché l’evoluzione possa essere integrata senza stravolgimenti nei progetti formativi e didattici che i Test Center ECDL hanno già avviato, in un percorso di evoluzione e miglioramento continuo.

“L’idea di proporre i diversi moduli di certificazione ECDL/ICDL orientandoli alle effettive esigenze del target di riferimento qualifica sempre più le certificazioni ECDL/ICDL come un vero ponte tra scuola e mondo del lavoro e abbraccia in pieno il concetto di Digital Literacy che, come riporta l’Enciclopedia Treccani, è riferita sia all’ambito strettamente tecnico sia all’utilizzazione corretta, legittima ed efficiente di contenuti digitali. L’alfabetizzazione informatica è obiettivo di particolare rilevanza nella società dell’informazione attuale. Nel mondo moderno non si può prescindere, sia nella scuola sia nel mondo del lavoro, dal saper usare in modo appropriato il PC, i dispositivi mobili e il web. Molti credono di saperli usare ma hanno solo una conoscenza superficiale di ciò che veramente serve per essere competitivi oggi e domani”, dichiara Giovanni Adorni, Presidente di AICA.

“Siamo in fase di rinnovo degli accordi ormai ventennali tra AICA e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e questo tema è al centro dell’analisi. La formazione di base dovrà certamente lasciare più spazio al pensiero computazionale, così come allo sviluppo di capacità critiche e di una maggior consapevolezza informativa secondo le linee recepite lo scorso anno anche dal Consiglio Europeo nella nuova definizione di Competenza Digitale”, afferma il Direttore di AICA, Paolo Schgör, che guida una nuova Task Force del CEPIS sulle competenze digitali. “Tuttavia l’esigenza di produttività e di un utilizzo sempre più ampio e intelligente delle tecnologie digitali nel mondo del lavoro non potrà far altro che confermare la necessità di arricchire i profili individuali attraverso competenze specialistiche funzionali al contesto professionale, che ormai da anni non è più solo quello delle applicazioni d’ufficio uguali per tutti.”